7° Attivo Nazionale sull'intervento sindacale

Fano, 9 dicembre 2012

 

Relazione su: la situazione ENEL

 

Il 5 novembre scorso, le organizzazioni sindacali FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL, UILM-UIL hanno sottoscritto un Accordo Quadro sulla "Occupabilità" vagliato nelle assemblee dei lavoratori che riguarda l'occupazione in ENEL. Questa esigenza deriva dal fatto che in un primo momento l'ENEL aveva dichiarato un esubero di un migliaio di lavoratori nel settore della produzione, giustificando la sua scelta dal fatto che la crisi economica e la conseguente diminuzione di richiesta di energia elettrica( in particolare nel settore industriale -8% nel periodo 2003-2011), insieme ad un aumento degli impianti incentivati, fotovoltaico eolico e altre forme di energie alternative, mette in crisi il sistema di produzione di energia elettrica in Italia.

Inoltre la prossima chiusura di alcune centrali obsolete a olio combustibile con scarso rendimento e che non rispondono più ai vincoli ambientali oltre alla difficoltà di nuove autorizzazioni per nuovi impianti, fanno si che le società produttrici in Italia: ENEL, E.ON ( società tedesca operante anche in Italia), EDISON ( società legata alla francese EDF) dichiarino personale in esubero e richiedano l'utilizzo degli ammortizzatori sociali quali cassa integrazione e mobilità.

L'accordo prevede la ricollocazione e il prepensionamento del personale più anziano, ma mentre in ENEL è possibile la ricollocazione nell'ambito della distribuzione e quindi con l'accordo si è riusciti a scongiurare la cassa integrazione, nelle altre società, essendo società di sola produzione a parte un numero esiguo di persone che verrà ricollocata in Italia e all'estero, per il resto si userà la cassa integrazione e la mobilità.

Se da una parte, nel settore della produzione, si parla di prepensionamento e di ricollocazione, nella distribuzione invece da sempre in situazione di sofferenza, di unità operative sotto-organico in conseguenza del mancato turnover e dell'esodo incentivato utilizzato da anni dall'ENEL per ridurre il personale, l'accordo prevede nuove assunzioni.

Per far posto alle nuove assunzioni e ai ristrutturati della produzione si procederà ad accompagnare in pensione, incentivando all'esodo, anche i lavoratori più anziani della distribuzione, tramite accordo sindacale utilizzando l'art. 4 della legge 92/2012 "in materia di riforma del mercato del lavoro", utilizzando questo strumento saranno accompagnati in pensione nel biennio 2013/2014 fino a 3.500 lavoratori.

Ciò consentirà un ricambio generazionale per assunzione di giovani attraverso l'istituto dell'apprendistato in modo da garantire un passaggio di competenze. Sarà quindi definito con un ulteriore accordo sindacale, contestualmente ad un piano di uscite, un piano di assunzioni.

Il contesto in cui si trova ad operare l'azienda ENEL oggi, si inserisce in uno scenario internazionale ed europeo di crisi economica e finanziaria con prospettive di ripresa molto lenta, di conseguenza anche la domanda di energia è relativamente bassa anche in prospettiva.

Situazione che viene compensata da fattori di positività in economie emergenti la dove l'ENEL si trova ad operare come l'America Latina e l'Est-europa (sono circa 70.000 i dipendenti dell'ENEL nel mondo di cui 30.000 in Italia, in conseguenza della avvenuta acquisizione di società di produzione e distribuzione di energia elettrica all'estero).

All'interno di questo scenario la multinazionale ENEL vuole mantenere i suoi obiettivi di business e di leader del settore in Spagna e in Italia e di sviluppo in America Latina, Est-europa e nelle fonti rinnovabili.

Oltre a questo scenario a fine anno scadrà il contratto. Questo contratto riguarda tutte le imprese del settore elettrico che svolgono attività di produzione, trasformazione e trasporto, distribuzione di energia elettrica, Per il suo rinnovo è già stata presentata alcuni mesi fa, una piattaforma unitaria ma al momento non vi è nessuna novità di rilievo.

Criticità molto forti nel settore della distribuzione, specialmente in Lombardia, con mancanza di personale ormai cronica, con lavoratori costretti ai doppi turni di reperibilità e ad un aumento dei carichi di lavoro.

Vertenze sempre aperte su assunzioni e riorganizzazione delle unità operative ma sempre con grande difficoltà con tavoli di trattativa che si spostano sempre più a livelli centrali e poca adesione alle lotte. Per discutere del recupero economico sulle indennità dei due anni precedenti si devono aprire vertenze regionali, per un piano di assunzioni anche locale le decisioni vengono da Roma.

In questo modo le RSU non hanno nessun potere di trattativa, ci rimangono compiti di vigilanza a far rispettare gli accordi sottoscritti a cui l'ENEL ultimamente tende a non rispettare.