Commissione Sindacale

Reggio Emilia, 3 giugno 2012

presso la Casa Bettola in Via Martiri della Bettola

 

OdG:

 
  • La situazione attuale: crisi e lotte dei lavoratori

 

Verbale:

Presenti più di una decina di lavoratori e lavoratrici provenienti dall'Emilia, dalla Liguria, dalla Lombardia, dalle Marche e dalla Sicilia (in collegamento video); attivisti/e sindacali e/o rsu nel settore pubblico e privato (metalmeccanico, energetico, cartai, cooperativo, ferrovie, funzione pubblica, scuola, formazione professionale), nonché iscritti/e a diverse categorie della CGIL (FILCTEM, FIOM, FP, SLC) e dei sindacati di base (Confederazione Cobas, Unicobas, USB).

Partecipano ai lavori due esponenti bolognesi della rivista e blog "Connessioni (per la lotta di classe)".

Hanno comunicato con rincrescimento la loro impossibilità a partecipare, lavoratori toscani della CGIL della rivista "Difesa Sindacale".

Odg

1. Crisi e lotte dei lavoratori

Nel corso del dibattito sono stati proposti ed affrontati i seguenti punti:

1.1 La ristrutturazione capitalistica in atto e la sua ricaduta sociale vanno colte nella loro dimensione europea e non in riferimento al nazional-capitalismo. Siamo di fronte alla distruzione di qualsiasi vincolo imposto al capitale da decenni di lotte dei lavoratori su questioni fondamentali come la contrattazione collettiva ed il diritto del lavoro.
Ne deriva una imposizione autoritaria/repressiva che passa per la distruzione del diritto di coalizione dei lavoratori dentro il luogo di lavoro e in subordine per la negazione/espulsione dell'agibilità del sindacato rivendicativo/conflittuale.

1.2 Viene infatti eliminata la contrattazione collettiva; il contratto nazionale di lavoro svuotato. E' in atto la costituzione del livello aziendale quale unico riferimento contrattuale, costruito dall'impresa e gestito dai sindacati complici. L'aziendalismo si configura dunque quale deriva corporativa, basata sulla competizione fra lavoratori dentro la stessa impresa e tra lavoratori di una impresa rispetto a quelli di altre imprese in presenza di un ampio esercito di riserva.

1.3 Sono state significative le lotte espresse dallo sciopero del 9 marzo in poi della FIOM, durate 2 mesi. Queste lotte operaie, con al centro la categoria dei meccanici, hanno dimostrato la possibilità di avere un'ampia risposta sociale. Intanto il gruppo dirigente CGIL esprime e pratica la posizione adattiva concertata con parte del gruppo dirigente del PD. La conseguenza è il blocco/sospensione del conflitto nel quadro dello scontro sociale.

1.4 Appare però impossibile a breve ricostruire questo livello di lotte e questo livello di risposta. A breve "ci giochiamo" il sindacalismo rivendicativo/conflittuale e in particolare la FIOM, alla luce dello scontro interno alla CGIL.

1.5 Mantenere l'organizzazione sindacale rivendicativa/conflittuale (riorganizzata o ricostruita o nuova) sconta il dover continuare ad esistere come realtà significativa a fronte di un contesto "istituzionale" ostile e contrario ai lavoratori con rapporti di forza per noi negativi. Le azioni di aggregazione sociale sul territorio, sia quella agita dalla FIOM con la proposta di assemblee territoriali (vedi Assemblea Nazionale FIOM a Firenze del 27 maggio), sia quella uscita dall'Assemblea Nazionale del 26 maggio a Roma attorno alla USB, vanno nella direzione giusta. Non è il caso di farne una questione di sigle. La presenza militante degli attivisti sindacali comunisti anarchici sta dentro questo passaggio.

1.6 La posizione e l'azione del sindacalismo complice della CISL, elaborata e frutto della posizione neocorporativa sviluppata nel mondo cattolico si salda con l'azione ristrutturatrice della borghesia mondiale: ne consegue una americanizzazione delle relazioni sociali nel ridisegno della società. Lo conferma l'affermarsi ed il propagarsi della sussidiarietà nella destrutturazione dello stato sociale e nel suo sostituirsi ad esso. In questo passaggio storico, lo Stato -occupato da parte di una borghesia che oggi si esplicita in Italia nel governo dei tecnici- viene usato nel disegno di ristrutturazione della società, con un ovvio e preciso segno di casse, di dominio, di autoritarismo.