La Federazione dei Comunisti Anarchici contro il finanziamento alla scuola privata cattolica
La presentazione il 18 luglio del Disegno di Legge del Ministro L. Berlinguer recante “Norme per l’accrescimento, la diversificazione e l’integrazione dell’offerta formativa” maschera in realtà il finanziamento alle scuole private, soprattutto confessionali, oggi in crisi di fronte alla minore domanda del mercato.
Le iscrizioni in queste scuole sono, infatti, in forte diminuzione non tanto e non solo per la crescita dei costi di gestione, ma per effetto della scarsa qualità dei servizi offerti – se si escludono poche punte di eccellenza che pure vi sono.
Insegnanti sotto pagati, una larga diffusione di scuole pubbliche sul territorio – se si esclude la scuola materna – hanno infatti relegato in Italia le scuole private a istituti scolastici di “recupero”, con scarsa dignità didattica e scientifica. Non a caso il provvedimento presentato dietro il paravento della “parità” mira a creare le condizioni per poter finanziare la scuola privata, che può vivere solo come scuola assistita!
La tanto criticata scuola pubblica, certo in crisi, certamente da riformare – ma come e in che direzione? – rimane ancora fortemente competitiva e, benché gravata da continui e pesanti tagli di spesa, soprattutto in questi ultimi anni, che hanno inciso sul suo ordinario funzionamento, è capace di proporre un’offerta culturale difficilmente uguagliabile sul mercato della formazione caratterizzata dal pluralismo.
Scelte politiche, crisi di identità di chi in passato sostenne la laicità della scuola, convenienza politiche vogliono oggi il superamento della norma costituzionale (art.33, III comma) che del finanziamento fa espresso divieto, malgrado che tale norma non sia oggetto di revisione e non possa quindi essere presa in esame in sede di Bicamerale. Intellettuali post-sinistri cianciano di superamento degli storici steccati, di nuova concezione della laicità, di pluralismo, fingendo di non accorgersi del vuoto che li riempie.
Rimane invece il fatto che l’inaccettabile vulnus portato alla Costituzione – forzando la stessa distinzione a suo tempo messa a punto dalla stessa dottrina cattolica fra insegnamento, istruzione e scuola che in passato ha giustificato limitate provvidenze a favore di scuole già costituite – permetta oggi di intraprendere un’attività di impresa nel settore scolastico con la garanzia di ottenere il finanziamento statale. Ancora una volta viene adottata una misura “all’italiana” di liberalizzazione del mercato: l’attività d’impresa si regge sul finanziamento dallo Stato.
La presentazione del DDL rappresenta perciò un atto intollerabile che necessita di una forte risposta politica che la Federazione si impegna ad organizzare promuovendo con altre forze politiche un fronte ampio che rivendichi il divieto di finanziamenti pubblici alla scuola privata e la crescita dell’impegno finanziario a favore della scuola pubblica nella quale bisogna affermare i principi di libertà culturale, laicità, pluralismo, gestione da parte di tutte le componenti, necessità del rapporto con le aggregazioni sociali sul territorio.
Occorre impegnare risorse per riqualificare la scuola pubblica, aprendo un grande dibattito sulla didattica, la scansione dei programmi, i metodi pedagogici utilizzati, educando alla critica, stimolando le capacità di analisi e l’acquisizione di un metodo di apprendimento.
FEDERAZIONE dei COMUNISTI ANARCHICI
luglio 1997