L’approvazione della legge sulla parita’ scolastica costituisce un passaggio importante nella strategia di privatizzazione dei servizi pubblici, di decostruzione della scuola pubblica, di devoluzione del sistema formativo al mercato. Prima e piu’ che essere un atto dovuto al potere clericale che promana dal Vaticano e dal ceto politico moderato, essa segna un punto di rottura nella concezione della formazione come servizio pubblico collettivo.

La spinta verso un sistema con scuole pubbliche (sempre piu’ in diminuzione) e scuole paritarie (incentivate a crescere) finanziate per via regionale e con borse di studio personali, in cui e’ ammesso un 25% di prestazioni orarie "su base volontaria", piu’ che violare in diversi punti la costituzione apre le porte a un inesauribile processo di devoluzione della scuola pubblica al mercato, cosė come sta avvenendo per sanita’, trasporti, previdenza.

Non e’ lo stato che si ritira, ma e’ la natura pubblica della formazione, come bene e risorsa non soggetta a interessi privati, religiosi, ideologici, mercantili che tramonta. Ed e’ la liberta’ di insegnamento del docente, come singolo e come categoria, che viene cancellata, e’ il diritto allo studio degli studenti che viene condizionato.

La FdCA, che ha sempre sostenuto la sperimentazione di scuole libertarie come la diffusione della pedagogia libertaria nelle scuole pubbliche, appoggia tutte le forme di lotta di insegnati, studenti, genitori, sindacati di base e associazioni laiche tese ad ostacolare questo processo e a riqualificare la formazione come bene collettivo negli interessi delle classi sfruttate.

08/03/00 Federazione dei Comunisti Anarchici