12 dicembre, sciopero generale: fuori dalla valle degli orti
L'arrivo della crisi economica, per qualcuno nemmeno troppo inattesa, sta sconvolgendo il panorama politico e sindacale ovunque.
Ciò che sta avvenendo nei paesi più industrializzati dimostra che l'ampiezza, la profondità, e la drammaticità di quello che sta per realizzarsi non ha precedenti nella storia moderna, le ricadute sul nostro paese saranno pesantissime, ad oggi migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione con stipendi da fame senza la certezza di poterli percepire in futuro, migliaia di lavoratori, partite IVA, precari, COCOPRO sono espulsi dai luoghi di lavoro senza nessuna garanzia di reddito.
Il governo, dismesso da tempo il ruolo di mediazione nei conflitti sociali, indossa il cilindro di Confindustria e sigla accordi capestro nelle pubblica amministrazione, fa cassa con tagli barbari al Welfare state, (la scuola, ma non sarà esentato il sistema sanitario pubblico e le pensioni), ridisegna con il libro verde di Sacconi quelle che dovranno essere le prossime e future relazioni sindacali in questo paese, e quindi i rapporti sociali, tutto in una funzione neo-neoliberista rivolta a far pagare la crisi a lavoratori e pensionati.
Le risposte sociali che si stanno abbozzando di fronte a questa crisi sono molteplici, dai "Future" di CISL, UIL, Confindustria e Governo che sottoscrivendo le nuove regole della contrattazione scommettono su di un mondo del lavoro dilaniato e piegato che nel dopo crisi sarà costretto a mendicare un tozzo di pane nella più totale assenza di diritti collettivi, una forza lavoro del tutto succube alla tirannia delle commissioni bilaterali che altro non saranno che agenzie per l'impiego e per la carità oltre che a gendarmi infallibili, si entrerà al lavoro (temporaneo) con la tessera di qualche pseudosindacato in tasca.
Il salario sarà ridotto progressivamente con gli automatismi previsti dalla nuova contrattazione, non si potrà recuperare l'inflazione reale, impoverendo nei prossimi anni tutto il mondo del lavoro.
Sullo sfondo di questo scenario sono apparse negli ultimi tempi soggetti in movimento che ne stanno contrastando gli esiti, il movimento degli studenti e quello di una parte del mondo sindacale, che ad oggi ha saputo tessere relazioni con genitori e precari, che sta dimostrando una discreta tenuta e non sembra virare su vecchi arenili,si trova sulla stessa linea della Fiom e della FP Cgil, spostando in soli due mesi l'asse politico di quest'ultima, i balbettii di Epifani e della sua segreteria evidenziano la discrepanza che è avvenuta tra l'ipotesi "grande cisl" con la benedizione del PD e la risposta che tutta (o quasi) la CGIL sta dando alla crisi in atto, mobilitazioni categoriali e su vertenze specifiche hanno permesso al sindacalismo di base di acquistare visibilità e far emergere la voce dei lavoratori.
Uno sciopero generalizzato, oltre che generale, che coinvolga lavoratori, studenti, casalinghe, pensionati, attivisti, anche oltre le appartenenze sindacali e politiche, espressione di una indisponibilità ad essere massacrati da queste politiche, può anche spaventare chi teme di non poter poi gestire il dissenso popolare, può spaventare un certo ceto sindacale, anche di base, che teme più la perdita di identità che la residualità, spaventa sicuramente chi continua a scommettere sull'assuefazione alle piazze televisive e la diserzione dalle piazze vere. Oltre che ai padroni del vapore, anche a chi coltiva il proprio orticello.
Chiediamo, e scommettiamo, sul coraggio delle donne e degli uomini di questo paese per far convergere quanta più energia di lotta possibile per far riuscire uno sciopero generale sindacale e sociale, politico e di classe capace di imporre i rapporti di forza per
il ritiro della Legge 133 e delle sue nefaste applicazioni nel mondo del lavoro e del welfare
la salvaguardia e la redistribuzione delle risorse pubbliche a favore dello stato sociale, del taglio delle spese militari e del ritiro dell'Italia da tutte le missioni militari di finta pace
il sostegno ai salari, agli stipendi, alle pensioni tramite il recupero dell'eccesso di tasse pagate sui redditi (drenaggio fiscale), la riduzione del carico fiscale sulle retribuzioni, aumenti salariali sganciati dalla produttività, aumenti salariali al livello del tasso interbancario Euribor (+1!!)
la salvaguardia dei posti di lavoro per tutti i lavoratori/trici a tempo indeterminato e a tempo determinato, migranti ed italiani, rifinanziamento ed utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e del sussidio di disoccupazione con assegno al 100% senza limiti di tempo;
la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario
controllo dal basso sulla contrattazione e vigilanza contro il fascismo aziendale attraverso strutture assembleari nei posti di lavoro.
Federazione dei Comunisti Anarchici
dicembre 2008