REFERENDUM 12-13 giugno
SI,
la legge 40 è una fregatura
E' stata scritta senza ascoltare la voce delle donne e contro il parere degli esperti, senza tenere in alcun conto le delicatissime problematiche tecniche ad essa legate.
Il risultato è una legge inapplicabile per le sue conseguenze pesantissime sulla salute delle donne che si sottomettono a tali cure.
E' stata fortemente voluta da una chiesa che non è più in grado di piegare le coscienze dei suoi fedeli, e cerca di imporre a tutti le sue credenze e convinzioni tramite una legge dello stato.
Il risultato è una legge ipocrita e non condivisa dalla maggior parte degli italiani, credenti compresi.
E' stata votata da senatori e parlamentari che confondevano la fecondazione eterologa con le corna, che accoglievano al grido di "puttane" le proteste delle poche parlamentari.
Il risultato è una legge becera di conseguenza, che praticamente non prevede la sterilità maschile, rassicurando così i nostri governanti maschi ma facendoci tornare ai patriarchi del Vecchio Testamento, quando sterili erano solo le donne, che per questo venivano ripudiate.
E' diventata legge di uno stato che si arroga il diritto di decidere per ciascuno di noi, limitando l'accesso alle cure e alla salute e calpestando ogni pretesa di uguaglianza e laicità.
Il risultato è stato incrementare il turismo riproduttivo verso gli altri paesi dotati di una legislazione appena appena più decente.
Questa legge va cambiata.
Anzi, andrebbe abolita del tutto. Se proprio necessario, rifatta di sana pianta. L'unico motivo per cui serve una legge per queste tecniche (una legge, e non un regolamento o una circolare applicativa, o delle prassi consolidate...) è perché la scienza corre più velocemente della nostra percezione, così come i modelli di relazione, come la famiglia, cambiano e questo spaventa. E le leggi, ahimè, rassicurano.
Ma la risposta alla paura dello strapotere della scienza e della medicina non è chiudere i recinti dopo che i buoi sono scappati, per pura questione di principio e in ossequio a dogmi, ma una elaborazione diffusa delle tematiche della vita e della morte, della cura e della malattia, del limite e dei confini. Un ragionamento collettivo, non un'imposizione di pochi. Solo con il coraggio della libertà e del confronto, con prassi che tutelino la libertà e la responsabilità individuale, il diritto alla scelta, nelle relazioni come nella scienza, si potrà arrivare a una condivisione, non l'imposizione, di criteri e di norme.
Per ora, ci accontenteremmo di vincere questi quattro referendum...
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
maggio 2005