"Energia
Territorio
Ristrutturazione"
Strategia di classe sull'energia e lo sviluppo di strumenti organizzativi di base
La risposta che i comunisti anarchici devono dare all'attuale attacco padronale si articola in vari modi, in considerazione del fatto che la nuova scelta energetica si inquadra all'interno di un più ampio processo di ristrutturazione capitalista e viene quindi ad incidere sia sulle forme organizzative del mondo del lavoro sia sulla qualità della vita dei proletari nel sociale.
Mentre da un lato questo processo è caratterizzato dalla nuova distribuzione delle unità lavorative, dalla riorganizzazione del lavoro e dalla intensificazione dello sfruttamento, dall'altro significa sempre più e continui massicci inquinamenti e contaminazioni del territorio. E' quindi partendo da questa analisi, per altro breve e sommaria, che si comprende come solo la ricomposizione sul territorio dell'unità di classe possa garantire una risposta efficace a questo attacco e, nello stesso tempo, un reale miglioramento delle condizioni di vita dei proletari. Perché il poter realizzare gli interessi immediati (ed anche quelli storici) della classe, sta proprio nella possibilità e capacità di aggregazione dei proletari sul territorio e nel saper legare gli obiettivi minimi e particolari in un progetto più ampio.
E' d'altra parte la nostra stessa collocazione all'interno dei rapporti di produzione che ci porta alla scelta dell'unità di classe e quindi della "centralità proletaria".
Da queste considerazioni deriva la nostra strategia: quella di privilegiare l'intervento in quegli organismi (cooperative, collettivi, gruppi spontanei, ecc.) che la classe, in quanto tale, crea sul territorio per la propria difesa, e nei quali ci sentiamo direttamente coinvolti in quanto siamo a tutti gli effetti appartenenti a questa classe sociale. Del resto, questi organismi, che sarebbe meglio definire come strutture di base, che nascono come aggregazione spontanea dei lavoratori su bisogni immediati, rappresentano una delle espressioni storiche dell'organizzazione proletaria; perché si tratta di una tendenza naturale della classe quella di unirsi autonomamente, autogestendo le proprie lotte.
E' per questo che i comunisti anarchici, non solo lavorano attivamente all'interno di queste strutture di base, ma contribuiscono anche alla loro crescita politica, attraverso la pratica dell'autogestione e dell'azione diretta, elementi indispensabili al proletariato per la propria emancipazione.
Non è l'ideologia politica quindi che caratterizza le strutture di base, ma la loro natura autonoma e di classe, il loro radicamento nel sociale, la loro capacità di essere da un lato centro di collegamento, di scambio, di socializzazione delle conoscenze, dall'altro centro di aggregazione e mobilitazione dei proletari e di organizzazione delle lotte.
Per il mantenimento di queste caratteristiche e per non essere in breve tempo ridotti all'impotenza, e scomparire di conseguenza, questi organismi devono saper superare il localismo e tendere alla costruzione di sempre più stabili e proficui rapporti di collaborazione con altri gruppi simili, sparsi sul territorio. Il fine sarebbe quello di giungere alla creazione di una organizzazione solida e capillarmente estesa, in grado di poter incidere realmente su quelle scelte energetiche e produttive in generale, le cui conseguenze ricadono immancabilmente sulle spalle dei lavoratori.
Per fare questo è necessaria un'attenta analisi, sociale ed economica, dell'ambito nel quale si interviene, alla quale deve poi seguire un continuo riscontro con la realtà, in un rapporto costante con la classe, di verifica e di reciproco scambio. E mezzo indispensabile per un serio intervento sul territorio è la controinformazione.
La mancanza di notizie, o peggio, la diffusione di notizie che poi risultano non attendibili è uno dei motivi che producono il disorientamento ed, a volte, la divisione della classe, con la conseguente impossibilità per essa di dare una risposta unitaria ed efficace.
La controinformazione, la socializzazione del sapere, da sempre sono strumento legato direttamente a grado di coscienza della classe. E' infatti anche dalla conoscenza che nasce la coscienza. L'opera di controinformazione diventa quindi stimolo e centro di aggregazione per le lotte.
