Per Valerio
adesione al corteo antifascista del 22 febbraio 2008
Il 22 Febbraio del 1980 veniva ucciso a Roma, per mano dei fascisti dei NAR, il compagno Valerio Verbano.
La morte di Valerio è l'ennesimo esempio di connivenza tra Stato e fascismo, è l'ennesimo esempio di come lo Stato abbia sempre protetto le organizzazioni e gli esponenti più importanti del fascismo e di come si sia sempre servito di questi esponenti per occultare queste stesse connivenze.
Se ritorniamo a quegli anni è per ricordare che la colpa di Valerio fu quella di condurre, da antifascista militante, un inchiesta sull’attivismo fascista, con particolare attenzione ai NAR e a Terza Posizione.
Valerio, da meticoloso militante, alla fine degli anni '70, compila dei Dossier, con informazioni sui fascisti romani, in special modo su quelli di Val Melaina, e le connivenze tra questi, malavita romana e lo Stato.
Il 20 aprile del 1979 Valerio viene arrestato con l’accusa di fabbricazione di materiale incendiario: la perquisizione che ne segue, nella casa dove viveva con i genitori, porta al sequestro dei dossier sui fascisti da parte dell'autorità giudiziaria.
E' a questo punto che scatta la solidarietà dello Stato nei confronti dei suoi servitori neri.
Non si sa perché, ma questi documenti spariscono negli ambigui anfratti dei palazzi del potere e dopo meno di un anno Valerio viene ammazzato.
Aveva osato sfidare lo Stato nei meandri più infami del suo potere; era necessario che pagasse: la sua morte doveva essere da esempio perché nessuno più osasse indagare sulle naturali connivenze tra Stato e fascismo.
Ma la lotta contro il fascismo non si può arrestare, perché oggi la destra fascista, anche se con una faccia "ripulita", presentandosi ipocritamente come garante della "sicurezza", conserva sempre il suo ruolo di gendarme violento del potere più bieco e autoritario dello Stato.
No è solo per ricordare Valerio e la sua militanza antifascista che venerdì 22 febbraio gli antifascisti romani si ritroveranno a via Monte Bianco, ma anche per dimostrare che la solidarietà e l'unità delle forze antifasciste è quanto mai necessaria per opporsi e respingere una presenza neofascista talmente aggressiva da porsi ormai come una vera e propria emergenza, e, questo sì, rappresenta il vero pericolo alla sicurezza delle persone nelle città.
Federazione dei Comunisti Anarchici
Sezione "Carlo Cafiero" di Roma