La scuola: un diritto e una lotta di tutti
L'attacco vergognoso fatto dal governo Berlusconi e dal sistema liberista in genere all'istruzione pubblica con tagli dalla scuola materna fino all'università è un attacco che non tocca solo insegnanti e studenti ma tutta la società.
Lo smembramento e lo sfacelo della scuola è la punta più evidente di un ice-berg che ha messo le sue fondamenta ormai da molto tempo. Le politiche liberiste tendono sempre più a precarizzare non solo il lavoro ma tutta la vita delle persone. Lavori insicuri e mal pagati nel settore privato esistono ormai da diversi anni, adesso tocca al settore pubblico e alla scuola che deve dare a malapena il contentino alle famiglie che si vedono depredate di un diritto quello dell'istruzione per i propri figli e quello del tempo libero per loro.
Fosse per i governanti ormai non ci sprecherebbero neanche due euro per l'istruzione e delegherebbero la vita culturale di bambini e ragazzi alla televisione o a qualche istituto di suore incartapecorite.
Nessuno può dirsi non-coinvolto da questa situazione, c'è chi lavora con la scuola e nella scuola, c'è chi ha figli che dal prossimo anno non avranno più un istruzione adeguata, o donne che prima di fare figli ora che non c'è la sicurezza del tempo pieno e che i nonni devono lavorare anche dopo la pensione per poter campare, passano volentieri dal ginecologo a mettere la spirale o studenti secondari e universitari per cui il futuro non è come prima una favolosa incognita ma un triste destino, o immigrati con la paura di vedere i propri figli emarginati anche fra i banchi di scuola.
Tutti/e abbiamo frequentato più o meno per lungo tempo la scuola e sappiamo quanto sia importante per la crescita culturale ma soprattutto umana delle persone. Ora il sistema, quello delle banche e delle industrie che prendono e restituiscono alla gente povertà e morte, ha deciso che tutti coloro che non fanno parte della schiera degli eletti, dei ricchi, dell'alta borghesia rampante e di coloro che a fine mese non hanno bisogno di controllare il proprio conto in banca, non hanno diritto a nulla di buono ma a:
- scuole pessime in cui gli insegnati dovranno trasformarsi in poliziotti per questi giovani che i mass-media spacciano come dei delinquenti incalliti;
- università scarse, poco competitive e formative con personale che lavora a gratis in cui gli studenti non contano nulla se non per pagare tasse e libri e servire da carne da finanziamento;
- lavoro sempre più insicuro, in balia dei mercati che impazziscono per speculazioni che noi comuni mortali non sapevamo nemmeno esistessero, lavoro mal pagato e alienante, senza soddisfazione e dignità;
- una vita sociale che si riduce sempre di più alle mura domestiche per la paura e la paranoia indotta dal potere che vuole che le case siano chiuse e le menti pure e che ci mettono di fronte al vicino di casa o all'immigrato con diffidenza se non addirittura con violenza e arroganza razziste.
I politici, i banchieri, i padroni delle guerre e del potere, stanno creando una società frastagliata e divisa, i lavoratori e lavoratrici, gli studenti, i e le precari/e non devono parlarsi, non devono confrontarsi ognuno deve pensare alla propria situazione di merda e risolvere il tutto guardando Ballarò il martedì sera.
La gente deve avere paura del futuro e del potere, deve sentirsi insicura su tutti i fronti così si avvilisce e accetta tutto.
Ma le lotte di queste settimane nel mondo dell'istruzione in cui insegnati di tutti i gradi, genitori, studenti e dirigenti scolastici si sono parlati e si sono uniti in una battaglia che è una battaglia che deve continuare a stare nelle piazze e non nei salotti dei vari partiti e nelle trasmissioni televisive, queste lotte ci dimostrano che possiamo parlarci e che bisogna crescere.
La lotta per la difesa e il rilancio della scuola pubblica non è solo una lotta sindacale per la difesa di coloro che ci lavorano, ma una lotta civile di classe in cui tutti possiamo ritrovarci e dove finalmente possiamo unire le forze.
Unirci ed essere solidali tra lavoratori, precari, studenti, disoccupati, immigrati, donne per combattere un sistema che ci pone davanti ad un futuro senza futuro, ad uno stato sociale minimo in cui i ricchi privilegiati avranno le loro oasi di eccellenza mentre gli altri si arrangiano guardandosi in cagnesco.
È ora di unire le voci, è ora di unire le lotte!
Coraggio e solidarietà di classe!
Sezione "Nestor Makhno" di Fano/Pesaro
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICInovembre 2008