La CHiesa pietrificata

Il pontificato di K. Wojtyla visto attraverso i meeting anticlericali

Presentazione di

"Ministoria dei meeting anticlericali 1984-2003"

con l'autrice Francesca Palazzi Arduini (A-Rivista anarchica)

presentazione di Donato Romito (Alternativa Libertaria)

Pesaro, giovedì 26 maggio, ore 18.45

alla Libreria Il Catalogo, via Castelfidardo 60.

Seguirà aperitivo.

Organizza: Alternativa Libertaria

Per info: altlib@altraofficina.it

Dopo la beatificazione in pompa magna di Karol Wojtyla, è d'obbligo per i laici, credenti e non, una riflessione sul ruolo politico della Chiesa cattolica nel mondo di oggi, e sul suo sensibile irrigidimento gerarchico voluto proprio dal papato di Wojtyla. Esiste la "papolatria"? Quali sono i "beati" e quali i "dannati" nella chiesa di oggi? Che valore ha l'anticlericalismo nella critica della religione come strumento di potere temporale e politico?

L'emanazione del nuovo Codice di diritto canonico (1983), l'imposizione del giuramento di fedeltà ai vescovi nel 1988, la redazione del Nuovo Catechismo (1992-97), l'Istruzione sulla vocazione del teologo nel 1990, che nega libertà di insegnamento... Wojtyla ha attuato una strategia volta a uniformare e a compattare la Chiesa come un esercito sottomesso e omogeneo. Ha voluto anche emanare un'enciclica, la Ut unum sint (1995) sull'unità delle chiese cristiane e le forme dello stesso papato, dimostrando una vocazione totale per la definizione dei ruoli gerarchici ma anche un abile ricorso alla retorica, presentando il papato come catalizzatore di una Chiesa unita in realtà grazie ad epurazioni e diktat contro i teologi non allineati, e con "il Vescovo di Roma perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità".

Così in questi anni abbiamo visto la palese e al contempo misteriosa consistenza terrena della Chiesa baluginare nei suoi risvolti più oscuri: la morte di Calvi nel 1982 e gli irrisolti enigmi finanziari, le bombe della mafia nel 1993 contro le cattedrali romane, i ricatti della nuova nomenclatura pidiellina al clero, mentre nuove organizzazioni massoniche e nuove associazioni interpretano ognuna a suo modo la loro "missione" nel mondo, creando un "antistato" fiorente e diviso.

Presentando la "Ministoria dei meeting anticlericali 1984-2003" abbiamo l'occasione di riflettere su questi temi con un'ottica libertaria, al di fuori cioè dalle convenienze e da fallaci dogmatismi, a prescindere dalle fedi, semplicemente proponendo una analisi politica e un interrogativo sulla spiritualità.

L'anticlericalismo dei meeting fanesi, che ha occupato per anni le pagine della stampa nazionale e lanciato in Italia la pratica dello sbattezzo,è anche un interessante modello di attivismo sociale, il quale tappa dopo tappa ci ricorda come il controllo sui movimenti sociali e sulla possibilità di organizzare eventi pubblici "dal basso" si sia tragicamente esteso, in parallelo con la definitiva trasformazione della politica istituzionale in "impresa" ibrida tra pubblicità e lucro.