L'INFLUENZA GLOBALE DEL PIATTAFORMISMO OGGI: SUDAFRICA
intervista con il Bikisha Media Collective
Il Sud Africa è un paese in cui l'influenza piattaformista ha avuto un enorme impatto sul nascente movimento anarchico. Il Bikisha Media Collective (BMC) è una giovane organizzazione piattaformista che proviene dall'esperienza della Workers Solidarity Federation, dissoltasi nel 1999. Il Bikisha ha una presenza attiva in parecchi movimenti sociali e nelle lotte popolari, continua a porsi come esempio ispiratore di ciò che si può realizzare quando gli anarchici si organizzano. La Nefac ha sempre mantenuto buoni rapporti con il BMC e siamo felici di includere in questo numero di NEA un'intervista con Michael Schmidt, che è il segretario internazionale del BMC. L'intervista è a cura di Mark del gruppo Nefac Class Against Class di Boston.
Per iniziare puoi delineare la storia dell'anarchismo di classe in Sud Africa?
BMC: Le prime notizie su un'attività anarchica in Sud Africa risalgono al 1870, quando la bandiera nera sventolò sulle miniere di diamanti di Kimberley durante un conflitto industriale. Si ritiene che parecchi esuli della Comune parteciparono a questo evento. Tra il 1896 ed il 1905, alcuni anarchici portoghesi furono deportati in Mozambico. Fu lì, all'alba del XX secolo, che il tipografo anarchico Jose Estevan, una volta uscito di prigione, mise in piedi la prima organizzazione anarchica mai vista nella regione: la Lega Rivoluzionaria di Lourenço-Marques, l'antico nome della attuale capitale Maputo. L'anarchismo emerse in Sud Africa nel 19° secolo, soprattutto grazie al lavoro pionieristico di Henry Glasse. Ma fu solo agli inizi del '900 che il movimento iniziò ad assumere forme più organizzate.
La Federazione Socialdemocratica, fondata a Cape Town, comprendeva sia anarchici che radicali o riformisti (il fondatore della SDF, Wilfrid Harrison, amava definirsi un filosofo anarchico). "La Voce del Lavoro", un settimanale radicale operaio, uscì nel 1908 ed iniziò a diffondere le idee anarcosindacaliste ed anarchiche con maggiore frequenza, finché nel 1910 nacquero due organizzazioni simili all'IWW: il Socialist Labour Party e l'IWW, richiamandosi così alle frazioni uscite dalla scissione dell'IWW madre in USA sul tema della "azione politica". Inutile dire che tra le due fazioni non avevano buoni rapporti!
Nel 1915, ci fu un significativo sviluppo: la fondazione della Lega Socialista Internazionalista che riuscì a riunire i veterani dei 2 defunti gruppi IWW, più un gruppo di radicali antimilitaristi che avevano abbandonato il destrorso Partito Laburista Sud Africano. La Lega Socialista riprese la linea dell'IWW: non si definirono mai anarchici, sempre devoti ad un sindacalismo rivoluzionario industriale che avrebbe unito i lavoratori sudafricani al di là della razza, dell'etnia, delle professionalità.
All'epoca la forza lavoro sud-africana era divisa su basi razziali, con i lavori più professionali affidati ai bianchi ed i lavori a basso contenuto professionale ai neri (con contratti rigidi e stretto controllo su residenza e spostamenti); mentre Indiani, un vasto gruppo di mezzo-sangue e i bianchi poveri ricoprivano le fasce intermedie.
La Lega Socialista provò a riformare i sindacati bianchi in direzione IWW, ma senza successo e nonostante i suoi militanti fossero diventati sindcalisti radicali nei sindacati di Witwatersand. Nel 1917 iniziarono i tentativi di sindacalizzare altri lavoratori: la Lega contribuì alla nascita dell'Industrial Workers of Africa (IWA, inizialmente chiamata IWW per un solo mese) nella città di Johannesburg, quale primo sindacato dei lavoratori neri nella storia del paese e probabilmente in tutte le colonie inglesi in Africa. Nello stesso anno venne fondata la Indian Workers Union a Durbam; nel 1919 segurono due sezioni a Kimberley, radicate nella forza lavoro nera del posto; poi la Clothing Workers Industrial Union (abbigliamento) in altri centri e quindi la Horse Drivers Union (trasporti).