Fondamentale riteniamo debba poi essere la stessa strutturazione che questi organismi si danno: il momento decisionale spetta all'assemblea dei militanti, ognuno dei quali è quindi investito degli stessi doveri e delle stesse responsabilità; con la rotazione degli incarichi e la socializzazione delle conoscenze si evitano poi sia forme di leaderismo che di egemonia politica. Il tutto per un egualitarismo che non sia solo formale ma anche e soprattutto sostanziale, per una crescita culturale ed organizzativa, cioè, in definitiva per una crescita politica reale.
Passando ora a considerare, in modo un po' più dettagliato, l'ambito della lotta antinucleare, bisogna dire che il compito delle strutture di base è quello di contrapporre al progetto capitalista il progetto proletario.
Sappiamo che la scelta nucleare non è spinta da puri motivi economici, ma anche politici, ebbene la nostra risposta deve essere chiara e precisa da un lato, per non prestare il fianco alle critiche di scienziati venduti al potere, dall'altro deve offrire una reale prospettiva di cambiamento per la gente, per i lavoratori.
Ci dicono che il piano nucleare è necessario alla nostra economia, dati alla mano noi rispondiamo che non solo non è necessario, ma è anche dannoso, asservendoci sempre di più al dominio delle multinazionali e dirottando gran parte del denaro pubblico nelle mani dei soliti uomini politici e dei padroni nostrani, mentre potrebbe essere utilizzato in modo più proficuo per la costruzione di opere d utilità sociale e di investimenti tesi ad incrementare l'occupazione.
Sinonimi di PEN (Piano Energetico Nazionale) sono centralizzazione e militarizzazione del territorio; a questo noi dobbiamo rispondere in modo deciso favorendo lo sfruttamento di quelle risorse energetiche (sole, vento, biogas, ecc.), che non solo evitano i pericoli di inquinamento, ma che permettono un reale controllo dei lavoratori su di essa.
Nei processi di ristrutturazione capitalista affrontati nei precedenti paragrafi, abbiamo individuato una evidente volontà di spostare ed articolare il controllo capitalistico sulle fonti di energia direttamente e sui processi di trasformazione e di consumo più indirettamente. Processi che si articolano in maniera tale da riflettersi in modo assai negativo sul problema occupazionale.
L'analisi che abbiamo fatto ci ha dimostrato anche come la tematica energetica sia strettamente legata ai processi di trasformazione produttiva, quindi è anche rispetto a questo che intendiamo tracciare le basi per la strategia di classe, considerando fabbrica/territorio un unico terreno su cui si articola la ristrutturazione padronale.
Il problema che abbiamo di fronte in qualità di proletari e più precisamente di comunisti anarchici è di stabilire delle linee strategiche che tengano presente la realtà complessiva della classe e s pongono come obiettivo prioritario l'unità e la capacità di automobilitazione della stessa.
Abbiamo visto come la ristrutturazione padronale tenda a frazionare ulteriormente la classe attraverso il decentramento produttivo e tutti quei fenomeni riconducibili ad esso, ecco quindi l'importanza di ricondurre al complessivo e non limitarci a forme di risposta "settoriali".
Ci riferiamo in particolar modo alla necessità che ci si organizzi a livello aziendale con i Consigli di Fabbrica, in organismi basati sulla democrazia interna, collegati territorialmente tra di loro, con i Consigli di ciclo proposti dal sindacato, ma con la risposta all'attacco padronale soprattutto attraverso obiettivi politici comuni.
La strategia di classe infatti è tale proprio perché può creare la mobilitazione di tutti i lavoratori appartenenti anche ai diversi settori produttivi e degli altri strati proletari.
Dal momento in cui la risposta dev'essere complessiva, dobbiamo tener presente anche i livelli di coscienza diversi, bisogna quindi ricostruire una coscienza proletaria attraverso una pratica di lotta, di dibattito, costruita negli organismi di massa unitari ed in tutte quelle situazioni o strutture in cui la classe si riconosce.
Bisogna però tener presente anche l'intero disegno su cui si articola l'attacco padronale, e bisogna quindi saper allargare il fronte dello scontro politico a partire anche da mobilitazioni su singoli problemi quali il salario, oppure le Centrali Nucleari, ciò al fine di dar gambe ad un progetto politico che nella solidarietà e nell'unità di classe trova il proprio asse di sviluppo e una conferma della propria valenza rivoluzionaria.
PER IL CONTROLLO E LA GESTIONE DIRETTA DEI LAVORATORI DELLE FONTI DI ENERGIA
PER LA RICOSTRUZIONE DELL'UNITA' DI CLASSE