CON I LAVORATORI AUTOFERROTRAMVIERI
DIRITTO DI SCIOPERO, SEMPRE E PER TUTTI!
"Limitare il diritto di sciopero è opera vana: sempre si è tentato di limitare questo diritto e i lavoratori non hanno mai obbedito a nessuna limitazione o l'hanno subita in taluni casi quando non ne potevano fare a meno. Ma appena hanno potuto sottrarsi a quella obbedienza hanno scioperato lo stesso. Il solo risultato concreto che si avrebbe limitando con una legge il diritto di sciopero è quello di rendere politici tutti gli scioperi, perché i lavoratori in lotta si contrapporrebbero non soltanto al padrone, ma anche al governo e allo Stato!" (Giuseppe Di Vittorio, 1949)
Infatti, l'ottavo sciopero dei lavoratori autoferrotramvieri per far applicare la parte salariale di un contratto già firmato non è stato solo uno sciopero economico. E' stato anche uno sciopero politico, soprattutto in quelle forme e situazioni in cui sono state apertamente sfidati i provvedimenti di restrizione del diritto di sciopero e di precettazione, messi in atto dalle autorità governative in ottemperanza della famigerata legge antisciopero 146/1990 e della successiva legge 83/2000. E occorre sempre ricordare che queste leggi sono state volute dalle segreterie nazionali di Cgil-Cisl-Uil.
Dopo 7 scioperi, pazienti e regolamentati, senza ottenere nulla; dopo la scelta coraggiosa e difficile degli autoferrotramvieri di Milano di scioperare l'1 dicembre scorso oltre e senza il preavviso canonico, tutto il settore è stato scosso da un sussulto di solidarietà reciproca, confermato dalle adesioni massicce allo sciopero del 15 dicembre e dalle forme di astensione dal lavoro messe in atto in diverse città.
Di fronte ai processi di privatizzazione nel settore del trasporti che prevedono tagli del personale e delle retribuzioni, di fronte al mancato rispetto degli accordi sottoscritti ed al temporeggiare delle dirigenze sindacali confederali, i lavoratori non potevano che riprendere nelle loro mani la gestione della lotta, auto-organizzarsi e trasformare scioperi al limite dell'esasperazione in una autentica prova di autonomia a difesa dei propri interessi materiali, divincolandosi da quella camicia di forza fatta di norme antisciopero e di codici sindacali di autoregolamentazione.
Se la battaglia salariale resta dura e difficile in tante categorie, lo sciopero nei trasporti urbani ha dimostrato che va riaperta anche la questione della totale inesigibilità ed intangibilità del diritto di sciopero, soprattutto in un mondo del lavoro non più addomesticato dalla concertazione, in cui la contrattazione torna a farsi in base ai rapporti di forza.
E se salario e diritti, lotta salariale e diritto di sciopero sono legati strettamente, occorre riaprire la battaglia per il reddito e per la redistribuzione delle ricchezze, occorre riaprire gli spazi perché l'autonomia di lotta e di organizzazione dei lavoratori torni a svilupparsi in tutte le forme antiburocratiche e di democrazia sindacale di base, nei luoghi di lavoro e nel territorio.
Sarà necessaria la maggiore solidarietà possibile, perché occorrerà respingere i più biechi tentativi di criminalizzazione che vorrebbero ridurre qualsiasi espressione di auto-organizzazione a reato contro l'ordine costituito e la "sicurezza del paese". Sarà necessaria la maggiore mobilitazione di massa possibile perché la repressione non colpisca i lavoratori in lotta. Sarà necessario l'impegno delle forze sociali e politiche antiburocratiche ed antiautoritarie perché il disagio e l'esasperazione diventino progetto libertario di lotta e di autonomia.
SPRECETTIAMO LE LOTTE !
LIBERTA' DI SCIOPERO SEMPRE E PER TUTTI !
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
commissione sindacale nazionale
17 dicembre 2003