Spagna 1936-'74

Situazione attuale

 

A) il potere oscilla tra falangisti e Opus Dei

Il nuovo governo formato dopo l'esecuzione di Carrero Blanco, sembra segnare una vittoria della burocrazia falangista sull'"Opus Dei". Se negli anni '60 gli uomini dell'Opus Dei (una sorta di massoneria cattolica di origine e di installazione prevalentemente spagnola, ma con diramazioni in vari paesi) avevano preso gradatamente il sopravvento sulle leve del potere economico-politico (ministero del commercio, dell'industria, delle finanze, il Ministero ed il Commissariato del Piano, la Rappresentanza permanente presso la CEE), dal '69 ad oggi erano stati loro tolti i portafogli delle Finanze e del Piano e la direzione sia del Commissariato del Piano che della Rappresentanza CEE. Durante l'egemonia dell'Opus Dei, l'economia spagnola aveva visto un boom senza precedenti nella storia della penisola iberica: su un decennio il reddito pro-capite è raddoppiato ed il prodotto nazionale lordo ha mantenuto elevati saggi di incremento (in media oltre il 17% in termini reali).

E' da notare che l'Opus Dei proveniva in prevalenza dall'industria privata e probabilmente è grazie alla collaborazione tra padroni e potere politico (di cui essi rappresentavano anche personalmente una sorta di sintesi) che si deve il "decollo" economico che ha quasi tolto la Spagna dall'ambito del sottosviluppo.

Con il governo d Carcero Blanco, l'unico tecnocrate rimasto era il ministro degli esteri Lopez Rodò (uno degli esponenti più rappresentativi dell'Opus Dei). Con il governo di Arrisa Navarro anche Rodò è stato allontanato dal potere politico. Tutti i portafogli sono stati distribuiti in sostanza a burocrati, cioè a uomini dell'amministrazione statale e contemporaneamente, del Movimento (cioè della Falange, il partito unico fascista) che l'egemonizza. Nella dialettica interna del sistema spagnolo, l'equilibrio del potere sembra dunque passato, nella fase attuale, dall'Opus Dei ai burocrati. In campo politico gli effetti che si prevedono sono un irrigidimento interno, già marcato del resto sotto Carcero Blanco, prevedibile data l'attuale combattività della classe operaia spagnola.

L'Opus Dei aveva iniziato una timidissima "liberalizzazione" più formale che sostanziale anche per meritarsi l'ingresso nella CEE. In campo economico, il compito che spetta al nuovo governo non è facile.

Negli anni '60 l'Opus Dei aveva "teleguidato" lo sviluppo con una certa abilità evitando una troppo accentuata pressione inflazionistica ed agganciando in qualche misura la Spagna alla CEE, dalla quale (attraverso le multinazionali, le rimesse degli immigrati, il turismo) pervenivano gran parte dei capitali.

Da un paio d'anni però il saggio di inflazione è salito a livelli pericolosi; nel '73 è stato addirittura del 15%. Se a questo si aggiunge che la crisi delle economie europee rimanderà in Spagna un gran numero di emigrati, se si aggiunge che la mano d'opera spagnola è ancora tra le meno pagate d'Europa, che le rivendicazioni salariali operaie sono destinate di conseguenza a riproporsi, e che l'economia spagnola infine è fortemente tributaria di materie prime (i cui prezzi stanno salendo alle stelle), si comprende che per mantenere il "miracolo" iberico non basterà più il pungo di ferro della dittatura fascista.

B) Lotte operaie e studentesche degli ultimi anni

Dal '69 in poi si è assistito in Spagna ad una risposta del proletariato alla situazione economica che si era venuta determinando; difendendo le proprie condizioni di vita e cercando di migliorarle con la lotta, questa è andata sempre più migliorando sia sul piano quantitativo che qualitativo. La radicalizzazione delle lotte e il superamento degli schemi riformisti e sindacalisti verticisti ha scosso forse irrimediabilmente il decrepito regime franchista, aprendo degli scontri all'interno della stessa classe dominante, che per frenare queste lotte non sa più se è meglio ricorrere all'inasprimento della repressione oppure a un cambiamento di rotta, seguendo il cammino tracciato dagli altri Stati capitalisti europei. E' certo però che in Spagna si è scelto la prima via; dal '69, infatti, che è iniziato il processo di inasprimento della repressione contro i rivoluzionari che è sfociata nell'assassinio del compagno Puig Antich.

Questo inasprimento che sarebbe dovuto servire a frenare la lotta di classe che ormai si va estendendo a molti settori dell'industria e del sociale,non è stato altroché un stimolo per il proletariato spagnolo a radicalizzare le proprie lotte, scegliendo forme di lotta che si richiamano all'azione diretta (scioperi, manifestazioni, assemblee operaie) e accettando con coraggio e coscientemente, senza avventurismi, lo scontro con la polizia e con tutto l'apparato repressivo.

