Ai partigiani di ieri e di oggi

 

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato".

Lo diceva Orwell e mai affermazione è stata più veritiera e lungimirante. Oggi assistiamo ad una riscrittura della storia a misura di un "nuovo" che avanza e che porta 3 punti marchiati a fuoco sulla bandiera: sangue, suolo e paura!

In realtà sono le stesse parole d'ordine di regimi passati ma la novità sta nel fatto che il tempo in cui viviamo è completamente cambiato rispetto alla prima metà del secolo passato. Tempi di insicurezza economica, di recessione mondiale, di guerre estese alle parti povere del mondo. Tempi di individualismo sfrenato, di disaffezione ai principi di solidarietà, mutuo appoggio, di analfabetismo storico, tempi di reazione.

Così il sangue è rappresentato da un identitarismo italico che ha soppiantato in buona parte il razzismo nei confronti del "terrone" con quello più rassicurante nei confronti dell'immigrato, icona del candestino incline alla delinquenza.

Il suolo è nuovamente un confine netto che assume valore simbolico tanto più quando vengono meno quelli storici in parte scemati con l'allargamento dell'Europa ad est. Confini che vanno "visualizzati" e che incarnano nei CPT (Centri di Pemanenza Temporanea) un'idea di sicurezza; lager moderni ma "temporanei", poi tutti a casa loro il più velocemente possibile.

La paura, paura di tutto e tutti, paura di sperimentare forme di relazioni diverse, paura dell'"altro", di un possibile competitore sociale ed economico (il lavoratore immigrato, quello dell'agenzia interinale, la concorrenza cinese ecc.), paura del vicino che t'ammazza, della madre che sopprime il figlio, dello stupratore che t'aspetta all'angolo di periferia... tutti contro tutti, così l'unica certezza appare rintanarsi fra i pochi e vicini familiari, nelle messe "mediatiche", nelle adunate consumistiche dove "comprare" regola i rapporti, stabilisce gerarchie, definisce inclusioni ed esclusioni. Poco importa se uno ad uno a suon di migliaia ed ora di milioni aumentano gli esclusi dal consumo... anzi motivo in più per avere paura, paura che quel poco che sia ha e che si è duramente conquistato ci venga tolto o solo ridotto.

Questo è il clima che si respira e di questo stato dell'arte vi sono molti responsabili, in primis nella cosiddetta sinistra istituzionale, complice di decenni di rincorsa a destra da una parte e di riproposizione stantia di linee da partito e pseudo movimentismo dall'altro: un giorno in manifestazione contro la guerra e l'altro in parlamento a votare le missioni di "pace" e l'aumento delle spese militari; un giorno fuori dai CPT a chiederne il "superamento" e quello prima a decretarne l'apertura; un giorno a votare il pacchetto Treu sulla precarizzazione e l'altro a sostenere al ribasso rivendicazioni contro flessibilità o lanciare autolesionistici referendum interclassisti di estensione dell'art. 18 distogliendo forze reali dalle lotte di classe azienda per azienda.

Ed ancora più grave è la responsabilità di aver lasciato alla destra il terreno della memoria storica, non contrastando punto su punto ogni tentativo di revisionismo se non addirittura di capovolgimento delle responsabilità e dei fatti.

25 APRILE A PORDENONE, RESISTERE ANCORA PER RESISTERE SEMPRE

A Pordenone ne sappiamo qualcosa e dopo anni di opposizione alla vergognosa performace di Azione Giovani, che aveva l'intento di accreditare i morti nazifascisti alla stregua dei morti partigiani, si è riusciti a toglierli l'agibilità della piazza. Tuttavia oggi ritroviamo a fare gli "onori" della provincia nella commemorazione ufficiale il postfascista Ciriani che, immaginiamo, non avrà la decenza di rinunciare a mistificare la storia dal palco ufficiale, un occasione troppo ghiotta. Per questo motivo ci saremo anche questo 25 aprile in P.zza Ellero a vigilare e se necesario fischiare chi, uscito dalla finestra, rientra dalla porta principale con tanto di trombe e tromboni.

Da quest'anno vogliamo però dare visibilità a quanti morirono per un'idea di libertà come i nove partigiani, fucilati dai nazifascisti a Pordenone presso l'ex caserma Martelli, una delle tante storie di partigiani che raccontano da che parte stava la ragione e da quale l'odio e la follia omicida.

Storie come un "grido" che viene dal passato e che deve essere ricordato per riportarci tutti alle responsabilità della memoria ma anche dell'agire oggi di fronte ai pericoli di rigurgiti totalitari basati ancora sulle idee di sangue, suolo e paura.

APPUNTAMENTO ALEL 9,00 IN P.zza ELLERO DEI MILLE PER PARTECIPARE ALLA COMMEMORAZIONE UFFICIALE

POI ALLE ORE 10,30 TUTTI ALL'EX CASERMA MARTELLI IN VIA MONTEREALE PRESSO LA LAPIDE AI NOVE PARTIGIANI DOVE CI SARANNO INTERVENTI LIBERI, MUSICA, CIBO E BEVANDE

Iniziativa Libertaria Pordenone