Giù le mani dalla Festa dei Lavoratori
Come tutti i compagni e le compagne della scuola e non che a Milano hanno duramente protestato per la presenza della ministra e padrona Moratti alla manifestazione del 1° Maggio, vogliamo dire due paroline ai dirigenti sindacali, che credono di poter fare quel che gli pare delle lotte e dei sacrifici di più di un secolo e di molte generazioni di lavoratori.
La Festa del 1° Maggio, come molte altre delle conquiste dovute alle lotte, non è patrimonio gestibile in proprio dai dirigenti delle tre Confederazioni sindacali, ma di tutti i lavoratori. I lavoratori di tutto il mondo, che questi signori non sono degni di rappresentare, hanno sofferto, battagliato, sono anche morti per ottenere i loro diritti e la loro dignità, che non si possono barattare così impunemente. Chi di noi è iscritto a quei sindacati saprà portare la giusta discussione su questi involuzioni che vanno oltre la stessa concertazione praticata da alcuni settori sindacali, e che ci ha visti sempre strenui oppositori.
Ora più che mai si apre per i lavoratori italiani, precari e non, giovani e meno giovani una stagione di lotte indispensabili per battere padroni e ministri che pensano di poter continuare a crescere sulle spalle dei diritti e dei salari dei lavoratori.
I lavoratori e le lavoratrici del sud che hanno festeggiato il 1 Maggio contro tutte le mafie e le camorre, i precari che hanno organizzato manifestazioni in tutta Italia per ottenere diritti e dignità, i manifestanti che si sono ribellati alla presenza al corteo di Milano della Moratti dimostrano la consapevolezza che la lotta fondamentale dei lavoratori è sempre contro il capitale, che controlla la produzione e la forza lavoro, e che si serve dei tanti tipi di mafia, così come dello stato, per imporre il controllo ed ottenere maggiori profitti.
A tutti noi, come attivisti sindacali impegnati sotto ogni bandiera, in ogni fabbrica e posto di lavoro, il compito di essere d'impulso nelle e per le battaglie che ridiano unità, autonomia e obiettivi di lotta di classe ai lavoratori.
Federazione dei Comunisti Anarchici
3 maggio 2006