Il processo di Burgos è stato una tappa essenziale di questa crescita continua di lotta e il riuscire a salvare dalla condanna a morte Izko e compagni è stata una vittoria del proletariato spagnolo, appoggiato dal proletariato di altri paesi con forti mobilitazioni.

Dopo Burgos, la dittatura è ricorsa continuamente alla repressione delle lotte per poter continuare a vivere, ma l'ampiezza delle stesse e la volontà del proletariato di non cedere sono riusciti sempre ad avere la meglio. Infatti, le lotte del 1970 nei cantieri di Madrid, le mobilitazioni di solidarietà con altre fabbriche (come quelle per l'Imenasa e Pamplona) oltre a mostrare un elevato grado di coscienza politica (aumenti uguali per tutti, riassunzione degli operai licenziati, liberazione dei prigionieri), ha mostrato chiaramente la capacità del proletariato di poter autogestite le proprie lotte in completa autonomia, riuscendo a mobilitare anche altri strati sociali come gli studenti, creando uno schieramento di classe contro la dittatura.

Lo sviluppo verso forme sempre più autonome e sempre meno legate ai partiti riformisti, ha portato il proletariato a gestire anche la propria difesa con picchetti e con cordoni che impediscono l'attacco della polizia a che rispondono ad essa e a organizzarsi in forme di democrazia diretta come assemblee di fabbrica e commissioni operaie, quali organi decisionali e comitati esecutivi responsabili di fronte all'assemblea.

Le lotte del 1° Maggio a Madrid segnano un'altra tappa importante di questo processo; da allora ci sono stati vari scioperi come quello generale di Vigo in appoggio alla Citroën, le lotte di tutta la Catalogna e specialmente di Barcellona, punta di diamante del movimento di classe.

Anche quelle degli studenti, iniziate con i processi di Burgos, sono continuate muovendosi in due direzioni: quella della difesa degli spazi politici all'interno della scuola e delle università e in appoggio alle lotte del proletariato contro la dittatura franchista.

E' chiaro come l'inasprirsi dello scontro di classe abbia prodotto la crisi del sistema politico spagnolo, dalla quale non può uscirne neanche inasprendo la repressione contro i rivoluzionari. Il capitalismo spagnolo tenterà senz'altro di pianificare le proprie contraddizioni e di risolvere la propria crisi sulle spalle dei lavoratori, ma questo è un obiettivo che il proletariato spagnolo deve sventare rivolgendo le proprie lotte contro il capitalismo, del quale la dittatura franchista è la più lurida espressione, inasprendo e radicalizzando sempre più le proprie lotte, fino alla risoluzione violenta del conflitto esistente tra proletariato e capitalismo, per una società autogestita su basi comuniste-anarchiche.

C) Assassinio del compagno Puig Antich

E' in questo clima di ripresa e di forte attacco del proletariato contro il capitalismo e la dittatura franchista, che va collocata la condanna a morte del compagno Puig Antich. Questa condanna infatti voleva essere un ricatto, per frenare la volontà di lotta. Era infatti dal 1963 che Franco non ricorreva alla garrotta, strumento degno dell'ingiustizia sociale che lo stesso regime rappresenta. Da allora Franco in ossequio alla politica di apertura verso la CEE e la stessa Russia, aveva sempre evitato di ricorrere al boia per mostrare un volto democratico e possibilista.

L'attentato giustiziere contro il boia Carcero Blanco si inserisce appunto nel quadro della ripresa dell'offensiva rivoluzionaria e della disponibilità di lotta del proletariato verso forme sempre più radicali. A nulla sono valsi i tentativi della stampa spagnola di presentare Puig Antich come un comune malvivente, un rapinatore, evitando sempre di parlare delle motivazioni politiche e quindi della necessità della pratica appropriativi in regime dittatoriale che spingevano Puig e compagni ad imboccare la strada della lotta armata. I compagni spagnoli, la solidarietà internazionale prontamente suscitata dagli anarchici sono riusciti a mostrare il valore politico delle azioni del compagno Puig Antich e a mobilitare l'opinione pubblica.

Ora è sempre più necessario creare un movimento che appoggi la lotta che il proletariato spagnolo porta avanti. Se il compagno Puig è stato assassinato, la lotta di classe continuerà; ma è necessario che la solidarietà internazionale rivoluzionaria sia sempre viva.

L'esperienza che il proletariato spagnolo vive fa parte del suo bagaglio storico, diventando parte essenziale della sua coscienza di classe. La sconfitta militare, la repressione, la garrotta, non possono cancellare l'esperienza della Spagna anarchica che il proletariato ha vissuto e la formazione di questa coscienza di classe è continua e irreversibile.

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PUGLIESE


Allegato A: le collettività

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