Commento all'accordo separato nel settore del commercio, terziario e distribuzione servizi

 

Il CCNL del settore è stato firmato dalle organizzazioni padronali del settore, da CISL e UIL; non dalla FILCAMS-CGIL che non si era mai distinta, fino ad ora, come una federazione di categoria particolarmente combattiva e nemmeno per antagonismo.

L'accordo prevede aumenti salariali medi di €86. Durata del contratto 3 anni. Viene recepito l'accordo del 22/01/2009. Ampie deroghe al CCLN in materia di contrattazione di 2°livello. Lotta all'assenteismo, quindi intervento sul pagamento dei giorni di malattia. Recepimento del collegato lavoro. Negli aumenti salariali si usa come riferimento l'indice IPCA (si sterilizza l'inflazione importata).

Abbiamo raggiunto un primato invidiabile: quello che la maggioranza dei lavoratori/ici italiani o hanno accordi separati o hanno blocchi contrattuali (vedi funzione pubblica, scuola, metalmeccanici, commercio).

La posizione del gruppo dirigente CGIL si dimostra dunque fallimentare.

La pratica degli accordi tra padroni e sindacati complici è la regola delle relazioni sindacali e si proietta come il risultato più importante che i padroni abbiano realizzato in questa fase. Inoltre, il tutto viene supportato da interventi legislativi in parte attuati, in parte in fase di elaborazione (vedi rapporto padroni/Stato).

Naturalmente il segretario generale CGIL della categoria (Martini) chiederà a CISL e UIL il referendum, al cui risultato si vincola; e anche questo nei fatti dimostra subalternità. Risulta ormai impossibile agire in termini sindacali, cioè sviluppare iniziativa contrattuale collettiva: se prendiamo a riferimento i lavoratori del pubblico impiego, la compatibilità di riferimento è il debito pubblico.

L'attacco ai lavoratori del pubblico impiego è comune nell'area atlantica (UE-USA) ed avviene su due binari: sia con interventi legislativi con doppia caratteristica (si elimina il diritto di sciopero o la contrattazione collettiva), sia con riduzioni di stipendi o blocchi contrattuali sempre rinnovabili. Ad esempio in alcuni stati degli USA l'indebitamento federale si scarica sui singoli stati e sono già entrate in vigore leggi che eliminano lo sciopero o la contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici.

Quando diciamo che è in gioco l'esistenza stessa del sindacato inteso come agire collettivo e autonomo rispetto al punto di vista degli interessi di qualsiasi tipo di impresa, ci riferiamo alla eliminazione della contrattazione collettiva come tratto caratteristico della ristrutturazione capitalistica in atto.

Le implicazioni che tutto questo determina in termini di diritti, rapporti sociali, democrazia, sono ormai più che visibili. Occorre non solo pensare e agire in termini di resistenza, ma diventa fondamentale la ricostruzione dei rapporti di forza che possono solo venire dal basso e dal protagonismo delle lavoratrici/ori.

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

27 febbraio 2011