Nel 1918 a Cape Town sorse la Industrial Socialist League (IndSL), quale scissione della International Socialist League (ISL): questa vedeva le elezioni come un trampolino per la propaganda, mentre la prima aveva un programma rigidamente anti-elettorale. La IndSL lanciò un mensile intitolato ironicamente The Bolsheviks (al tempo sinonimo di "insurrezionalista") e costituì un sindacato soprattutto tra i lavoratori neri delle fabbriche; si chiamava Sweet and Jam Workers Industrial Union. Come i loro ex-compagni della ISL divennero influenti nella principale federazione sindacale di Cape Town, ma senza riuscire a spostarne la linea verso l'anarco-sindacalismo.
Dal 1917 in poi, la formazione di sindacati tra i neri, gli indiani ed i coloreds segnò una tappa importante per gli anarchici e gli anarco-sindacalisti sud-africani. L'IWW ed il Partito Laburista avevano cercato, prima della Grande Guerra, di opporsi ai pregiudizi razziali tra i lavoratori bianchi, propagandando un sindacalismo inter-razziale, ma restarono quasi sempre radicati tra i bianchi.
La maggior parte degli iscritti dell'ISL e dell'IndSL erano bianchi, operai, molti ebrei dell'est Europa, scozzesi ed irlandesi. Ma con la nascita nel 1917 dei sindacati inter-razziali, la composizione del movimento anarco-sindacalista cambiò radicalmente, (anche in opposizione a partiti come ISL e IndSL).
I leaders neri, indiani e colored in questi sindacati adottarono presto le idee anarco-sindacaliste, entrarono nell'ISL o le portarono nell'African National Congress (ANC), che tra il 1918 ed il 1919 ebbe una significativa presenza anarco-sindacalista nella sua leadership. Per ISL, IndSL ed i sindacalisti di questi partiti, i sindacati industriali rivoluzionari erano lo strumento per raggiungere alcuni scopi: unire i lavoratori attraverso le razze, combattere i pregiudizi razziali, fornire le basi per una campagna di massa contro le leggi razziali, gettare le basi per far fuori i capitalisti e promuivere l'autogestione operaia.
Nel 1921, ISL, IndSL e Partito Laburista furono decisivi nella costituzione del Partito Comunista (PC). Fu la fine della prima ondata dell'anarchismo organizzato in Sud Africa. Sebbene alcuni dirigenti del PC continuarono a mantenere posizioni sindacaliste ed anti-razziste, vedi Percy Fisher, ci furono pesanti purghe all'interno del partito negli anni '30 grazie all'influenza delle idee staliniste, al prestigio dell'URSS; infine il sorgere del trotzkismo e del nazionalismo nero contribuirono col resto al declino delle correnti libertarie. Gli espulsi dal PC passarono da posizioni libertarie al trotzkismo (Frank Glasse a Cape Town) o al nazionalismo (Johnny Gomas a Kimberley).
Molti degli iscritti neri, indiani o colored dei sindacati collegati alla ISL o alla IndSL entrarono nel PC. L'IWA venne assorbita in un più grande sindacato dei neri, la ICU, fondata nel 1921, che succedeva ad un sindacato con lo stesso nome nato a Cape Town nel 1919, cooperando con l'IWA tra i portuali.
La ICU adottò il preambolo dell'IWW e la retorica dello sciopero generale, ma non può più essere considerato un vero sindacato: lo sciopero generale rivoluzionario conviveva a fatica col millenarismo nazionalista e con ideologie tradizionali in un melange instabile che sopravvisse fino al 1940, benché fosse già morto alla fine degli anni '20.
In seguito alla morte della ICU, l'anarchismo e l'anarco-sindacalismo vissero di luce fioca all'ombra dello stalinismo e del nazionalismo nero. Durante la Rivoluzione Spagnola del 1936-39, parecchi sud-africani combatterono per la repubblica contro i fascisti, erano tra i 40.000 volontari giunti in Spagna da 53 nazioni, ma non si sa con certezza quanti di essi fossero anarchici.
