UN TFR DOMANI VAL BENE UNA FINANZIARIA OGGI
La pantomima del governo sulla riforma del TFR si è conclusa con il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti. Dietro il rinvio al 2008, si agitano alcune ragioni e tensioni:
- Tremonti recupera in Finanziaria 2006 i circa 700 milioni di euro che dovevano andare in 2 tranches a finanziare le imprese per l'operazione smobilizzo del TFR tramite il decreto sulla competitività ed il decreto fiscale previsto per l'autunno 2006; una bella barca di soldi da ributtare ora nel "sociale" in vista delle elezioni;
- Confindustria ottiene la moratoria per le imprese al 2009 e l'UDC addirittura fino al 2011 per le piccole e medie imprese, oggi come oggi assolutamente NON in grado di smobilizzare il
TFR;
- le assicurazioni ottengono 2 anni di tempo per poter più efficacemente predisporre i loro pacchetti di polizze assicurative per adescare ed intercettare il TFR e nel frattempo continuare a premere per ottenere la portabilità del contributo del datore di lavoro anche nei fondi aperti.
Sono venuti a convergere quindi alcuni interessi tattici con altri più strategici:
- il governo si ritrova con una torta milionaria di euro da usare in chiave elettorale e sempre in quest'ottica sgombera il campo dal fastidio di una campagna di scetticismo popolare contro i fondi pensione che iniziava a farsi sentire con la costituzione di comitati e la denuncia delle ridicole rese dei fondi;
- il capitale, ben consapevole della attuale crisi di disponibilità della liquidità necessaria a costituire i fondi pensione, ottiene la moratoria, incassa le agevolazioni fiscali e conta sui prossimi 2 anni di presumibile ripresa per aumentare profitti che non andranno in investimenti (finanziati dal decreto sulla competitività);
- non si ferma il gigantesco processo di distruzione del salario (in questo caso quello differito),
poiché la congiunzione nel 2008 di riforma delle pensioni e riforma del tfr alimenterà la percezione di ineluttabilità della pensione integrativa (per non parlare degli effetti della L.30).
Intanto svanisce l'ennesima illusione concertativa delle burocrazie sindacali che ora
punteranno ad accelerare l'adesione volontaria ai fondi, non potendo contare sulla trappola del silenzio/assenso, per poter chiedere ad un eventuale governo Prodi di rivedere il decreto. Ed avendo le organizzazioni sindacali concertative rinunciato strategicamente da tempo immemorabile (ricordate l'accordo Lama-Agnelli del 1977 che cancellava le liquidazioni? poi ripristinate nel 1981 per evitare il referendum) a qualsiasi
difesa della previdenza pubblica fondata sul sistema retributivo, si annunciano tempi duri in Cgil per quei pochi delegati ed attivisti contrari alla riforma del tfr ed ai fondi pensione!
In questo quadro deprimente, si pongono tuttavia alcuni problemi (poco) futuri:
- che ne sarà del tfr ora immobilizzato nelle PMI e quanto mai vitale alla loro sopravvivenza, qualora le politiche di credito si rivelassero inadeguate o inefficaci? Assisteremo a fenomeni di TFR in nero, versato ai fondi negoziali, ma poi sottratto dai salari?
- che ne sarà dei fondi pensione negoziali, se la platea delle anzianità oltre i 20 anni non aderisse? (vedi flop del fondo Espero nella scuola). Come potranno garantire il pagamento della pensione integrativa?
- che ne sarà dei dipendenti pubblici (esclusi per ora) il cui TFR non è mai stato accantonato dallo Stato o dagli Enti Locali? Cartolarizzazione delle liquidazioni?
- come vigilare sulle informazioni relative ai rendimenti dei fondi pensione sia chiusi che aperti, per confutare le sirene sindacali e dell'ANIA? La Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) ha dato questi dati:
In una tale situazione in cui si gioca a monopoli con i contributi dei lavoratori e le loro liquidazioni, contando sulla disinformazione e sul disorientamento, sarà necessario nei prossimi 2 anni alimentare lo scetticismo dei lavoratori e delle lavoratrici e
rinvigorire la lotta per la previdenza pubblica fondata sul sistema retributivo e sulla rivalutazione del TFR senza penalizzazioni fiscali costituendo decine e decine di comitati che raccolgano l'adesione di delegati ed attivisti sindacali, di sindacati di base, di forze sociali e culturali per tenere costante una grande mobilitazione di base
- per denunciare la truffa e l'inganno dei fondi pensione;
- per il ritiro del meccanismo del silenzio/assenso a favore di una dichiarazione esplicita del lavoratore;
- per ripristinare il sistema retributivo;
- per cancellare la controriforma Berlusconi/Maroni e quella...
Dini;
- per ripristinare il libero accesso alla pensione, senza finestre e porte di servizio;
- per separare previdenza ed assistenza;
- per recuperare l'evasione contributiva delle aziende;
- per riconoscere la contribuzione figurativa per i lavoratori precari nei periodi di disoccupazione.
FdCA - Federazione dei Comunisti Anarchici
29 novembre 2005