76° Consiglio dei Delegati della FdCA
Fano, 19 settembre 2010
presso locali FdCA, Piazza
Capuana
Documento finale
Contrastare l'Unione Europea
che crea la sua ricchezza distruggendo i diritti e le libertà della classe lavoratrice europea
Il "salvataggio" della Grecia ha permesso alla UE di accelerare quell'accentramento di potere nelle mani delle istituzioni politiche e finanziarie europee per restituire alle imprese continentali quella competitività necessaria a non soccombere nello scontro globale per l'accesso ed il controllo dei mercati mondiali. Va in questo senso la creazione della "cupola" europea con compiti esecutivi di controllo e di indirizzo contabile sui bilanci degli stati membri.
Riduzione del costo del lavoro, riduzione della spesa pubblica, subordinazione della ricerca agli interessi della competizione economica: sono queste le tre cose da fare. Senza discutere, senza variabili o autonomie concesse agli stati nazionali, tranne il mandato di distruggere lo stato sociale dove c'è e impedire che si formi dove non c'è.
Dalla crisi si esce facendo le stesse cose che l'hanno prodotta, perseguendo nelle stesse scelte che la Banca Europea impone ormai da un lustro: rigore monetarista, aumento della produttività e moderazione salariale.
Si adeguino le legislazioni sul lavoro troppo garantiste che intralciano questo corso: i tempi di vita, i tempi di riposo, i tempi di ritiro esistono solo nel grande tempo delle aspettative decise altrove, della produttività e dello sfruttamento; e gli spazi di vita sono ormai gli spazi di lavoro, di ricerca del lavoro.
Si trasformino così quei milioni di lavoratori/trici della classe dei/lle salariati/e e sfruttati/e in milioni di vaganti e precari venditori della propria forza lavoro, manuale ed intellettuale, tanto nel privato quanto nel pubblico, percettori di reddito a intermittenza, titolari di diritti sempre più "disponibili", detentori di libertà sì, ma obbligatorie.
Che non siano più classe, che non siano più possibile fonte di lotte e di organizzazione, spezzata ogni autonomia e criminalizzata ogni resistenza, imbrigliata ogni dirompenza sociale dello sciopero, dello sciopero di categoria e dello sciopero generale.
Ogni paese europeo ha i suoi economisti, i suoi legislatori ed i suoi sindacalisti impegnati in questa opera di distruzione sociale e culturale.
Eppure il terrore finanziario che da Bruxelles si diffonde per tutta l'Europa viene abilmente temperato con bollettini di buone notizie sulla crisi. La Germania che sfonda il 3% della crescita serve a colpevolizzare quei vagabondi di lavoratori greci, spagnoli ed italiani, e raramente si dice che la Germania ha un disavanzo doppio di quello dell'Italia e che "cresce" esportando proprio in... Europa!
Ma la divisione dei lavoratori è una vecchia arma del capitale che funziona sempre, fino a far pensare che le deroghe ai contratti nazionali siano un bene e non una sonora fregatura!! Come succede in Italia alla FIAT di Marchionne e di CISL e UIL, sempre più trasformati da sindacato contrattuale in sindacato di mercato, impegnato a collaborare fattivamente per la difesa della singola azienda o il segmento di mercato a scala nazionale.
Riuscirà il terrorismo finanziario della UE a convincere i lavoratori europei ed immigrati e le loro organizzazioni sindacali che bisogna derogare e poi attenuare e poi abrogare nei codici come nei contratti di lavoro, di fatto e di diritto, tutto quello che il movimento dei lavoratori ha conquistato in questo continente dalla Prima Internazionale del 1864 ad oggi, lottando contro padroni prima liberisti, poi fascisti, poi socialdemocratici, poi di nuovo neo-liberisti?
Noi crediamo di no.
Le lotte di risposta e di resistenza ai provvedimenti governativi in Grecia come in Francia, in Irlanda come in Polonia, in Spagna come in Italia, in Ungheria come in Romania, mostrano una classe lavoratrice europea non doma, non sottomessa, non disposta a rassegnarsi ad un destino di schiavitù.
E' possibile ricostruire una nuova unità di classe. Ma dovremo prevedere ed evitare gli appetiti individuali alimentati dai contratti in deroga, contrastare i particolarismi, le reazioni e le divisioni di stampo razzista che vogliono i lavoratori immigrati sacrificabili, combattere le sirene di ricchezza localiste che attirano nel proprio territorio investimenti alla lunga improduttivi ed inquinanti (sindrome yimby).
E' allora necessario un grande sforzo di politica di classe che veda le organizzazioni di massa del sindacalismo conflittuale, le organizzazioni politiche del movimento anarchico di classe, della sinistra rivoluzionaria, antiautoritaria e libertaria, promuovere, sostenere ed alimentare la resistenza sociale ed economica, nei luoghi di lavoro come nel territorio, nell'opposizione materiale e culturale contro l'aggressione capitalistica dei diritti, del lavoro, dell'ambiente, della nostra vita di donne ed uomini che vivono e lavorano in Europa.
A questo lavorano i comunisti anarchici in Italia ed in Europa sostenendo e partecipando alle lotte, agli scioperi e alle mobilitazioni di questo autunno.
Contro il taglio dei diritti sociali, sindacali, ambientali!
Contro le politiche di rientro del deficit pubblico!
Per la redistribuzione della ricchezza, per l'autogestione della ricchezza sociale ed economica!
Per la libertà, l'uguaglianza e la giustizia sociale!
Consiglio dei Delegati
Federazione dei Comunisti AnarchiciFano, 19 settembre 2010