Anche se alcuni materiali anarchici erano reperibili in Sud Africa solo presso la libreria radicale Vanguard Books di Johannesburg e se dopo il 1950 l'anarchismo era stato messo fuori legge insieme al PC, è solo nel 1980 che inizia una nuova generazione, una seconda ondata di anarchismo organizzato vede la luce.
Dopo che nel 1961 l'ala militare (MK) dell'ANC adottò la lotta armata, parecchi libertari vi si unirono. Si sa di almeno un bianco anarchico insegnante in una scuola di neri, tale Thomas Meyer che entrò nel MK come anarchico ed operò nel nord ed in Botswana.
Nel 1968 ci fu una rinascita dell'interesse degli studenti verso l'anarchismo, alla luce del maggio francese. Nell'università di Witwatersand, allora bianca, 3 studenti furono eletti in una lista anarchica per le rappresentanze degli studenti, ma la loro iniziativa fu presto assorbita dai Trotzkisti e dai gruppi comunisti autoritari.
Dopo gli scioperi del 1973 a Durban, il movimento sindacale nero (che era moribondo dagli anni '20, tranne che per lo sciopero dei minatori del 1946) riprese forza e sviluppo. Tra i leaders spiccava Rick Turner che fu assassinato nel 1978, pare da uno squadrone della morte.
Nel 1985 venne fondato il sindacato COSATU (Congress of South African Trade Unions) ed il sindacalismo a tendenza operaista era molto forte. Il nuovo sindacato fu subito scosso da un vigoroso dibattito tra l'ala sindacalista e quella populista del PC che voleva un'alleanza con gli inter-classisti dell'ANC. La spuntarono i populisti, ma la corrente sindacalista rimase molto forte.
Negli anni '80, i giovani bianchi ed in parte indiani coinvolti nella subcultura punk ebbero il merito di far rinascere l'anarchismo, mentre cominciavano ad esserci anarchici neri in diverse città. Le fanzines punk erano la fonte principale di scrittura anarchica all'epoca anche se le analisi sulla situazione del Sud Africa erano alquanto deboli, ma non poteva essere altrimenti viste le premesse. Il movimento non aveva alcuna forma organizzata, nessuna piattaforma e nessun effetto sulle lotte di quel periodo, tranne che per la cultura di resistenza di stampo antimilitarista ed antirazzista.
Nel 1992, due anni prima della fine dell'apartheid, ma in pieno neo-fascismo, con gli squadroni della morte sponsorizzati dallo Stato, la leva obbligatoria, e le guerre intestine su vasta scala tra i movimenti di liberazione come l'ANC, nacque un gruppo chiamato Anarchist Revolutionary Movement (ARM). La sua incoerenza lo rendeva poco efficace. Una parte rimase all'interno del ghetto del contro-culturale, mentre la parte universitaria che pubblicava la fanzine Revolt iniziò a lavorare nel movimento studentesco con un certo successo e sviluppando una militanza interrazziale. Comparve una prima analisi della situazione del Sud Africa che individuava un legame tra lotta contro l'apartheid e lotta anticapitalista, e chiedeva una democrazia operaia invece di un regime post-coloniale. Uscì la rivista Unrest.
Oggi possiamo dire che l'ala studentesca dell'ARM era alquanto dogmatica ed estremista. Nel 1995, dopo le elezioni generali a suffragio universale che portarono l'ANC al potere, l'ARM divenne la Workers Syndicalist Federation (WSF), che giunse a contare nel 1999 circa 40 militanti di cui l'80% neri ed operai. La WSF venne fortemente influenzata dal piattaformismo del WSM irlandese e produsse un rigoroso pacchetto di giornali e materiali che compaiono oggi on line nella sezione "pamphlets" del sito Zabalaza. Il lavoro teorico della WSF ha avuto una grande importanza per l'anarchismo sud-africano e continua a fornire le basi ideologiche per gli anarchici organizzati di oggi. LA WSF all'inizio nasce a Johannesburg, ma presto si unifica con gruppi di Durban e di CapeTown, diventando la prima organizzazione anarchica nazionale dopo il 1910. Pubblicava il semestrale Workers Solidarity che incorporò Unrest.
