Per la difesa dei beni collettivi
dalle mani rapaci del liberismo
e dalla gestione burocratica dello statalismo
La Federazione dei Comunisti Anarchici appoggia le iniziative in favore della difesa dell'acqua pubblica tra cui la campagna referendaria promossa dal "Forum Acqua Bene Comune" che si propone di abrogare tre Articoli di Leggi in materia ambientale, energetica e di sviluppo economico, nonché di obblighi di attuazione di norme comunitarie.
Articoli che prevedono l'obbligo ai Comuni di affidare, mediante gara di appalto, la gestione del servizio idrico a società di capitale privato o società miste di capitale pubblico o privato, in cui quest'ultimo possieda la stragrande maggioranza delle azioni (il 70% entro il 2015, con una cessione progressiva delle quote, dal pubblico al privato, delle attuali società interamente pubbliche o miste).
Siamo coscienti che la gestione delle risorse e dei beni collettivi ad opera degli enti territoriali statali produce generalmente dei disservizi ed una cattiva gestione delle risorse, a causa della inevitabile lontananza degli apparati burocratici statali dalle istanze ed esigenze delle comunità locali. Siamo coscienti inoltre che questo si traduce in disagio sociale specialmente per gli strati economicamente più poveri della popolazione.
Tuttavia siamo altresì coscienti, poiché la storia di ieri e di oggi ce lo insegna, che la gestione delle risorse collettive da parte del capitalismo liberista, produce un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita materiale della classe lavoratrice e dei più poveri, in quanto la gestione privata trasforma una risorsa collettiva e irrinunciabile come l'acqua in una qualsiasi merce da trattare nel mercato capitalista, conseguentemente sottoposta alle leggi del profitto e ai capricci speculativi di tale mercato.
Non solo quindi vogliono imporci una modalità di gestione della risorsa imposta dall'alto, da un direttivo di manager privati, ma anche un'acqua molto più cara a fronte di scarsi o nulli investimenti necessari a migliorare o mantenere accettabili gli standard qualitativi del servizio. È la spietata legge del mercato che impone ai concorrenti privati di mantenere il rapporto costo/benefici il più basso possibile.
Ma anche nel caso che questa legge di mercato non dovesse funzionare bene, interviene il legislatore in soccorso del capitale privato, come il regalo agli investitori privati previsto dall'art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, uno dei tre che il Forum propone di abrogare, che consente al gestore del servizio di avere garantiti i profitti anche quando questi non ci siano, mediante una quota fissa del 7% che noi paghiamo sulla bolletta idrica, a copertura dei rischi del capitale investito.
Per tali motivi quindi le militanti ed i militanti della Federazione dei Comunisti Anarchici appoggiano tutte le iniziative e le lotte che si oppongono alla privatizzazione dell'acqua, compreso l'apporto concreto alla raccolta delle firme, nei banchetti proposti dagli organismi territoriali di base, ed alle future iniziative in difesa dell'acqua pubblica, anche in preparazione della futura e prospettata battaglia referendaria.
Coscienti anche che l'attacco da parte del liberismo capitalista alle condizioni di vita delle classi sociali più povere non si esaurisce e non si esaurirà solo con il tentativo di speculare sull'acqua, ma che tale tendenza è in atto per tutte le risorse collettive, e che i soli referendum non saranno sufficienti a fermare la piovra dalla doppia testa Stato-Capitale.
E coscienti anche che autogestire autonomamente le risorse vitali territoriali, attraverso il controllo diretto da parte degli organismi territoriali dei produttori, è possibile ed è necessario se non vogliamo che l'ambiente in cui viviamo sia definitivamente e irreversibilmente rovinato dalle brame di profitto delle oligarchie capitaliste o lasciato deteriorare dal burocraticismo statalista.
Federazione dei Comunisti Anarchici
21 maggio 2010