1° Maggio 2012 - "l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi"

 

Quest'anno la festa del 1° maggio ha un sapore particolarmente amaro, l'offensiva del padronato e del governo reazionario di Mario Monti ha disseminato di forche i prossimi anni, al proletariato sembra spettare solo la scelta del palo sul quale appendersi quando riesce a ribellarsi all'ingiustizia subita.

E se finora i lavoratori e le lavoratrici non si sono arresi - e lo dimostrano le lotte condotte in questi anni, lotte per salvare posti di lavoro ma anche diritti e condizioni sociali esistenti - pur essi sembrano sempre più soli, tra complicità avverse politiche e sindacali e l'apparente mancanza di riferimenti di classe.

I ponti stanno saltando uno ad uno, milioni di lavoratori e gli strati più deboli della popolazione sono ormai allo stremo, irrappresentabili dal ceto politico; la disoccupazione e la precarietà favoriscono la moltiplicazione infinita di un enorme esercito di riserva di lavoratori italiani e migranti di tutte le età, scatenando la guerra tra poveri con grande gaudio dei potentati finanziari e politici.

Il fronte sindacale si trova:

Ma già altre volte, e proprio la data del Primo Maggio ce lo ricorda, la classe dei lavoratori è sembrata vinta e messa all'angolo, vittima della violenza economica, repressiva e statale del padronato, assuefatta e asservita culturalmente in un falso senso comune razzista e qualunquista, incapace di esprimere la propria soggettività in assenza di punti di riferimento forti. E tutte le volte, finora, è stata capace di rialzarsi e reagire. Trovando nuove forme di intervento, arretrando ma poi attestandosi, dandosi gli strumenti per ricostruire un'alleanza e un'unità che andasse oltre le frammentazioni di provenienza geografica, religione, corporazione per ricostruire forme di rappresentanza nuove da cui partire per riconquistare diritti, dignità, libertà per tutti.

Già nemmeno i media del regime riescono più ad far indirizzare gli sguardi altrove, nonostante tutti i danni sociali e politici della sottocultura disseminata a piene mani in questi decenni; nonostante i quali la realtà irrompe nei palinsesti e mostra lo squarcio che si sta aprendo sulla questione sociale.

Chi, addormentato dalle sirene postmoderne, dava e dà per scontato il totale asservimento umano alle logiche del capitale potrebbe ricredersi: l'incontro con la povertà e la miseria che si pensava per sempre debellata, la sottomissione umana e la totale perdita dei diritti conquistati, la cancellazione della dignità umana dal lessico del potere, in nome della accumulazione capitalistica alla quale tutto deve essere sacrificato, sta preparando il terreno per la ripresa di una coscienza di classe imposta dall'accelerazione di molteplici forme di disagio sociale, riconducibili all'antagonismo capitale-lavoro che non potrà che ridisegnare nuovi e importanti impegni del proletariato.

E dal vuoto e dal disinganno parlamentare, le lotte e le proteste sociali che si stanno sviluppando potranno incamminarsi su strade diverse, che sfuggano per sempre dalla tutela governativa, con la consapevolezza che sarà un cammino difficile, di ricostruzione di uno spazio politico e sociale in grado di elaborare e di proporre nuove forme di potere popolare, democratiche, che rompano con il consenso governativo, forme rivoluzionarie ed anticapitaliste da fare crescere nelle contraddizioni di oggi.

Noi, comunisti anarchici, noi FdCA, faremo la nostra parte, nella lotta di classe per l'emancipazione dei salariati dallo sfruttamento capitalistico, portando il nostro contributo alla ripresa della lotta internazionale dei lavoratori, unica soluzione alla barbarie prodotta dal capitalismo.

Buon Primo Maggio!

Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici

1 maggio 2012