L'Accordo sulle pensioni va respinto
L'accordo produce, in pratica, tagli al sistema pensionistico e più in generale alla spesa sociale.
Il contenuto dell'accordo è in linea con la Riforma Dini e i successivi interventi di correzione della stessa effettuati a ulteriore peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Avendo chiaro che non sarà l'ultimo intervento in quanto l'obbiettivo dichiarato è la privatizzazione delle pensioni.
I 5 punti dell'Accordo:
- Innalzamento dell'età pensionabile
Ottenuto attraverso:
a) finta abolizione dello scalone e l'introduzione delle quote
b) l'introduzione delle finestre in uscita per le pensioni di vecchiaia.- Lavori usuranti
Qui viene stabilito il tetto di spesa con una uscita di solo 5.000 lavoratori/anno.- Coefficienti di calcolo delle pensioni
Istituita una commissione governo-sindacati che dovrà rivederli partendo dalla tabella attuale che prevede un taglio di 6-8 punti. Quanto al 60% dell'ultima retribuzione è una finta perché: "potrebbe essere raggiunta" (vedi testo).- Mancata abolizione delle finestre per chi matura i 40 anni di contributi.
- Aumento dei contributi
Gia previsto l'aumento (0,09%) dei contributi in busta paga legato alla revisione degli enti previdenziali. Ma lo 0,30% di aumento dell'ultima finanziaria dov'è finito?La caduta di autonomia del "lavoro" rispetto al progetto neoliberale del "capitale trova in questo accordo un ulteriore e drammatica conferma.
La maggioranza del gruppo dirigente CGIL ha scelto di entrare a pieno titolo nel progetto, già condiviso da tempo dalla "destra sindacale", moderato di non conflittualità ma di aperto sostegno al capitale "buono" quello che investe e salva il paese; progetto che unifica e elimina la distinzione tra "ceto" politico che da vita al centro (PD) e sindacato cambiando il ruolo e la funzione di quest'ultimo.
La finanziaria prima ed ora l'accordo sulle pensioni hanno visto le lavoratrici/ori ridotti al ruolo di spettatori, non è certo nemmeno il referendum per quest'ultimo.
La Federazione dei Comunisti Anarchici invita tutti i militanti e i simpatizzanti a partecipare e promuovere iniziative nei territori assieme alla FIOM, alla Rete 28 Aprile, alle RSU, ai Sindacati di "base", a coloro che lavorano per respingere l'Accordo.
SOLO IL PRONUNCIAMENTO DEI LAVORATORI ATTRAVERSO IL REFERENDUM PUÒ RESPINGERLO.
Il referendum deve:
- avere una formulazione chiara che porti a respingere o a validare l'accordo
- devono votare tutte le lavoratrici/ori compresi i precari
- occorre tener distinto il voto dei lavoratori attivi e dei precari da quello dei pensionati.
Siamo coscienti come militanti politici e sindacali che solo una forte autonomia del movimento dei lavoratori nella pratica e negli obiettivi possa far arretrare il progetto neo-liberale nei luoghi di lavoro e nella società. Lavorare per dire NO a questo accordo è oggi indispensabile perché ci pone su questa strada che sarà lunga e complessa.
FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
Commissione Sindacale FdCAReggio Emilia, 23 luglio 2007