12 dicembre a Palermo

Ricorre quest'anno il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) e dell'assassinio dell'anarchico Pinelli, avvenuto la notte tra il 15 e il 16 dicembre nei locali della questura di Milano. Le bombe alla banca nazionale dell'agricoltura e l'assassinio di Giuseppe Pinelli "inaugurarono" la strategia della tensione, arma con cui lo stato italiano ed i servizi segreti tentarono di arrestare il forte e diffuso movimento di protesta che cambiò l'Italia.

A 40 anni da quel giorno, vogliamo tornare in piazza non per commemorare, ma per dire che ancora una volta non ci stiamo:

Non ci stiamo con una vita di stenti, in cui ci vorrebbero costringere a "tirare a campare" ed a non potere mai alzare la testa.

Non ci stiamo con leggi fasciste e xenofobe come il pacchetto sicurezza, che fa diventare reato il semplice immigrare, che istituisce ronde come nel periodo fascista (fingendo che la maggiore causa della violenza sulle donne siano gli immigrati e non le violenze familiari); che, in nome di un presunto "decoro pubblico " ci toglie spazi di vivibilità nelle città.

Non ci stiamo con uno stato che continua ad uccidere impunito, ieri con le stragi di stato, oggi con omicidi come quelli di Federico Aldrovandi, Carlo Giuliani, Stefano Cucchi.

E non ci stiamo, ad accettare passivamente che i gruppi neofascisti, ancora oggi, agiscano impuniti, cani da guardia del potere; legittimati nelle nostre città, con le loro aggressioni e campagne xenofobe, contro la libertà di scelta delle donne ecc.

Invitiamo tutte le realtà che credono che la memoria sia importante, che credono che antifascismo e antisessismo siano ancora oggi valori fondamentali, a partecipare alla creazione di una piazza tematica alle 17 di sabato 12 a piazza massimo, con pannelli, volantini ecc. e a seguire un corteo notturno con concentramento alle 21:00 nella stessa piazza Massimo.

Per dare un segnale unitario di resistenza a questa città.

Palermo è Antifascista


Volantino:

PIAZZA FONTANA 1969-2009
LO STATO UCCIDE

Quarant'anni fa, lo stato italiano inaugurava la "strategia della tensione" una stagione terroristica scandita da attentati e stragi per spargere paura e insicurezza in tutto il paese, stroncare le lotte e le mobilitazioni che in quegli anni attraversavano la società, giustificare la repressione nei confronti di ogni opposizione sociale.

Della bomba di piazza Fontana, esplosa il 12 dicembre del 1969, furono ingiustamente accusati gli anarchici. Tre giorni dopo, al termine di uno sfiancante interrogatorio, l'anarchico Pinelli veniva scaraventato innocente da una finestra dell'ufficio del commissario Calabresi, nella questura di Milano.

Dopo quarant'anni di insabbiamenti e depistaggi, la verità che subito era stata indicata dai movimenti di allora rimane ancora oggi l'unica certezza inconfutabile: si trattò di una strage di stato alla quale contribuì la manovalanza fascista, naturalmente interessata a una svolta autoritaria del paese voluta dai vertici delle istituzioni.

Oggi, l'Italia vive tempi terribili: la classe politica attacca quotidianamente i diritti dei lavoratori, l'autoritarismo si esprime nella sistematica repressione del dissenso e nella criminalizzazione dei soggetti più deboli (immigrati e poveri), il razzismo dilaga dal ventre del corpo sociale fino all'applicazione di leggi che ledono i diritti umani, nelle carceri e per le strade si muore ammazzati dai tutori dell'ordine, i fascisti imperversano con il loro carico di odio e violenza godendo, come sempre, di adeguate coperture.

Se le donne e gli uomini di questo paese non alzeranno la testa contro le quotidiane sopraffazioni del potere della classe politica dominante, l'Italia continuerà a essere ostaggio della criminalità di una classe dirigente corrotta e impresentabile che utilizza sempre gli stessi strumenti: il ricatto, la paura, lo sfruttamento, la violenza.

Non bisogna cedere alla rassegnazione. Bisogna difendere metro per metro gli spazi di agibilità, bisogna rilanciare le lotte per riconquistare diritti e libertà.

Bisogna ridare speranza al paese: ecco perché ricordare piazza Fontana significa guardare al futuro.

Palermo è Antifascista