La lotta dei metalmeccanici è la lotta di tutti!
Lo sciopero nazionale di 8 ore della categoria di venerdì 11 gennaio e le manifestazioni spontanee di questi giorni in decine di località e siti industriali italiani sono il segnale forte del rifiuto della classe operaia di fare da agnello sacrificale per le nuove relazioni industriali.
Presidi con blocchi di autostrade, di caselli autostradali, di tangenziali,di strade di grande comunicazione e di stazioni ferroviarie puntano con la complessa trattativa in corso a dare il massimo di visibilità possibile alla lotta per il rinnovo del contratto nazionale. La trattativa è in una fase delicata e lo dimostra la tensione di queste ultime ore con la rottura delle trattative e la arroganza padronale.
Lo sciopero e le manifestazioni sono stati partecipati e con altissimi livelli di adesione.
L'obiettivo e quello di chiudere un contratto nazionale pulito senza scambi che per Federmeccanica si concretizza in particolare nello scambio salario/orario. Per i padroni si tratta di avere un aumento delle ore straordinarie comandabili senza il vincolo contrattuale con le RSU, esigibili in qualsiasi momento, oppure 3 permessi retribuiti che devono essere lavorati e successivamente monetizzati. Il rifiuto da parte sindacale, con sino ad ora una tenuta unitaria, di entrare nel merito blocca la conclusione.
Ma in casa CGIL il sostegno alla vertenza in corso rischia di scivolare facilmente dietro le quinte di uno scenario su cui si muovono confuse ombre e mostri di varia natura, tutti ostili agli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici (di tutte le categorie).
Crea confusione tra i lavoratori la sovrapposizione della struttura fiscale e della struttura contrattuale delle retribuzioni che punta nel miracolo della detassazione, facendo un favore ai padroni ed aprendo di fatto una grave crisi della contrattazione e della sua identità.
Sono sbagliate quelle posizioni che puntano alla durata triennale dei contratti; ad aumenti nel contratto nazionale legati all'inflazione programmata; ad aumenti reali azienda per azienda legati alla produttività.
Sono strumentali quei ragionamenti che fanno discendere da un diverso assetto del paese la necessità di dotarsi di un diverso assetto sindacale che comporta la frantumazione delle categorie e la dissoluzione dell'unità intercategoriale.
Una piattaforma sindacale già moderata per i metalmeccanici si indebolisce così ulteriormente di fronte alla strafottenza di Federmeccanica ed alla omologazione sul modello contrattuale CISL, pronta a far cassa e svendere tempi, ritmi di vita e di lavoro, autonomia e ruolo delle RSU. La disponibilità di liquidità dei padroni, frutto di anni di accumulazione e di sfruttamento a danno di salari tenuti artatamente bassi, si riversa truffaldina (120 euro in 2 anni e mezzo con o senza contratto, in cambio di mano libera sulla flessibilità, sui permessi, sui sabati) per dare il colpo di grazia al contratto nazionale.
Nel frattempo, sembra avviarsi verso la conclusione il ciclo aperto dalla FIOM 11 anni fa. Davanti ad essa, di fronte ad una fine della contratto nazionale, sta il bivio tra sindacato rivendicativo/conflittuale o sindacato di mercato.
Nel futuro stanno davanti a noi tutti la strada di un sindacato di mercato che funziona come un call-center o come una qualsiasi organizzazione politica con interessi di governo, che risolve così al vertice la crisi di rappresentanza; oppure la strada di rimettere al centro il conflitto e ricostruire il sindacato dal basso nei luoghi di lavoro, ricomponendo difesa degli interessi di classe ed organizzazione operaia alla base, tutela della salute e della vita, perché non il lavoro non uccida più nessuno in nome degli interessi capitalistici.
Per ricostruire rapporti di forza ed autonomia dei lavoratori e delle lavoratrici e respingere l'ondata di repressione e licenziamenti in atto, è oggi necessario che la lotta dei metalmeccanici riceva la più ampia solidarietà di classe possibile, l'appoggio di tutte le strutture di base sindacali, perché la loro resistenza oggi può essere un passo avanti per tutti domani.
Commissione Sindacale
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI15 gennaio 2008