La cultura Libertaria torna alla Rocca Malatestiana di Fano. Il 10 agosto 2014 Alternativa Libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici propone una mostra dell'editoria anarchica e libertaria e una serie di approfondimenti sulla dimensione della libertà nel XXI secolo. Nostro ospite di eccezione, è il caso di dirlo, è il Collettivo Ippolita, che si occupa da anni di ricerca nel campo della libertà digitale. Ultimo loro lavoro è il pamphlet recentemente uscito per Laterza La rete è libera e democratica. Falso!, che prende in esame il problema delle gestione del potere e della privacy in internet. Altri loro lavori editoriali: Nell'acquario di Facebook (Ledizioni), Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale (Elèuthera edizioni), Luci e ombre di Google. Futuro e passato dell'industria dei metadati (Feltrinelli).
 

Prenderemo in esame in forma seminariale, dalle ore 18, con Ippolita, le situazione generale della gestione della rete internet illustrata nel loro lavoro.

Per dare un'idea dell' attualità del discorso citiamo due episodi significativi accaduti di recente: l'esperimento, resocontato sulla rivista della società scientifica americana PNAS, che l'università di Princeton e Facebook hanno svolto su 700.000 utenti (a loro insaputa), manipolando la visibilità dei newsfeed per verificare la reazione emotiva, e la recente falla nella rete di sicurezza dei dati OpenSSL, Heartbleed, che ha rivelato l'estrema vulnerabilità dei dati personali di vari tipi di utenza.

Perché dunque "libertà digitale"? Perché anche la rete è uno spazio abitato da noi cittadini, e anche in rete si lotta per aprirsi spazi da gestire secondo pratiche di orizzontalità. Ma la complessità della politica e della tecnologia dividono le persone, mettendo le redini dei sistemi digitali in mano a pochi, facendo credere agli utenti di avere il controllo su un gioco del quale in realtà vedono solo la superficie ("quale sarà il tuo verso?"). Come scrive Ippolita: "Rete aperta non significa Rete libera, perché ha i suoi pochi, potentissimi padroni. Pubblicare in Rete non significa rendere pubblico. La libertà non è gratuita, costa cara.

A questo tema si riallaccia il film che proponiamo, alle 22.30, Hometown-Mutonia è un documentario girato dal collettivo Zimmerfrei, nel 2013, presentato quest'anno a Sant'Arcangelo dei Teatri, che racconta la scelta del collettivo di artisti ed artisti della Mutoid Waste Company, nota a livello mondiale per il lavoro di recupero dei rifiuti meccanici che ci riporta a scenari alla Mad Max, ed è patrimonio culturale che si innesta nella storia del post punk, della musica industriale. La loro scelta di creare una "sub-cultura", coi loro mostri meccanici, i totem di auto, ma anche la strenua difesa della loro immagine e del loro marchio, è una risposta simile a quella degli hacker e della comunità del "Creative commons" nella rete digitale. La cultura delle comunità-ribelli e non assimilate e delle società anarchiche, pratica e leggenda trasposta in film (da Johnny Mnemonic a Matrix), che vive in romanzi (Dick e Gibson ma anche Marion Zimmer Bradley e tanti altri) ed esperienze politiche di oggi (le reti autogestite, il movimento no global, i movimenti di mutuo aiuto), è un esempio di come dagli anni '60 ad oggi, ci si organizza per evolversi in società non autoritarie e sfuggire alla morsa tritatutto del capitalismo. Perché libertà è partecipazione, ma partecipazione è capacità critica, questa è la differenza tra persone-fasulle,"fake", e realtà.

http://www.ippolita.net/it
http://www.pnas.org/content/111/24/8788.full
http://www.arivista.org/?nr=387&pag=19.htm