QUESTA META' DEL CIELO 


Finalmente il parlamento ha varato la nuova legge sulla fecondazione medicalmente assistita. Una legge fatta da uomini (parlamentari) per proteggere altri uomini (i medici), per compiacere altri uomini (i preti), per rassicurare altri uomini (quelli preoccupati dalla troppa libertà delle donne).

E infatti, nella legge, le donne non ci sono, sono solo un corpo cavo per il contenimento di altro.

Nel testo si parla di procreazione ma non di uomini e donne, si parla di "coppie" di "omologo" di "eterologo", si parla di "embrione", si dettano "le disposizioni concernenti la tutela del nascituro", "le misure di tutela dell'embrione" tutto questo operando su una superficie vivente assolutamente negata, sul corpo della donna che viene del tutto espropriato e misconosciuto nella sua soggettività e nel suo diritto alla salute.

L'unica cosa che preoccupa il legislatore è mettere un freno al desiderio femminile, espropriare le donne del potere riproduttivo, cominciando da quelle più deboli, "malate" di infertilità, per arrivare a tutte le altre.

Così questa legge, lo si vede chiaramente, è anche un grimaldello per rimettere mano alla 194, la spina nel fianco del fondamentalismo cattolico, quella sull'interruzione volontaria di gravidanza.

A questo scopo alla donna vengono negati i fondamentali diritti umani e i diritti di cittadinanza: 

Si tratta di una legge pericolosa, per i principi che afferma, e contemporaneamente perfettamente inutile, in un'Europa senza frontiere che vede legislazioni in merito assolutamente più ragionevoli. E l'unica legge applicata resterà quella di mercato, che deciderà a chi sarà permesso andare all'estero e chi dovrà sopportare lo scotto imposto dalla chiesa a una classe dirigente priva di coscienza politica e di senso della collettività, e impregnata di individualismo e clientelismo.

Hanno cercato di regalarci una società in cui tutti uomini e donne - da domani - saranno maggiormente privati della propria libertà individuale, relazionale e affettiva. Ma non hanno fatto i conti con la potenza del desiderio e delle relazioni. Non basta appellarsi a una presunta "naturalità" per governare la realtà, una realtà sempre più composita dove donne e uomini scelgono le proprie modalità di relazione e di confronto, al di là e alla faccia di chi - non riuscendo a convincere neppure i propri seguaci - cerca di obbligare tutte e tutti per legge ma in nome di dio. 

Noi diciamo NO, attraverso una prassi di riappropriazione della nostra salute, per riconquistare gli spazi collettivi e le strutture pubbliche come i consultori diventati il regno dei medici obiettori dove avvengono violenze psicologiche e fisiche sulle donne più deboli, le giovanissime, le immigrate. 

Se le donne oggi tacciono, è perché si ritrovano attonite dall'arroganza e dalla supponenza con cui destra e sinistra fanno mercimonio del loro corpo, e incredule di fronte a un nuovo medioevo oscurantista a loro prospettato.

Ma le politiche neofasciste poste a difesa della famiglia e della natalità, le misure reazionarie contro il riconoscimento delle nuove realtà relazionali che di fatto, costituiscono l'odierno tessuto sociale, non ci ricacceranno nel patriarcato, né metteranno le sposate contro le single, le normali contro le lesbiche, le native contro le immigrate: le donne costruiscono relazioni tra loro che hanno sempre permesso di aggirare divieti e proclami. 

Sta anche a noi tornare a far diventare tutto questo POLITICA e ad uscire dal silenzio.


Gruppo di lavoro sulle questioni di genere
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI

12 dicembre 2003