G8 di Siracusa

Contro la devastazione ambientale
Lotta di classe
Autogestione popolare
 

 

Ce la faranno i nostri eroi, grandi statisti riuniti al G8, a conciliare finalmente profitto e difesa dell'ambiente?

Dalla prima rivoluzione industriale ad oggi si contano a migliaia i disastri ecologici provocati dalla sete di guadagno.

E' vero che in questi ultimi anni, in Occidente, una maggiore sensibilità del cittadino medio ai temi ambientali ha costretto le imprese ad una maggiore attenzione ecologica. Anzi, nel circolo perverso inquinamento-disinquinamento, il Capitale ha trovato nuova linfa di profitto a spese della collettività. Nuove imprese ecologiche nascono in funzione delle bonifiche ambientali di pezzi di territorio inquinati da altre imprese, e nei PIL delle nazioni occidentali queste operazioni hanno percentuali sempre più importanti; tanto che ormai non si può quasi fare a meno di inquinare, pena la perdita di fette di produzione. È un po' il riprodurre in piccolo il grande circo capitalista: costruire e distruggere, inquinare e bonificare.

Questo succede qui da noi, nel giardino del ricco occidente, dove ci sono a disposizione risorse collettive e queste sono direzionate in tal senso. Ma nel sud, anche del mondo, dove le masse proletarie vengono ferocemente sfruttate dalle multinazionali e dove la prima direttiva di vita dei diseredati è non morire di fame, il Capitale inquina soltanto. I soldi per chiudere il cerchio non ci sono. Così interi paesi, intere regioni, vengono destinate a discariche a cielo aperto, per la cui gestione le varie mafie ingrassano sulla pelle della popolazione permettendo al capitale e alle imprese di abbattere i costi ambientali facendoli pagare in natura, anzi in salute, agli abitanti. Come fanno per i costi legati alla sicurezza sul lavoro. E quanto è ipocrita costringerci a scegliere tra lavoro e salute, tra lavoro e sicurezza, quando cercano di prenderci per fame.

Quante chiacchiere verranno spese a Siracusa sui probabili scenari "post-Kyoto", quando dall'accordo in poi nella stragrande maggioranza dei paesi ratificanti le emissioni anziché diminuire sono aumentate?

Quante parole a ruota libera verranno dette sulle tecnologie a basso contenuto di carbonio, in un sistema che solo con le guerre produce più CO2 delle emissioni dei veicoli di intere nazioni messe insieme?

Di quale biodiversità vogliono parlare se non sono in grado di garantire nemmeno il minimo di sufficienza a milioni di persone che vivono ai margini della società? O quando continuano a considerare la morte per fame di milioni di bambini una fisiologica ma necessaria e secondaria anomalia del sistema? Ci fa sorridere amaramente il fatto che i lavori della giornata finale del vertice saranno dedicati al tema sul rapporto salute e ambiente nei bambini.

Di nuovo parole, solo parole saranno spese per farsi belli di fronte al "popolo bue". Tanto poi non c'è nessuno a obbligarli a mantenere le promesse.

Se non saremo noi a prendere in mano le nostre vite, noi lavoratori insieme ai diseredati del mondo, continueranno a prenderci tranquillamente in giro.

Federazione dei Comunisti Anarchici
23 aprile 2009