Attivo Nazionale sull'intervento sindacale
N° 6
Reggio Emilia, 14 marzo 2010
"Rafforzare la presenza degli attivisti sindacali anarchici e libertari nella CGIL e nel sindacalismo di base
Rafforzare una prassi sindacale conflittuale e di classe"
Attivo sindacale del 14 marzo a
Reggio Emilia a cui hanno partecipato attivisti sindacali dalla Emilia Romagna,
dalla Lombardia, dalla Liguria, dalle Marche e dal nord-est, appartenenti a
diverse categorie
del pubblico e del privato.
Il XVI Congresso della CGIL si avvia alla conclusione della sua fase di base, provinciale e regionale. Esso si sta svolgendo in una situazione di gravissimo attacco capitalistico alle condizioni di vita e di lavoro in Italia; attacco che punta a disarmare ogni difesa sindacale e giuridica dei lavoratori, a sottrarre il lavoro ad ogni forma di tutela contrattuale, a spezzare i rapporti di forza a favore dell'arbitrio e delle esigenze capitalistiche.
In questi mesi, diversi attivisti sindacali anarchici e libertari hanno contribuito in diverse province e regioni (pensiamo ad esempio alla Emilia, alla Lombardia, alla Liguria, alle Marche, al Veneto ed al Friuli) alla campagna per l'affermazione del documento "La CGIL che vogliamo" sia all'interno delle categorie che della confederazione. Si è trattato di un impegno congressuale che si è sviluppato dalle assemblee nei luoghi di lavoro fino alle assise provinciali e regionale, per proseguire a livello nazionale.
Insieme ad altre compagne e compagni che si sono impegnati nella promozione del documento 2, gli attivisti sindacali anarchici hanno cercato, nelle assemblee di base, di garantire una reale prassi democratica interna, allargando gli spazi di dibattito e di confronto sulle questioni di fondo e con il coinvolgimento dei lavoratori/lavoratrici anche non iscritti/e alla CGIL.
L'intervento dei comunisti anarchici è stato indirizzato costantemente alla creazione di uno spazio comune per il raggiungimento di tre obiettivi prioritari:
Il Congresso ha risposto solo parzialmente alle sfide che aveva di fronte. Solo laddove la presenza dei militanti sindacali di classe, anche estranei all'apparato burocratico, ha permesso un reale confronto, i lavoratori e le lavoratrici hanno potuto esercitare quella democrazia congressuale essenziale per il rilancio dell'attività sindacale e l'impegno nei posti di lavoro. Altrove purtroppo la CGIL non ha saputo dimostrare di essere rimasta estranea a quel clima di impoverimento della democrazia ormai imperante nel paese, e si è limitata a una rituale autocelebrazione.
I prossimi anni si annunciano come decisivi per le scelte della CGIL rispetto al ruolo che intende avere nei confronti dei grandi mutamenti organizzativi e giuridici che il capitalismo e lo Stato stanno apportando al mondo del lavoro e rispetto a quale ruolo intende avere nei rapporti di forza per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle libertà sindacali.
Il contributo degli attivisti sindacali anarchici e libertari nella CGIL intende, all'indomani della fase congressuale, puntare alla costruzione di forme di coordinamento locale e nazionale, informali o strutturate, che facciano tesoro della esperienza congressuale e che rafforzino il coordinamento ed i legami di collaborazione e di solidarietà costruiti in questi mesi, affinché trovino una risposta le domande di democrazia interna, di partecipazione, di costruzione di opposizione, le indicazioni di lotta contro le scelte del padronato e le tentazioni di omologazione di parte della burocrazia interna.
Nei prossimi mesi anche parte del sindacalismo di base si accinge a portare a termine un percorso di unificazione che vede come protagonisti RdB ed SdL.
A quasi 20 anni dalla nascita del sindacalismo di base in Italia, si tratta di una ulteriore tappa di un tormentato processo che non sembra risolvere nel breve termine le difficoltà in cui versa la galassia dei sindacati di base, né sembra porsi come punto di riferimento immediato, viste le divisioni da cui esso nasce.
Eppure anche in questo caso, il ruolo degli attivisti sindacali su posizioni di classe può risultare importante nel riprendere percorsi di coordinamento e di federalismo delle lotte, il cui scopo è fondamentalmente quello dell'unità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il compito degli attivisti sindacali anarchici e libertari è e sarà sempre quello di favorire ogni forma di rete e di federabilità delle esperienze del sindacalismo conflittuale che siano espressione di ogni forma auto-organizzata alla base e dal basso.
Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici
Reggio Emilia, 14 marzo 2010