Il cuore non batte a destra, signor ministro
Dopo aver ascoltato le dichiarazioni rilasciate lunedì 14 ad Ancona durante la sua visita dal ministro Storace, ci chiediamo quale senso della logica lo porti a definire l'uso della pillola abortiva RU486 con quella che lui definisce "incentivazione dell'aborto". E' evidente che il ministro, non potendo abolire la 194, pretenda che le donne che scelgono di abortire subiscano almeno lo shock dell'intervento (e magari le vessazioni di chi, nelle strutture sanitarie, pensa di dover imporre col disprezzo le proprie convinzioni religiose).
Riteniamo che la scelta delle regioni di offrire l'aborto farmacologico, che nel resto d'Europa è ormai prassi abituale, sia una scelta di civiltà ormai improcrastinabile.
Pare invece che la politica di "incremento della natalità" perseguita da questo governo e rivendicato da Storace non consista solo nelle elemosine concesse in finanziaria, per di più elargite indiscriminatamente, togliendo così risorse a chi è effettivamente in difficoltà economiche.
Alla retorica clerico-fascista che sta montando (a quando il ripristino della giornata della madre prolifica di mussoliniana memoria?) occorreva anche affiancare queste offese alla dignità e alla libertà di scelta femminile.
In attesa di qualche esternazione contro l'educazione alla contraccezione, che siamo sicuri non tarderà, il ministro ci informa che questo farmaco, che permette di evitare sin dall'inizio la gravidanza, sarebbe contrario alla "cultura del paese"! Forse alla sua, che ha studiato alla scuola di Alleanza Nazionale, che invita i cittadini con... il cuore a destra a scegliere AN come partito.
Invece nella nostra cultura la sessualità, contrariamente a quello che indicano la Chiesa cattolica e il ministro Storace, non è una banale eredità dell'homo erectus, funzionale solo a far figli, ma un evoluto strumento di piacere, conoscenza ed espressione.
Noi non siamo disposte/i a cedere sul diritto di scelta informata su contraccezione e procreazione responsabile, rigettiamo il tentativo di subordinare l'esercizio della professione medica alle ipocrisie di regime e alla piaggeria clericale.
Quella del ministro e degli scuri fautori del "peccato" è solo una battaglia tesa a ricondurre le donne al loro ruolo di fattrici e che si lega molto bene con la ormai quasi completa assenza delle donne dalle strutture di governo di questo nostro paese.
Auspichiamo una ripresa della presenza politica delle donne e soprattutto una rinnovata capacità delle donne - di noi donne di riflettere su questi temi e di farsi sentire nelle piazze.
Federazione dei Comunisti Anarchici
14 novembre 2005