Agli inizi degli anni '90 a Durban nacque la Durban Anarchist Federaztion (DAF) che comprendeva 3 gruppi: un collettivo per la propaganda, un collettivo verde, un collettivo femminista "riot grrl". Il primo collettivo era noto come Awareness League, poi come Land & Freedom e per tutti gli anni '90 aveva pubblicato il giornale "Freedom" che era in lingua inglese e zulu. Land & Freedom è diventato oggi Zabalaza Books (ZB). La DAF all'inizio lavorava a fianco della WSF, ma respinse la proposta di fusione, benché una sezione della WSF a Durban venne comunque costituita. La DAF si trasformò in Anarchist Workers' Group (AWG) alla fine degli anni '90, ma si sciolse alcuni mesi dopo per problemi politici interni e per incompatibilità personali. Il loro scioglimento è probabilmente dovuto al fatto che avevano ripudiato il piattaformismo, puntando ad un gruppo di affinità organizzato su una debole base amicale. In pratica, accadde che quando i militanti litigarono, l'AWG venne meno perché il loro cemento politico non era sufficientemente forte.
La WSF ha promosso manifestazioni operaie, occupazioni studentesche, lavoro di propaganda; ha persino flirtato con l'idea di costituire un sindacato! Essa si percepiva come una gruppo politico specifico e non come un sindacato, come l'IWW o la CNT. La WSF si vedeva più come una FAIberica, con la tendenza a lavorare nei sindacati esistenti piuttosto che puntare a costruire sindacati rossi. Ha anche mantenuto rapporti internazionali con anarchici in altri paesi africani, ma prima della nascita della SIL non aveva avuto rapporti con gruppi latino-americani, per ragioni di lingua. Grazie al coinvolgimento nella SIL queste barriere sono cadute e ci vediamo molto più vicini ad un'organizzazione come la FAG brasiliana che non ad organizzazioni europee o del Nord America.
Nell'agosto 1998, dopo una conferenza a Lusaka nello Zambia, è nato l'Anarchist & Workers' Solidarity Movement (AWSM): è il primo gruppo anarchico nell'Africa Centrale dai tempi della ICU che aveva 100.000 iscritti in Zambia nel 1927. L'AWSM era composto di studenti e lavoratori, ha avuto stretti contatti con la WSF, ma si è sciolto nel 1999, dopo la morte per malaria del suo fondatore, l'autodidatta anarchico Wilstar Choongo.
Nel 1999, la WSF si è sciolta per una serie di ragioni, di cui le più importanti sono: una debole livello di istruzione interna che portava ad inefficienza organizzativa; l'idea che fosse prematuro lanciare una specifica organizzazione politica anarchica, dovuta alla classica mentalità da ghetto dell'estrema sinistra per cui se si parte in pochi, si resta in pochi perché si è in pochi per essere un'alternativa attraente per i lavoratori); il fatto che le condizioni oggettive della classe operaia erano cambiate. Negli ultimi 2 anni queste condizioni oggettive sono ancora mutate e la classe dà segni di mobilitazione contro il regime neo-liberista dell'ANC.
Come si è formato il Bikisha Media Collective?
Gli ex-militanti della WSF decisero di impegnarsi sull'obiettivo di fare gli anarchici piuttosto che fare un'organizzazione. In altre parole, l'obiettivo strategico si è spostato dal convincere la gente ad entrare in un'organizzazione verso la più ampia diffusione di rilevanti materiali anarchici presso il più ampio numero di lavoratori, soprattutto quelli giovani e neri. Le basi per una futura azione anarchica possono essere gettate in questo modo. Nel 1999, 2 progetti (non organizzazioni) erano prioritari: il Bikisha Media Collective, fondato nel 1999 e Zabalaza Books, che era già nato a Durban. Entrambi lavorano a stretto contatto per produrre e diffondere un'ampia gamma di opuscoli, materiali ed il giornale Zabalaza, giunto al 4° numero.
I militanti sono coinvolti nella lotta di classe: per esempio il Bikisha fa parte del Forum Anti-Privatizzazione di Johannesburg, Zabalaza Action Group è nel Forum dei cittadini in mobilitazione in Durban. L'obiettivo principale dei progetti è fornire sostegno teorico e pratico per i movimenti sociali che stanno emergendo.
