FIAT - soluzione finale
Come battesimo per il nuovo governo Monti, e come era stato ampiamente previsto da chiunque fosse in buona fede FIAT ha dato applicazione al contratto unico entrato in vigore in anteprima a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco in tutti gli stabilimenti del settore auto (FIAT S.p.A.), e seguirà a breve nel settore industriale (FIAT INDUSTRIAL).
Questo significa che per gli oltre 80.000 dipendenti FIAT dal primo gennaio 2012 non esiste più il contratto nazionale e che non esiste più nessun contenuto applicato frutto della contrattazione collettiva in sede aziendale.
Esiste solo il contratto costruito dalla FIAT e sottoscritto da sindacati complici.
Siamo quindi in presenza di una modifica radicale delle relazioni sindacali, uno stravolgimento e che costruisce di fatto il dominio pressoché assoluto sulla prestazione lavorativa.
I lavoratori sono nei fatti senza difese sia individualmente sia come soggetto collettivo.
È bene, anche perché vi sarà una pletora di imitatori, ricordare i punti qualificanti dell'accordo:
- 120 ore di straordinario non contrattate;
- estensione dei 18 turni in base alle esigenze aziendali;
- 10 minuti in meno di pausa;
- introduzione del World Class Manufacturing e dell'ERGO-UAS, procedure di "ottimizzazione" del lavoro che di fatto implicano la totale sudditanza dei lavoratori alla macchina e al ciclo produttivo, implementazione del Taylorismo che si può definire ipertaylorismo con ulteriore aumento dell'intensità dello sfruttamento;
- nei cosiddetti picchi di assenteismo l'azienda si riserva di non pagare la propria quota di malattia;
- la rappresentanza e affidata alle RSA (rappresentanze sindacali aziendali) nominate dai sindacati;
- sanzioni a carico dei sindacati e dei lavoratori che violano l'accordo;
- l'esclusione dei sindacati non firmatari dell'accordo dall'azienda;
- la disdetta del CCNL produce tra l'altro il non utilizzo: dei permessi sindacali, delle ore di assemblea, della riscossione attraverso la busta paga delle trattenute (deleghe) sindacali per i sindacati non firmatari dell'accordo FIAT; quindi la non agibilità negli stabilimenti.
Pare così raggiunto l'obiettivo di mettere fuori dai giochi la FIOM, obiettivo non secondario nel processo di ristrutturazione della FIAT in atto: in tutta Europa oltre a chiusure e riorganizzazioni di stabilimenti si assiste all'importazione del modello di relazioni americano e si sta assistendo ad una vera e propria americanizzazione dei rapporti di produzione, basata sull'aziendalismo e sul corporativismo.
La risposta che si saprà dare, costruita con tutta la difficoltà della minore agibilità, oltre che del sempre più forte ricatto occupazionale, non potrà che dipendere dal sostegno e dalla presa in carico di tutte le forme sindacali, organizzate e autorganizzate, dei lavoratori, a partire dallo sciopero di otto ore proclamato dalla categoria dei metalmeccanici.
Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici24 novembre 2011