Siamo proprio trattati male!
Sabato 11 ottobre partecipiamo alla giornata europea contro i trattati economici in corso.
- TTIP (trattato sugli scambi e sugli investimenti) tra USA ed UE
- CETA (accordo commerciale tra Canada ed USA)
- TISA (trattativa tra 50 paesi, Australia, Canada, USA, UE, Cile, Taiwan, Colombia, Costa Rica, Hong Kong, Islanda, Israele, Perù, Svizzera, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Panama, Paraguay, Messico, Liechtenstein, Sud Corea, Turchia, Giappone; esclusi ed indesiderati i cosiddetti Brics - Brasile, Cina, Russia, India)
- TTP (Trattato siglato dieci anni fa tra USA ed altri 12 paesi del Pacifico).
Acronimi che sembrano lettere accostate una alle altre prive di significato, a qualcuno ricorderanno il famigerato WTO del 1995, quel trattato sulla libertà degli scambi commerciali che con la deregolamentazione dei mercati finanziari creò la bomba sociale sulla quale siamo seduti. Fu un accordo che portò in tutto il mondo milioni di persone in piazza per denunciare quella che poi si dimostrò essere una grande rapina ai danni dei lavoratori e dei ceti subalterni. Ma chi si ricorda più i tanto vituperati e derisi No Global?
Questi accordi, nuovi nelle trattative, per altro segretissime e gelosamente gestite in tranquille ambasciate svizzere da politici ed affaristi che alla democrazia e al diritto all'informazione dei popoli non sono per nulla interessati, sono pronti a far sprofondare le società nelle quali verranno applicati in tristi e miserabili terre di disperazione sociale.
Cosa prevedono i trattati cosiddetti di libero scambio e di concorrenza?
- Nessun ostacolo sarà posto al capitale privato ed agli investimenti
- Nessun ostacolo alle corporation, nessuno Stato, Regione, Ente pubblico potrà fermare la libertà di inquinare, distruggere, sfruttare, saccheggiare, produrre prodotti alimentari dannosi alla salute
- Tutto sarà messo in vendita sul mercato dal capitale: i servizi, la sanità, le pensioni, l'acqua, le Aziende Municipalizzate e pubbliche, le scuole
- Il capitale finanziario non dovrà sottostare a nessun controllo politico.
I trattati mirano infatti all'abbattimento delle barriere non tariffarie (quelle tariffarie sono già di fatto quasi inesistenti), prevedendo la possibilità per le multinazionali di citare direttamente in giudizio chiunque, Stati compresi, cerchi di introdurre o mantenere regolamenti cautelativi nella circolazione delle merci.
In poche parole vendono le nostre vite e i nostri diritti.
La trasformazione già in corso subirà un'accelerazione che avrà effetti devastanti sulla vita di tutti noi. Nonostante la quasi completa sudditanza dei media controllati dal regime del capitale e le falsità diffuse dai governi coinvolti nelle trattative si inizia a comprendere quale sia la posta in gioco: per la sopravvivenza del capitalismo finanziario i potenti e i loro sgherri intendono sacrificare intere generazioni sull'altare dell'accumulazione capitalistica, che vuole garantita la propria sopravvivenza e i propri profitti anche a rischio della morte sociale.
Si tratta in sintesi di un grande colpo di stato su base planetaria, in cui la vita di ognuno di noi viene messa a rischio per il profitto di pochi: questi sono in sintesi gli accordi di cui i grandi poteri economici, i media e i governi preferiscono non parlare.
Anche le guerre in corso sono una triste dimostrazione dell'aggiustamento egemonico in atto, l'imperialismo come fenomeno politico, economico e militare sta di nuovo attanagliando la società con la sua forza brutale e violenta.
Non ci facciamo ingannare dalle sirene del mercato e della competitività liberista che da decenni crea miseria e desolazione.
Continuiamo a batterci per la democrazia, per il diritto all'informazione, per la gestione diretta dei beni collettivi, per decidere delle nostre vite, per il diritto all'alimentazione non avvelenata, per essere liberi di coltivare prodotti naturali senza sottostare alla dittatura degli OGM, perché le città in cui viviamo non sono in vendita, perché vi sono limiti ad uno sviluppo non più sostenibile, perché la scuola deve essere pubblica, così come la sanità e le pensioni.
La lotta contro i trattati è lotta anticapitalista, è lotta contro i governi europei, è lotta contro lo strapotere finanziario, è lotta contro il governo italiano, è lotta per riaffermare il diritto a vivere una vita libera e non sacrificata in nome del profitto dei pochi.
Federazione dei Comunisti Anarchici
1 ottobre 2014