In che modo il piattaformismo ha influenzato la vostra attività?
Il piattaformismo si è dimostrato essere uno strumento vitale nel saldare in un'organizzazione un nucleo forte di anarchici di classe negli ultimi 10 anni. Ci ha dato gli strumenti organizzativi ed intellettuali necessari ad affrontare i compiti che ci aspettavano. L'esperienza come WSF ci aveva consentito di analizzare la transizione sud-africana senza cadere nel sentimentalismo e puntando sull'attivismo pratico.
Fin dalla fondazione del BMC, con la Workers' Library & Museum, siamo riusciti a ricavare uno spazio indipendente ed anti-governativo nonostante l'ostilità dell'ANC, del PC, la bancarotta finanziaria e la corruzione. Tutto ciò ci ha aiutato a porci come attivisti seri, tenaci, pragmatici e costruttivi con cui i comunisti ed al tre forze hanno dovuto fare i conti, perché benché pochi, siamo nel cuore dei nuovi movimenti sociali. Il piattaformismo ci ha aiutato ad acquisire sicurezza, a trovare l'essenziale e l'autodisciplina necessaria nelle lotte. Ora siamo al punto di essere pronti a costituire una federazione anarchica regionale basata tra i neri più poveri, sulle barricate dei movimenti sociali.
Vi definite un gruppo di propaganda. Avete in programma di unirvi con altri gruppi anarchici del paese ed eventualmente formare una federazione anarchica più compiuta?
Siamo stati uniti dal principio in una rete regionale anarchica e cooperiamo su diversi progetti. Molti di questi hanno una militanza incrociata. In breve gli elementi della rete regionale sono:
In più c'è lo Smithfield Study Group, un gruppo rurale nel Free State, che lotta contro lo sfratto della fattorie ed i fattori neonazisti. La loro enfasi sul fascismo piuttosto che sul capitalismo come primo nemico, lo rende l'unico gruppo con una sostanziale differenza rispetto al BMC. Ci sono anche individualità anarchiche in centri come Khayelitsha, Pretoria e alcuni quartieri di Johannesburg.
Contiamo circa 122 militanti neri, 13 bianchi, 1 indiano, i colored e circa 1/4 sono donne, cosa che segna un punto di debolezza, ma che crediamo possa migliorare man mano che interveniamo nei movimenti sociali. La distribuzione "razziale" riflette abbastanza la popolazione nazionale. La maggior parte dei militanti sono giovani neri di città disoccupati, ma uno dei nostri militanti più anziani è un 42enne della generazione di militanti del '76.
Il livello di esperienza, di chiarezza teorico/pratica sull'anarchismo, di entusiasmo variano, ma abbiamo alcuni militanti instancabili che farebbero ben 4 ore a piedi per partecipare ad una riunione. I militanti sono soprattutto appartenenti alla working class e provengono da esperienze diversificate, compresi il Partito Comunista, le tendenze trotzkiste, il PAC, l'ANC e persino l'IFP. Ci sono militanti di religione cristiana, mussulmana ed atei. Non abbiamo un braccio armato, ma la nostra esperienza collettiva in queste cose è notevole: abbiamo militanti che durante l'apartheid erano di leva nell'esercito, ed altri che era nella milizia di base territoriale.
Il 16 dicembre 2002, a Soweto, il BMC, Zabalaza Action Group (ZAG), Zabalaza Books (ZB) e Anarchist Black Cross (ABC) proposero durante un convegno con Shesha Action Group (SAG) e la People's Library (PL) di fondare una federazione anarchica regionale chiamata Zabalaza Anarchist Communist Federation (ZACF). Il nome riflette la forza del comunismo ugualitario nel nostro paese. Venne proposta la ZACF in seguito alla rapida espansione del movimento anarchico sud-africano, nelle aree di Gauteng, Durban e CapeTown in particolare (qui è triplicato in un solo anno); perché c'era il bisogno di coordinamento tra questi gruppi al fine di misurarsi con le dinamiche dei nuovi movimenti sociali sia nelle aree urbane che in quelle rurali; perché c'era la necessità di unire il movimento anarchico sud-africano su chiare linee politiche, tattiche e strategiche e fornire un approdo ai veri rivoluzionari di base; ed infine c'era il bisogno di di una efficace strategia anarchica per combattere lo sfruttamento capitalistico e la repressione statale, nonché per instillare la prassi anti-autoritaria all'interno dei movimenti sociali.
