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CONVEGNO NAZIONALE dei LAVORATORI ANARCHICI

Bergamo, 1-4 novembre 1974

 

Mozione su "Crisi e risposta proletaria"

 

La crisi ed i contrasti imperialisti tuttora in corso a livello mondiale hanno avuto ripercussioni dirette ai diversi livelli nazionali del capitalismo, determinando più o meno radicali ristrutturazioni economiche, produttive ed aziendali. Causa di queste ristrutturazioni sono state: da una parte le decisioni delle borghesie nazionali dei paesi in via di sviluppo di aumento dei prezzi delle materie prime e soprattutto delle fonti energetiche per imporsi nei limiti delle possibilità a livello di mercato industriale mondiale, e dall'altra parte la oramai tendenziale caduta dei tassi di profitto determinata dalle forti lotte operaie condotte negli anni scorsi un po' in tutto il mondo.

Altre cause si possono intravedere nell'arretratezza economica di zone all'interno degli stessi paesi capitalisti avanzati e nella condizione di sovrapproduzione attraversata dal mercato mondiale.

Per superare l'attuale periodo di ristrutturazione economica, per rendere nuovamente tendenziale l'aumento dei tassi del profitto, per rendere più ordinata la produzione dei beni di consumo (agendo indifferentemente sulla domanda e sull'offerta), per, infine, aumentare la produttività diminuendo i costi (abbassando i salari reali) il capitalismo ha utilizzato le sue armi preferite: l'inflazione e la recessione; scaricando così gli oneri dell'intera operazione ristrutturativa sulle spalle del proletariato.

L'importanza dell'attuale momento ristrutturativo è tale da implicare anche gli aspetti politici e sociali dell'odierna società capitalistica.

Viene così rilanciata la politica delle riforme come una vera e propria strategia sociale. Si cerca di rendere partecipe il proletariato alle attuali necessità del capitalismo facendogli accettare come sacrifici comuni quelli che sono suoi sacrifici. In definitiva, si cerca di indebolire le lotte del proletariato economicamente (caduta del potere di acquisto dei salari, cassa integrazione, disoccupazione), politicamente (mantenendo ed incrementando le divisioni al suo interno) ed organizzativamente (cercando di svuotare di contenuti quegli organismi in cui il proletariato si organizza – i CdF).

Questa strategia passa attraverso la divisione tra grandi e piccole fabbriche, tra diversi settori produttivi, tra occupati e disoccupati; attraverso il mantenimento dei settori più deboli dei lavoratori (appalti, emigrazione, a domicilio, frontalieri). In questa strategia capitalista è importante, per catturare il consenso proletario l'opera ed il ruolo svolti dai partiti politici rappresentanti l'ala progressista dello schieramento capitalista e dalle confederazioni sindacali.

La risposta proletaria a questo attacco padronale deve essere in grado di sviluppare una doppia articolazione della lotta; da una parte elaborare una precisa strategia sindacale per la difesa dell'occupazione e del salario e dall'altra porre le basi politiche per il superamento degli attuali rapporti di produzione; raggiungendo quelle condizioni che, uniche, possono assicurargli queste capacità (sviluppo degli interessi storici ed immediati, politici ed economici del proletariato):

Il CNLA riconosce come tutte le rivendicazioni in termini di difesa del salario e di difesa dell'occupazione devono muoversi su di una linea unificante; è dall'unità di classe che si sviluppano una effettiva autonomia di classe ed una incisiva lotta di classe internazionale ed internazionalista.

In tal senso bisogna operare politicamente, con obiettivi tendenti ad unificare le lotte della classe operaia accrescendo quella coscienza di classe che è alla base di lotte portate avanti con sempre maggiore consapevolezza della loro importanza economica e politica.

Gli obiettivi che il CNLA si è dato e che sono qui di seguito elencati hanno il pregio di muoversi in questa ottica, portando a lottare gli strati operai più privilegiati in termini di salario e sicurezza del lavoro per obiettivi non corporativi ma saldanti l'unità con gli strati operai più deboli.

Nel quadro della vertenza apertasi in difesa del salario e dei redditi più bassi, noi operai rivoluzionari dobbiamo reclamare:

Il CNLA riconosce inoltre necessario lo sviluppo di lotte che tendano, all'interno dei CCNL, della contrattazione aziendale, ecc., ad:

Sia per quanto riguarda questi obiettivi che per forme di lotte circa la riduzione dei ritmi, il blocco del lavoro straordinario, ecc., essenziale è il livello organizzativo che la classe operaia si dà per portare avanti le lotte in fabbrica n collegamento diretto con tutto il resto del proletariato.

Gli organismi in grado di realizzare questi obiettivi di unità e di autonomia sono da individuare nei CdF e nei CUZ rispettivamente per quanto concerne la fabbrica e le zone.

A tale riguardo è necessario che il proletariato si organizzi autonomamente a livello di massa, rifondando gradualmente tale livello sia nell'ambito delle attuali strutture sindacali, sia nell'ambito degli spazi che il sindacato ha lasciato scoperti e quindi possibili di una strutturazione unitaria e autonoma fin dall'inizio.

I Nuclei di Difesa Sindacale in quanto parte cosciente del fronte libertario interno alla lotta di classe, devono porsi il compito di sostenere la battaglia di trasformazione degli organismi di massa attualmente controllati dal sindacato e il compito di creare direttamente –in fabbrica e nel sociale- organismi autonomi dal controllo social-democratico e tradeunionistico.

Obiettivo strategico è quello di creare una struttura unitaria di consigli, in fabbrica e nel territorio, che si ponga come una struttura di massa unitaria e autonoma del proletariato.

Le rivendicazioni in termini di difesa del salario e dell'occupazione devono vedere il proletariato sempre più forte organizzativamente all'interno dei CdF; il CNLA ribadisce inoltre la necessità di allargare anche ai quartieri e alle zone le tematiche sopra citate, in modo da realizzare una effettiva unità organica di tutti gli strati proletari rendendo conseguentemente più generalizzate ed efficaci le rivendicazioni stesse.

A tale scopo va ricercato un più stretto legame fra gli organismi di fabbrica (CdF) e quelli presenti nel territorio per giungere alla costruzione di Consigli di Zona che siano reale espressione del proletariato senza divisioni categoriali e professionali, ma, anzi espressione effettiva della sua ricerca di unità e di autonomia.

Il CNLA ritiene inoltre sia necessario sottolineare l'importanza di eliminare ogni visione ideologica dei rapporti di classe per non perpetrare l'errore più diffuso commesso dalle avanguardie, di estraniarsi dal resto della classe ed operare di conseguenza, una funzione antiunitaria e antiautonoma.

L'assemblea del CNLA ritiene sia pure indispensabile un oggettivo chiarimento in tempi brevi delle tematiche sugli investimenti rimaste insolute in questo CNLA, ma che non possono essere ignorate in quanto problemi strettamente legati ad un corretto sviluppo della linea sindacale.


(Originale ciclostilato presso il Centro di Documentazione Franco Salomone, Fano.)