Respingere il contratto separato sui metalmeccanici
Mobilitazione nelle fabbriche per il referendum sull'accordo
Sostenere le manifestazioni di base e gli scioperi auto-organizzati
A solo 6 giorni dallo sciopero generale del 9 ottobre indetto dalla FIOM, partecipato in tutto il paese da centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno scioperato contro la crisi e contro le nuove regole sulla contrattazione definite in modo separato da CISL-UIL-UGL con Confindustria, la risposta di Federmeccanica insieme a CISL e UIL ha tutte le caratteristiche di una serrata padronal-sindacale che ha tre obiettivi precisi:
- stroncare il rinnovato protagonismo della classe operaia insieme ad una delle sue organizzazioni attualmente più conflittuale e rappresentativa;
- sancire una volta di più che i costi della crisi vanno scaricati sui salari, sui posti di lavoro, sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici;
- dare inizio allo smantellamento del contratto nazionale di categoria a partire dal settore più combattivo e resistente.
L'intesa prevede un aumento retributivo medio di €112, equivalente a €110 per il quinto livello. La prima tranche dell'aumento sarà in busta paga da gennaio 2010 e sarà di €28, la seconda sarà di €40 dal 2011 e la terza di €42 nel 2012. Si tratta di mance, cifre molto più vicine alle proposte di Federmeccanica che a quelle sindacali. Infatti, come avevano chiesto le imprese, la prima tranche degli aumenti retributivi sarà più leggera rispetto alle successive due. Non solo, ma se dal 2010 sono previsti €28 al quinto livello, questo significa che al terzo livello l'aumento sarà di 15-16 euro netti.
Ai circa un milione e 300mila lavoratori metalmeccanici saranno corrisposti ulteriori €15 mensili dal primo gennaio 2011 come elemento di perequazione per chi non ha la contrattazione integrativa. Che abbuffata!!
Nonostante i sindacati metalmeccanici di CISL e UIL rappresentino solo una minoranza della categoria, hanno forzato la situazione con l'appoggio delle rispettive confederazioni, con una scelta che fa scempio della democrazia sindacale, che lacera l'unità dei lavoratori offrendo pochi e maledetti euro subito, che sancisce la avvenuta fusione di interessi tra parte padronale e quella parte sindacale che si fa agenzia di controllo territoriale della forza lavoro. Un controllo che si esercita tra contrattazione ed enti bilaterali, tra fondi di sostegno al reddito e collaborazione per l'aumento della produttività, con rinuncia ad ogni tutela contro la precarietà e la flessibilità.
Il plauso del ministro del lavoro completa il triangolo degli interessi padronali, governativi e sindacal-collaborazionisti: svuotare il CCNL di ogni significato di solidarietà, di unità, di democrazia, distruggendo le basi stesse dell'organizzazione di classe nei posti di lavoro e nel territorio.
In questi giorni occorrerà sostenere tutte le forme di democrazia di base dei lavoratori/trici nelle fabbriche, che esprimano dissenso, contestazione e volontà di respingimento di un accordo firmato sopra le loro teste.
Occorrerà costruire le condizioni per una consultazione referendaria, anche auto-organizzata, che sposti i rapporti di forza, sottraendo consenso ed appoggio ai sindacati firmatari, riacquistando protagonismo ed autorevolezza nella contrattazione, azienda per azienda.
E' in gioco il futuro della democrazia nel mondo del lavoro, è in pericolo l'esistenza della classe lavoratrice con la sua autonomia ed il suo progetto di una società più eguale e più libera, più solidale e più partecipativa.
I comunisti anarchici saranno come sempre in prima fila nella difesa degli interessi dei lavoratori/trici e nel sostenere una prassi sindacale conflittuale e libertaria.
Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici16 ottobre 2009