RISOLUZIONE FINALE DEI
TAVOLI EUROPEI CONTRO LA
DISOCCUPAZIONE, LA PRECARIETŔ E LE ESCLUSIONI
riunitisi a Bruxelles, con la partecipazione di delegati da 15 paesi,
il 18 e 19 aprile 1998
Nel momento dello smantellamento delle protezioni sociali e dei servizi
pubblici, della deregulation, della precarizzazione degli statuti dei lavoratori
e dei salari, nel momento di un’offensiva liberista che prende piede soprattutto
in Europa grazie ai trattati di Maastricht e di Amsterdam, le lotte dei
disoccupati e delle disoccupate si sviluppano e ripropongono con vigore
la rivendicazione di una ridistribuzione delle ricchezze.
Queste lotte devono essere ascoltate da coloro che decidono a livello
europeo e politico a tutti i livelli, compreso quello della comunità
Europea.
Ecco alcune delle principali rivendicazioni immediate che proponiamo
ai disoccupati, ai precari, ai salariati, ai cittadini d’Europa, rivendicazioni
che chiamano, perché si concretizzino, alla lotta, insieme, dei
salariati e dei disoccupati, alle lotte coordinate, comuni, e senza frontiere:
- Per un salario che permetta a tutti e a tutte di vivere decentemente,
senza discriminazione di sesso, di età, di origine o altro. Mentre
le ricchezze non hanno smesso di crescere, milioni di abitanti in Europa
vivono al di sotto della soglia di povertà. Noi esigiamo che ciascuno
abbia diritto a un reddito garantito individuale commisurato alle ricchezze
prodotte nella società.
- Per una riduzione massiccia, immediata e concertata dell’orario di
lavoro, le 35 ore settimanali, ovunque in Europa, per andare verso le 32
e le 30 ore, con le assunzioni corrispondenti., senza riduzione del salario
né del potere di acquisto, senza flessibilizzazione.
- Per creare occupazione, la riduzione dell’orario di lavoro deve essere
applicata a tutte le imprese, a tutti i settori di attività, con
l’appoggio di misure governative e di direttive che traducano e concretizzino
quello che le lotte e i rapporti di forza avranno conquistato.
- Per la creazione massiccia di posti di lavoro socialmente, ecologicamente,
culturalmente necessari, con dei salari e degli statuti garantiti.
- Contro tutte le misure di lavoro forzato, che, sotto l’apparenza di
“reinserimento nel mondo del lavoro” vogliono imporre ai disoccupati lavori
a condizioni inaccettabili.
- Contro tutte le forme di precarizzazione, contro il part-time imposto,
contro i licenziamenti e le ore di straordinario.
- Contro tutte le discriminazioni che ostacolano le donne in un accesso
ugualitario al mondo del lavoro e al reddito. Cosa che passa, tra l’altro,
per lo sviluppo di strutture collettive come quelle degli asili.
- Per un’armonizzazione europea dei diritti sociali esistenti e delle
rivendicazioni, allineandosi volta per volta sulle situazioni più
favorevoli ai cittadini e alle cittadine:
- diritto alla salute;
- diritto alla casa;
- diritto all’educazione, alla cultura, alla formazione;
- diritto ai trasporti e a tutti i mezzi di comunicazione;
- diritto all’energia, all’elettricità, al gas....
- diritto alla pensione;
- uguaglianza tra uomini e donne;
- libera circolazione delle persone;
- contro il lavoro dei bambini e lo sfruttamento dei lavoratori immigrati;
- contro il precariato.
- Per il riconoscimento delle organizzazioni e delle associazioni dei
disoccupati, per il rispetto del diritto dei lavoratori a organizzarsi
in sindacati, ad autogestirsi e a lottare insieme.
- Per un’Europa democratica, aperta e solidale, ecologista, senza discriminazione
né razzismo, senza sciovinismo né frontiere, con i diritti
politici e civili uguali per tutti gli abitanti e diritto all’esistenza
per ciascun@.
Le lotte contro la disoccupazione la precarizzazione e le esclusioni
contribuiscono a mettere in luce le terribili ingiustizie di una società
capitalista in cui la conquista del massimo profitto da parte di una infima
minoranza domina su tutti gli aspetti della vita. E allora, mentre ci vogliono
presentare la situazione attuale come ineluttabile, mentre ci invitano
alla pazienza e alla sottomissione, noi vogliamo portare, attraverso le
nostre lotte, attraverso le nostre rivendicazioni, una speranza, una prospettiva
nuova, l’abolizione della disoccupazione e il progetto di una società
di libertà e di giustizia sociale, di un’Europa e di un mondo dove
economia e politica siano a servizio degli uomini e delle donne, e non
il contrario, dove tutti possano partecipare alle grandi scelte della vita
pubblica.
TAVOLI EUROPEI CONTRO LA DISOCCUPAZIONE, LA PRECARIZZAZIONE E
LE ESCLUSIONI
Bruxelles, 19 aprile 1998