Marcegaglia ed il parzial-liberismo
Nella relazione all'Assemblea Annuale degli industriali italiani, il nuovo presidente di Confindustria, Marcegaglia, oltre a fare appelli a governo e sindacati perché si attuino quelle riforme funzionali alla ripresa economica delle imprese italiane, con da una parte il progressivo smantellamento dello stato sociale, e dall'altra il completo asservimento del salario alla produttività delle imprese stesse, pone anche delle priorità nel settore della produzione energetica.
Infatti ribadendo grande soddisfazione per il nuovo corso nucleare del governo italiano, rivolge la sua attenzione ai "termovalorizzatori", visti come la panacea risolutiva, insieme al nucleare, da opporre agli alti costi dell'energia in Italia. Così infatti si è espressa: "I sistemi di gestione dei rifiuti sono molto vicini al collasso in molte regioni, anche perché si dice no ai termovalorizzatori, attivi in tutti gli altri Paesi. Paghiamo i costi più alti d'Europa per l'energia. Manca una strategia di investimenti per la sicurezza e la diversificazione energetica perché ci arrendiamo ai veti per le minoranze". Lamentandosi quindi anche delle irresponsabili opposizioni di molte comunità, anzi spingendosi avanti con il tentativo di criminalizzare queste opposizioni affermando: "Non accetteremo più che piccoli gruppi, spesso in malafede, tengano in scacco il Paese. E' a queste furbizie di bassa lega che dobbiamo dire basta. L'investimento in tecnologie può essere catalizzato da pochi grandi progetti Paese: il nucleare di nuova generazione, la mobilità, il risparmio energetico, le tecnologie ambientali. Sono questi i temi che devono restare al centro della politica industriale".
Ecco che le lotte per la salute e per l'ambiente di intere comunità territoriali divengono "furbizie di bassa lega"! Forse è un lapsus freudiano, signora? Forse questo discorso da vera decisionista, forte e autoritario, serve a nascondere che le furbizie di bassa lega sono le sue e con lei quelle delle lobby degli inceneritori e del nucleare? E gia, perché forse la Presidentessa della Confindustria non sa dell'esistenza dei CIP6; qualcuno glielo spieghi, così che da liberista convinta possa rinunciare a questa forma di finanziamento statale elargita a chi brucia rifiuti.
D'altronde è lei che lo afferma, sempre alla stessa assise: "L'apertura alla concorrenza e all'integrazione internazionale, che devono essere affrontate a viso aperto, rinunciando alle protezioni...". Evidentemente per la signora Marcegaglia il liberismo vale per tutto tranne che per gli inceneritori e magari, in un futuro non lontano, anche per le centrali nucleari.
Chissà perché questa visione così particolare del liberismo. Forse perché la signora Marcegaglia ha vari impianti di incenerimento per "combustibile da rifiuti" (CDR), gia realizzati o in fase di realizzazione (ad esempio Massafra, Manfredonia, Modugno), o forse perché si è aggiudicata l'affidamento del pubblico servizio di gestione del sistema impiantistico di recupero energetico a servizio dei bacini di utenza Lecce 1, 2 e 3, o forse ancora perché gestisce la Filiera Rifiuti Speciali Oikothen di Augusta, con autorizzazione peraltro sospesa dalla Regione Sicilia e dal Comune di Augusta, o forse per ultimo perché è proprietaria di una centrale elettrica a biomasse, gia attiva a Cutro, in Calabria.
O forse perché la signora ha appena ottenuto di bruciare nell'impianto di Massafra 30 mila tonnellate di rifiuti napoletani.
Forse siamo un po' troppo tendenziosi sui buoni propositi della Presidentessa quando, sempre nella stessa relazione, si lamenta dei troppi vincoli che vengono dalla UE o da Kyoto. Vincoli colpevoli secondo la Marcegaglia di troncare le gambe allo sviluppo industriale italiano. Al diavolo queste quote di emissione di CO2! Al diavolo i rimbrotti europei sulla gestione dei rifiuti italiana! Vogliamo essere liberi di trattare l'ambiente come ci pare! E di guadagnarci ovviamente.
Ma la cosa più incredibilmente curiosa, che ci mostra nella sua completezza il pensiero liberista della signora Marcegaglia, è quando si è lamentata degli alti costi dell'energia in Italia, visto che quota parte dei sovrapprezzi elettrici, che il consumatore italiano paga con il meccanismo dei CIP6, già arriva alla sua citata Centrale elettrica di Cutro. Per avere un'idea di quanto denaro arrivi ai proprietari e gestori degli inceneritori basti pensare che per l'inceneritore di Albano (in provincia di Roma) è previsto un finanziamento di 400 milioni di euro in 8 anni.
E allora: liberismo sì, cioè liberi di arricchirsi con i soldi dei lavoratori e di avvelenare indisturbati il territorio, ecco il liberismo della signora Emma.
Federazione dei Comunisti Anarchici
Gruppo di Lavoro Ambiente ed Energia7 luglio 2008