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Vivere tutti, vivere meglio

ORA-UCAT

 

Questo numero nasce dall'urgenza di esprimere il nostro punto di vista su quanto è accaduto ed è necessariamente incompleto.

Ce ne scusiamo con i lettori e ci ripromettiamo comunque di ritornare organicamente sull'argomento come in passato e tra i primi abbiamo fatto stampando nel 1977 per i tipi di CP Editrice "I Nucleodollari" con il significativo sottotitolo di "Costi e rischi dell'energia nucleare".

Già allora, presentando il volume, dicevamo: "scelte energetiche, strutture produttive e sociali; modo attuale di produzione e spese programmate; verticalizzazione del controllo sui gangli vitali della società; rapporti tra paesi capitalistici guida, esportatori di tecnologia sofisticata e paesi capitalistici periferici che importano questa tecnologia, indipendentemente dalle loro esigenze e necessità di sviluppo. Questi alcuni dei principali problemi su cui incide la scelta nucleare...".

Oggi in modo drammatico più che i costi e i rischi economici emergono quelli per la salute e per l'ecosistema del pianeta. Diviene chiaro anche ai più sprovveduti il bisogno di capire e di lottare per esigenze elementari di difesa della vita. Ma ciò che avviene non è frutto di un occasionale quanto imprevedibile disastro quanto il risultato statisticamente certo di una scelta che privilegia le ragioni del profitto e dei costi economici rispetto al bene ben più alto della qualità della vita.

E' per ciò che l'opposizione al nucleare deve oggi accompagnarsi all'opposizione globale ad un sistema che valuta gli uomini e le donne come merce, come erogatori di forza lavoro e consumatori delle merci prodotte, con il massimo disprezzo per la loro vita.

Questo numero del giornale vuole perciò offrire alcune riflessioni e considerazioni a vuole essere un invito a tutti i compagni (a quelli nuovi e a quelli che non hanno mai smesso) ad impegnarsi nel portare avanti un progetto di opposizione al prevalere della logica del profitto, per un modo diverso e più umano di organizzazione della vita e della società.

Quante analisi sulla medicina, sulla salute in fabbrica, nelle città, nelle campagne sono state prodotte in questi anni?

Quante ne dobbiamo dovuto sacrificare per combattere sul terreno più immediato della lotta per la difesa del salario e del posto di lavoro, dopo che i riformisti avevano accettato la logica della "crisi" e del bisogno dei sacrifici?

Ora che la nube di Chernobyl, che giunge buon ultima dopo tanti disastri di cui siamo spesso stati vittime inconsapevoli, ci permette dolorosamente di porre al centro dell'attenzione le tematiche della vita, della salute, non dobbiamo solo demistificare la scelta nucleare e combatterla ma difenderci da una logica dello sviluppo che non tiene in alcun conto i bisogni dell'uomo ma produce solo per il profitto di pochi.

Certo, l'alternativa non può che essere una società diversa, non più basata sul profitto ma sulla felicità da realizzare sulla terra, attraverso la proprietà comune dei mezzi di produzione.

Una società comunista anarchica nella quale si possa VIVERE TUTTI E VIVERE MEGLIO.

Il nostro ruolo di comunisti anarchici, ora e più che mai, è di fare in modo che le potenziali energie innovative, l'opposizione spontanea, trovino strumenti di espressione a livello di massa, che si diano degli strumenti di espressione a livello di massa, che si diano degli strumenti di organizzazione.

Mentre ci offriamo come referente politico dovremo sforzarci perché le informazioni e le analisi che andiamo elaborando giungano alle masse, senza mediazioni del potere, perché anche grazie alla nostra presenza si possa costruire un grande movimento capace di avviare la trasformazione della società. 


Nucleare? No basta!, Saverio Craparo

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