Storia di un padre(non)eterno

 

La nostra riflessione come comunisti anarchici ha seguito costantemente, come un dispettoso inviato speciale al seguito di Giovanni Paolo II (GPII), la politica e la strategia mass-mediatica di questo papa. Nei primi anni del suo pontificato sono stati proprio alcuni di noi a ispirare e supportare i primi meeting anticlericali, che lanciavano un grido d'allarme proprio sul pericolo del cocktail tra il suo impeto colonizzatore, l'uso della tv e la rivincita clericale che ha colpito la società italiana dalla scuola, alla sanità, alla cultura, dal Concordato del 1984 in poi. Questo papa, ricordiamolo, è salito al trono a seguito della morte (rapida e risolutiva per le gerarchie) di Giovanni Paolo primo, che già dai primi giorni del suo pontificato aveva lanciato nell'etere timidi accenni al rinnovamento e inviti al Vaticano a rinunciare ai suoi beni terreni. Dopo, invece, tutto è cambiato in meglio, per l'eterno establishment vaticano: occorrevano parole d'ordine forti, prive di dubbi circa il predominio della religione cattolica su tutte le altre, e sull'obbligo ad essere credenti.

GPII aveva un "mostro" da combattere preso in prestito dalla guerra fredda, (utili all'uopo i finanziamenti dello IOR/Marcinkus). Si è aperta una prima breccia "pubblicitaria" con la conquista della Polonia, verso l'Est Europa, ovviamente cercando di prendersi tutti i meriti della caduta dei regimi, e agendo solo nell'interesse della sua Chiesa, a discapito dell'equilibrio politico e sociale mondiale, consegnando invece quei paesi, dopo anni di feroce dittatura statale, a un capitalismo sfrenato gestito dalle mafie locali, con il rapido imbarbarimento di quelle società. Ma il sogno della evangelizzazione dell'Europa e dell'Est si è infranto contro la realtà di culture che non avevano e non hanno nessuna intenzione di farsi evangelizzare dal cattolicesimo il dibattito all'europarlamento sulle radici cristiane dell'Europa lo ha di recente dimostrato.

In chiave anticomunista fu coerente anche la benedizione dello stadio di Santiago, dove migliaia di oppositori politici sono stati massacrati dal macellaio Pinochet, portato ad esempio di cattolicissimo governante, il silenzio sull'omicidio di Romero, la riduzione al silenzio della teologia della liberazione, vicina alle sofferenze di classe dell'America latina. Sotto questo papa, che verrà ricordato immeritatamente come pacifista, si sono scatenati feroci conflitti mondiali, di cui almeno uno, che ha insanguinato l'Europa dopo 50 anni, causato direttamente dall'improvvido riconoscimento della secessione fascista e nazionalista della Croazia, che ha scatenato una ferocissima guerra (anche) di religione.

Altro che dialogo ecumenico.

Ripensando a quegli anni, anni di prediche di fuoco contro gli "atei" responsabili di tutti i mali, ci viene da sorridere pensando agli ultimi moniti di GPII a Bush, a questo tentativo di interpretare la voglia di pace di tutti invitando Bush a più miti consigli in medio oriente. Proprio il presidente degli Stati Uniti infatti è l'astuto emulo della politica prepotente di questo papa, anti-laico (e infatti Bush è sempre pronto a sostituire i giudici coi sacerdoti), pronto a tacitare con stizza qualsiasi sussurro di dissenso. Pensiamo all'epurazione compiuta tra le gerarchie vaticane di tutti coloro che avessero da ridire, cacciati ai confini dell'impero e nella migliore delle ipotesi a "servire cristo" in qualche missione, dove c'è molto da lavorare ma poco da comandare. Oggi come oggi basta guardare al conclave per vedere come Wojtyla si sia costruito una discendenza: il 93% dei cardinali elettori è stato ordinato da lui.

Un tiranno buono, un padre autoritario, un re permaloso? Sicuramente un uomo che ha compromesso la sua voglia di vincere con pericolose alleanze economico-politiche, in primis con CL e tutti i religiosi-manager che hanno fatto della sussidiarietà e della devolution una fonte incredibile di ricchezze private e di potere. Un papa compiacente dell'intervento del clero in ogni ambito nell'opera di distruzione della laicità, nella convinzione che ogni moralità ed etica debba essere ispirata e guidata dai preti. Una persona che ora, con la morte causata dal morbo di parkinson, stona decisamente con l'immagine rubizza e vincente che dava di sé di qualche anno fa, quando tuonava contro un altro morbo, l'aids, e sembrava voler indicarne la comparsa nella "disordinata" sessualità umana per motivi di ira divina.

Le parole del card. Ratzinger durante le liturgie pasquali, circa la corruzione da combattere anche nella Chiesa (la pedofilia, gli scandali sessuali? o si fanno già allusioni strategico-politiche?), sembrano indicative dell'avvicinarsi di un incubo per i cattolici: come se la "corruzione" del corpo di questo papa, raccontata in diretta da mille microfoni, scoprisse di pari passo tutti i bubboni che il mastino-mastice di dio aveva tenuto insieme a suon di sganassoni in questi 26 anni. La presenza del cardinal "ruini" al capezzale del moribondo sembra presaga di futura "rovina". "Il movimento per la vita", col suo nome ipocrita, nel momento in cui lo sforzo per non far morire questo papa è diventato patetico, svela il suo significato più profondo: una paura folle, la paura della morte. La stessa paura che ha costretto una donna americana, proprio in questi giorni, a dover agonizzare senza eutanasia a causa della follia religiosa dei suoi genitori. 

La paura della morte, la ricerca di una guida, la fusione in una massa: questi elementi si mescolano nel corpo unico di migliaia di persone in stato ipnotico accorse all'interno di quel grande magnete a tenaglia che è il colonnato del Bernini a piazza San Pietro. Questi elementi, e la voglia di appartenere alla schiera dei vincenti, sono quelli che sfrutta anche l'azzurro presidente del consiglio, anch'egli molto abile nel trucco televisivo e a tacitare a suon di accuse e di microfoni staccati i suoi critici ed ogni voce libera.

In un mondo nel quale la miseria e l'ignoranza vengono sfruttate da gente senza scrupoli, abile manovratice di greggi, abile baciapile in politica, possiamo capire la preoccupazione di S. Rushdie: "E forse... i Democratici americani perverranno a comprendere che oggi, in un'America spaccata esattamente a metà, avranno maggiormente da guadagnare opponendosi alla Christian Coalition e ai suoi adepti, e impedendo che la visione del mondo di Mel Gibson plasmi la politica sociale e la politica americana." Forse alcuni di noi pensano che sarebbe stato divertente se il cardinal Milingo avesse potuto diventare ora papa, sposandosi dopo... ciò avrebbe cambiato qualcosa. Invece adesso possiamo solo attendere che il gioco del potere scelga il suo prossimo padre-non eterno: nero fustigatore per la dottrina della fede, o abile organizzatore di incontri interconfessionali nella cordata alla conquista delle anime? 

Federazione dei Comunisti Anarchici

3 aprile 2005