Non vogliamo costruire un'organizzazione solo per le sue finalità, ma anche
La proposta di fare la ZACF include anche:
PRINCIPI: la ZACF è fondata su principi rivoluzionari comunisti-anarchici. Per anarchismo intendiamo l'opposizione ad ogni forma di autorità, sia essa sociale, politica od economica; per comunista noi intendiamo un modo di produzione e distribuzione basato sul principio "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo le sue necessità". La federazione si batte per la democrazia diretta, per l'uguaglianza funzionale, per il federalismo orizzontale, per l'autogestione operaia, per l'anticapitalismo e l'anti-statalismo rivoluzionari. La ZACF ha le sue radici nell'orgogliosa tradizione di lotta di più di 140 anni di storia comunista-anarchica di quegli anarchici come Thomas Thibedi, Bernard Sigamoney, Kapan Reuben e Talbot Williams, i quali fondarono i sindacati rivoluzionari in Sud Africa nel 1917-1919. La federazione pone le sue radici nella Piattaforma dei Comunisti Libertari del 1926: nel federalismo, nell'unità tattica e teorica, nell'azione e nella responsabilità collettive.
STRUTTURA: la ZACF è una federazione orizzontale di progetti anarchici, gruppi ed individui, uniti in una comune causa rivoluzionaria. Ogni gruppo, ogni progetto, ogni individuo mantiene la sua autonomia di azione, a meno che la maggioranza della federazione non la giudichi in contraddizione con l'attività della federazione o dei principi anarchici. Le precedenti attività dei vari gruppi: pubblicistica, sostegno ai detenuti, etc., continueranno anche una volta dentro la ZACF. La federazione decide i propri progetti unitari all'interno del suo congresso annuale e mantiene costanti contatti fra tutti i militanti per garantire l'efficiente coordinamento di tutti gli obiettivi.
MILITANTI: L'adesione alla ZACF è riservata a garantiti e convinti rivoluzionari anarchici che sono d'accordo nell'accettare i principi della federazione e che fanno intervento politico nei movimenti sociali di classe. Può diventare militante un individuo (su invito) o un gruppo i cui militanti aderiscano tutti alla federazione.
FUNZIONI: le funzioni primarie della ZACF sono
CONGRESSI: la ZACF tiene il suo congresso regionale una volta all'anno in cui decide la tattica e la strategia della federazione per l'anno successivo. In caso di necessità, la maggioranza della federazione può convocare un congresso regionale straordinario con un mese di preavviso. Le conferenze di organizzazione a carattere sub-regionale si tengono nei principali luoghi di intervento 4 volte all'anno o più frequentemente se necessario. Il congresso di fondazione decide le regole del meccanismo decisionale per i congressi e le riunioni (compreso quel che si intende per "maggioranza"), in conformità con i principi anarchici e della Piattaforma. Le decisioni siano prese se possibile all'unanimità. Il congresso può eleggere commissioni revocabili che gestiscano i progetti della federazione. Ogni gruppo ed ogni commissione tiene le sue riunioni ogni volta che lo ritiene necessario per assicurare efficacia ed efficienza.
Gli anarchici ed i gruppi anarchici di tutto il paese stanno votando sulla proposta con l'intento di redigere una bozza di statuto da sottoporre al dibattito per il congresso di fondazione della ZACF entro il 2003, possibilmente il 1° Maggio.
Quali sono le maggiori difficoltà nella lotta di classe nel Sud Africa post-apartheid?
