8° Congresso Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici
Fano, 31 ottobre/1 novembre
2010
Ordine del giorno sullo stato dell'Università
La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico e in particolare in relazione alla scuola. A fronte di un progressivo disinvestimento da parte dell'amministrazione centrale dello Stato, si è verificato un difficile passaggio di competenze alle Regioni che si sono occupate più dell'aspetto dei servizi piuttosto che di quello dell'incentivo per ricerca e didattica. Da parte di docenti, ricercatori, precari, personale amministrativo, studenti non si è verificata – negli anni – una presa di posizione unitaria di risposta a questo andamento. Le diverse manovre economiche e la riforma Gelmini che ancora non è stata licenziata dal parlamento, stanno proseguendo verso lo smantellamento del tessuto universitario italiano con diverse azioni integrate.
Tra queste:
riduzione del FFOO (Fondo di finanziamento ordinario);
proposta di misurazione economica di produttività che non tiene conto delle specificità e della complessità del sistema;
spinta alla maggiore sinergia tra pubblico e privato con incentivazione di interventi dei privati nei percorsi decisionali;
blocco del reclutamento del personale docente e di quello amministrativo;
blocco delle assunzioni dei vincitori di concorso;
riduzione degli organici con pensionamenti obbligatori;
riduzione degli investimenti per la formazione alla ricerca (dottorati, assegni di ricerca);
espulsione dei docenti a contratto e dei contrattisti precari del settore amministrativo degli atenei;
esternalizzazione di servizi istituzionali a causa del blocco dei contratti a tempo determinato e della forte riduzione dei Co.Co.Pro. e Co. Co. Co.;
precarizzazione della figura del ricercatore con l'abolizione del ricercatore a tempo indeterminato e l'adozione della figura del ricercatore a contratto (3 anni rinnovabili solo una volta) con mansioni e carichi di lavoro di gran lunga peggiori e con un peggioramento salariale, con l'asservimento definitivo del ricercatore al potentato dei professori ordinari.
Questo andamento anche se non ancora stabilizzato in una direzione definitiva, produce:
un grave crollo della qualità della docenza e della ricerca scientifica;
una gerarchizzazione e un asservimento che si rafforza tra fasce della docenza e della ricerca;
il potere dei professori ordinari che diventa sempre più totale;
la gerarchizzazione tra sapere scientifico e sapere umanistico sempre meno valorizzato;
progressivo asservimento della ricerca ai gruppi di potere e a obiettivi del capitale.
A questo scenario occorre rispondere con una chiara ricerca di unità nella lotta contro la riforma Gelmini che non si deve fermare alla semplice opposizione a questa legge, non si deve fermare alla rivendicazione corporativa e salariale – oggi portata avanti dai ricercatori. Occorre cementare le esigenze delle diverse parti che non hanno una posizione di potere all'interno della struttura universitaria (studenti, precari, ricercatori a contratto) con un rilancio del sindacato conflittuale all'interno dell'amministrazione universitaria per raggiungere l'unico obiettivo antiautoritario possibile in una struttura chiusa, che coincide con la progressiva diminuzione di potere alla fascia dei professori ordinari.
Federazione dei Comunisti Anarchici
Fano, 1 novembre 2010
Documento approvato dal VIII Congresso Nazionale della FdCA