La crisi della democrazia che da più
parti viene annunciata non è per noi la scarsa offerta di scelte in un asfittico
panorama parlamentare, e non può essere una sorta di "calo delle vocazioni" per
cui la partecipazione degli individui alle cose che li riguardano è dovuta ad
una moderna catarsi.
La dimostrazione della non
partecipazione alla cosa pubblica e a momenti collettivi, quelli che per
intenderci rafforzarono nel secolo scorso il legame umano partendo da un dato
ben preciso, l'appartenenza di classe sono in crisi perché schiacciati dal
dominio capitalistico.
Oggi, il capitale permea tutta la
vita degli individui ben oltre il tempo di lavoro, e lo spettacolo che ci viene
imposto è sempre di più la relazione tra individui atomizzati dal messaggio del
consumo e resi inermi di fronte al dominio capitalistico, senza nessuna
apparente via collettiva che tenda a "trasformare lo stato di cose attuali".
Per gli anarchici è quindi fondamentale rimettere al centro l'individuo ed il
rapporto sociale che subisce, lo svuotamento del fare collettivo che per noi va
ben oltre la rappresentanza politica, non può essere ignorato ed esorcizzato
come qualcosa che non ci appartiene,pena il declinare inesorabile di ogni
ipotesi di cambiamento.
Le lotte che portarono la democrazia
ad avere un ruolo attivo nel movimento dei lavoratori, sta per essere svuotata
di tutta la sua carica libertaria , sostituita dal simulacro democratico che in
questi anni si è affermato in tutti i paesi del mondo a scapito della
partecipazione dal basso.