Ci sono 2 serie di questioni, pratiche e politiche. I problemi pratici hanno a che fare con l'estrema povertà della gente (il 75% non può contare su una sicurezza alimentare, da cui le comunità agricole anarchiche). Questo vuol dire che i nostri attivisti e quelli con cui lavorano spesso non mangiano regolarmente e non hanno denaro per il telefono o per i mezzi di trasporto, cosa che rende difficile tenere le riunioni. Povertà significa pure che i progetti concreti vengono rimandati per mancanza di fondi e che il BMC e lo ZB (che hanno militanti occupati) procurano materiale da costruzione o arnesi. Un altro problema pratico è il sistema di lavoro migrante, combinato con gli obblighi tradizionali che figli e figlie urbanizzate devono assolvere nelle aree rurali di provenienza. Ciò significa che i compagni spariscono di colpo per mesi, non possono avvertirci, e magari si rifanno vivi in un'altra parte del paese.
I problemi politici sono in relazione con l'atteggiamento aggressivo verso l'opposizione radicale di sinistra da parte del partito al potere, il neo-liberista ANC, che governa con i socialdemocratici del Partito Comunista e lo sciovinista partito zulu IFP. Nel 2002 ci sono stati oltre 500 arresti, molti dei quali preventivi, attacchi di polizia alle marce pacifiste, aggressioni ai compagni detenuti, minacciata o attuata espulsione degli attivisti nati all'estero, demonizzazione dei movimenti sociali sui media più diffusi, attività di spionaggio e vessazioni degli spettri dell'Agenzia di Intelligence Nazionale. Un altro problema politico è la smobilitazione e lo scoramento della società civile: il COSATU, sindacato filo-ANC, ha messo la museruola ai suoi attivisti sindacali con ordini interni e con brogli elettorali, con grande sbandamento delle strutture alternative di base (milizie popolari, comitati di strada, reti sindacali di lavoratori, comitati civici autonomi), di cui l'ANC teme la radicata opposizione. Un terzo problema è lo "status" di salvatori del movimento di liberazione, di cui godono sia l'ANC che Nelson Mandela, fra i sud-africani più poveri; aggiungenteci le lodi di gloria sollevate dai media capitalisti.
Fortunatamente i nuovi movimenti sociali sono venuti fuori da questi partiti autoritari, inizialmente intorno a nuclei di tenaci attivisti di strada. Quarto problema: il solito gioco dei Trotzkisti -la più forte fazione politica attiva nella sinistra- che stanno cercando di monopolizzare e comandare i nuovi movimenti sociali, per trasformarli in un Workers' Party. Per fortuna c'è una forte opposizione coesa a questo opportunismo. Infine, come in America Latina, non abbiamo un movimento anarchico precedente con cui confrontare la nostra esperienza.Tutti gli altri movimenti di liberazione nella regione erano e sono autoritari. E' difficile diffondere il messaggio anarchico in un paese che ha dimenticato il suo passato anarchico. L'unico vantaggio è che noi stiamo iniziando dal nulla e non dobbiamo fare i conti con frange di terroristi o fazioni di primitivisti. In termini più ampi, il livello di sviluppo del S.Africa, se confrontato con quello dei suoi confinanti, lo mette in una posizione in cui la resistenza politico-sociale è costretta a svilupparsi in un vuoto virtuale, dato che movimenti simili nei paesi vicini devono fare i conti con un limitato proletariato industriale, costretto per necessità a farsi piccolo.
Quali relazioni internazionali ha il BMC?
Abbiamo saltuari contatti con la Awareness League in Nigeria, di cui abbiamo ristampato il libro "African Anarchism" in edizione economica per il S.Africa, ed abbiamo preso recentemente contatti con i compagni della Anti-Capitalist Convergence del Kenya (ACCK), una recentissma rete di anarchici e socialisti. Ma soprattutto i contatti anarchici sono pochi e ben lontani dall'Africa; la guerra, la povertà di comunicazioni, la miseria ed il lavoro migrante complicano enormemente i contatti. La CNT-Vignoles e la IWA-AIT sostengono la maggior parte dei gruppi nei paesi francofoni come in Marocco e Burkina Faso. I militanti del Bikisha parteciperanno almeno ed un evento internazionale all'anno, perché riteniamo che l'internazionalismo concreto sia vitale per far nascere con successo un movimento anarchico globale e coordinato.
