Spagna 1936-'74
Precedenti politico-economici al ‘36
Quando il 18 luglio del '36 i militari si sollevarono contro la Repubblica, la reazione del proletariato spagnolo fu immediata e decisa. Gli operai e contadini si armarono come poterono, assaltarono le caserme e costrinsero alla resa più di una guarnigione in molte città. Dove essi erano meno organizzati e dove la presenza dei sindacati anarchico (CNT) e socialista (UGT) era meno forte e inesistente, la vittoria di Franco fu relativamente più facile, ma in città come Barcellona erano molto forti e da molto tempo tenevano in riserbo un certo quantitativo di armi, pronti all'azione, la sollevazione militare fu sconfitta e gli operai presero nelle loro mani la città. Era chiaro sin dal 1931, anno in cui era stata proclamata la Repubblica, che le forze reazionarie non si sarebbero rassegnate alla sconfitta e che se la Repubblica avesse iniziato riforme economiche e politiche abbastanza "avanzate" da mettere in pericolo i loro privilegi, secondo la tradizione ormai centenaria del paese ci sarebbe stato un colpo di stato militare. Più o meno tutte le forze politiche erano coscienti di questo e anche lo stesso governo.
I repubblicani non fecero nulla per impedirlo, tranne qualche trasferimento nelle alte sfere dell'esercito. Questa situazione era determinata dal fatto che la Repubblica non aveva nel paese l'appoggio di nessuno strato sociale di un certo rilievo. Essa era il risultato del fatto che le forze reazionarie e le forze popolari si erano venute a trovare in rapporti di forza di equilibrio tra di loro, ma non c'erano nella nazione forze realmente repubblicane di una certa consistenza. I reazionari avevano accettato la Repubblica sotto la spinta potente delle forze proletarie le quali, però, non erano affatto repubblicane. Gli operai e i contadini spagnoli nella maggior parte del sindacato ad orientamento anarchico (la Confederazione Nazionale dei Lavoratori) erano, per lunga tradizione e per la loro storia, rivoluzionari ed avevano accettato la repubblica come un fatto compiuto che essi non avevano contribuito a creare non avendo partecipato alle elezioni, e che li riguardava solo marginalmente. Infatti, durante la Repubblica, e specialmente nel periodo in cui dominavano le destre, gli scioperi continuarono come prima ed il proletariato continuò ad attuare la sua politica come sempre aveva fatto, praticando, cioè, l'azione diretta e lo sciopero rivoluzionario, sola e vera arma della sua emancipazione.
Quando nel 1936, di fronte al pericolo sempre maggiore di una completa restaurazione del dominio delle forze reazionarie che diventavano nel paramento della repubblica sempre più forti e si erano insediate ormai da due anni al governo, i partiti della sinistra borghese e proletaria costituirono il "Fronte Popolare" per portare avanti le riforme che erano iniziate nel '31; la CNT decise di appoggiarle e i suoi militanti votarono. Il Fronte Popolare vinse, ma tutti capirono che il governo era estremamente debole e instabile, incapace di difendersi da un eventuale attacco dell'esercito. L'attacco venne il 18 luglio del 1936.