Commissione Sindacale FdCA
Reggio Emilia, 28 agosto 2011
presso la Casa Bettola in Via Martiri della Bettola
6 settembre, sciopero generale di lotta e indignazione
Lo sciopero generale indetto per il 6 settembre dalla CGIL e da una nutrita schiera di sindacati di base giunge in un momento cruciale per le sorti della classe lavoratrice italiana, sullo sfondo di una crisi continentale sempre più violenta nei confronti delle condizioni di vita dei proletari europei.
Si tratta di una risposta resa necessaria dall'estrema ingiustizia sociale che la doppia manovra estiva imposta dal governo Berlusconi insieme a Confindustria e sindacati di mercato sta diffondendo nel paese, colpendo salari, diritti e tutele sindacali, deprimendo senza apparente via di scampo la dignità di vita di centinaia di migliaia di lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati, migranti.
Dopo le manifestazioni dell'autunno/inverno 2010, con le forme estreme di resistenza di migranti e precari, dopo gli scioperi della scorsa primavera, il movimento dei lavoratori e di tutte le realtà sociali di base che nel paese si stanno battendo da 2 anni contro la crisi si ripropone come soggetto di lotta e di resistenza, per riportare nelle piazze di tutti i capoluoghi di provincia la protesta e l'indignazione che serpeggia da mesi nel paese.
L'ingiustizia sociale sempre più diffusa e le difficili condizioni di vita dei proletari italiani sembrano aver fatto breccia nel monolitismo della riluttante dirigenza della CGIL, costringendola ad una scelta di lotta in netto contrasto con le sue ultime scelte neo-consociative dello scellerato patto del 28 giugno con governo e parti sociali e l'avviso comune del 4 agosto scorso con la Confindustria e i banchieri.
Quei sindacati di base che hanno indetto a loro volta lo sciopero generale aggregandosi in un coordinamento nazionale sembrano poter restituire speranze verso un nuovo protagonismo di realtà organizzate significative in alcuni settori.
La violenza dell'attacco sferrato costringe alla mobilitazione ed alla cooperazione le forze sindacali di opposizione ed i movimenti sociali e di lotta che nella società esprimono un disagio sempre più forte ed incontenibile.
Fare sì che il 6 settembre non resti una giornata isolata in un autunno di lotta alla manovra finanziaria ed alla crisi dei padroni dipenderà dalla forza di resistenza e di manifestare dissenso ed indignazione proprio da parte delle componenti sociali e sindacali più conflittuali, quelle che non hanno nulla da perdere, che non hanno poltrone dirigenziali e privilegi da difendere.
Le componenti conflittuali nella CGIL ed il sindacalismo di base sono attesi ad altre manifestazioni di lotta e di riaggregazione per non pagare la crisi del capitale.
La lotta dei lavoratori italiani è la lotta dei lavoratori europei, la convergenza del sindacalismo conflittuale (tendenzialmente a prassi libertaria) è la speranza di riorganizzare la risposta dei proletari italiani ed europei.
La FdCA invita tutti gli attivisti sindacali anarchici e libertari, tutte le realtà di base nei luoghi di lavoro e nella società a partecipare allo sciopero del 6 settembre per chiedere il ritiro della manovra, per costruire unità e resistenza di classe contro la crisi, contro la repressione ai danni degli attivisti sindacali, per costruire un'alternativa solidale e libertaria.
Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti AnarchiciReggio Emilia, 28 agosto 2011