Da noi, abbiamo partecipato alle proteste di massa contro i vertici capitalistico-borghesi della Conferenza Mondiale contro il Razzismo (agosto 2001) e il Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile a Johannesburg (agosto 2002). Abbiamo contatti stretti in particolare con la SAC (Svezia), la FA (Belgio/Francia), il WSM (Irlanda), la CGT (Spagna) e la Nefac (USA/Canada). Bikisha e Zabalaza Books hanno anche firmato il documento dei comunisti-anarchici piattaformisti per l'azione anti-globalizzazione e mandato dei delegati a Parigi per il raduno anarchico "Un altro futuro" (maggio 2000), al congresso anarchico anti-Eurotop in Svezia, organizzato dalla SAC nel giugno 2001, al meeting della SIL a Porto Alegre nel gennaio 2003. Fu al raduno "Un altro futuro" di Parigi che il Bikisha prese parte ad un dibattito internazionale sulla nascita di una rete comprendente i sindacati anarco-sindacalisti usciti dall'IWA-AIT e piccoli gruppi anarchici come il nostro che sono fuori della IAF-IFA. Bikisha e Zabalaza Books hanno firmato per la nascita della SIL a Madrid nel maggio 2001, ed oggi entrambe le organizzazioni più Zabalaza Action Group di Durban sono membri della SIL. Il nostro approccio è sempre stato deliberatamente non-settario verso tutte le formazioni anarchiche genuine, cosicché restiamo amici sia con l'IWA-AIT che con le organizzazioni espulse dall'AIT e che ora sono in SIL.
Quali sono i vostri programmi futuri?
Specificamente, nel contesto africano, i nostro obbiettivi sono:
(1) scrivere nuovi opuscoli anarchici che analizzino le sfide da affrontare per la classe lavoratrice, per i contadini e per i poveri in Sud Africa e procurare soluzioni anarchiche;
(2) procurare materiale teorico per i movimenti sociali emergenti, per sostenere la battaglia contro l'attività degli m-l all'interno del movimento sociale Indaba e del Movimento dei SenzaTerra; gli m-l vorrebbero trasformare questi movimenti in un Workers' Party, ed occorre far fallire la loro non-opzione autoritaria;
(3) procurare sostegno concreto ai movimenti sociali emergenti, liberando i detenuti, diffondendo informazioni sulle lotte sociali, lavorando nelle comunità agricole, procurando materiali per l'edilizia, partecipando ad azioni contro la polizia ed altri assassini prezzolati dallo Stato;
(4) mettere in rete tutti i gruppi anarchici anglofoni del continente, aiutarli con materiali e metterli in condizione di contribuire al dibattito sui nostri giornali, con uno sguardo non solo alle attività anti-autoritarie che si fanno in Africa, ma anche alla solidarietà concreta internazionale;
(5) porre la ZACF come rappresentante della SIL in Sud Africa; cercare di ottenere l'adesione della ZACF all'IFA;
(6) per poter fare quanto sopra, occorre ripristinare alcune tradizioni di lotta recentemente perdute, come la milizia cittadina di base e militante, i comitati di strada, reti sindacaliste, comitati civici autonomi, le popolarissime organizzazioni che misero in ginocchio l'apartheid - al fine di affrontare le sfide lanciate dai regimi neo-liberisti globali e locali. Su queste basi orizzontali e federate, gli sfruttati ed i poveri del Sud Africa avranno la capacità di lanciare una rivoluzione sociale che si liberi delle borghesie comuniste e risuoni per tutto il Sud Africa ed il mondo.
* * *
L'intervista fa parte della serie "Platformism Without Illusions" sul numero 6 (inverno/primavera 2003) del "Northeastern Anarchist". Altre interviste della serie sono stati fatti con gruppi dal Regno Unito, Francia, Italia (Federazione dei Comunisti Anarchici), Repubblica Ceca, Sudafrica, Brasile e Cile.
The Northeastern Anarchist è la rivista teorica in lingua inglese della North Eastern Federation of Anarchist Communists (NEFAC) che tratta della lotta di classe, la teoria, storia, strategia e analisi dell'anarchismo cercando di sviluppare la teoria e la pratica dei comunisti anarchici.
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Traduzione a cura di Donato Romito