Giuseppe Bifolchi, 1895-1978
Biografia di un comunista anarchico italiano che ha combattuto in Spagna ed in seguito nella Resistenza italiana ai nazisti
Giuseppe Bifolchi noto anche come Viola e come V: nato a Balsorano nel 1895 e morto ad Avezzano nel 1978
Bifolchi nacque in Abruzzo a Balsorano il 20 Febbraio 1895. Sottoufficiale durante la 1GM, Giuseppe Bifolchi divenne anarchico individualista, per poi spostarsi su posizioni organizzative nettamente comuniste anarchiche. Costretto all'esilio in Francia negli anni '20, divenne un sostenitore della Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Anarchici di Arshinov, Makhno, Mett ed altri. Partecipò al meeting internazionale organizzato dai Piattaformisti nel 1927. [1]
Nel 1924 contribuì al numero unico (15 Dicembre) del giornale italiano "L’Agitazione" a favore di Castagna e Bonomini pubblicato a Parigi per sostenere i due compagni Mario Castagna ed Ernesto Bonomini accusati di aver ucciso 2 fascisti e sotto minaccia di estradizione. Essi furono condannati rispettivamente a 7 ed 8 anni di galera.
Nel 1927 lavorava in un cementificio e abitava al n° 47 di rue Rebeval nel 19° arrondissement di Parigi con la sua compagna Argentina Gantelli. Contribuì al giornale anarchico francese "Le Libertaire" firmandosi "V". Il 7 Agosto 1927 prese parte alla manifestazione in Bois de Vincennes del Comitato Internazionale Anarchico di Difesa per Sacco and Vanzetti. Nello stesso anno fu vittima di una ordinanza di espulsione in settembre e costretto a trasferirsi a Bruxelles. Lì, tra il 929 ed il 1931 fu l'editore del mensile anarchico italiano "Bandiera Nera" (Bruxelles, 17 numeri dall'aprile 1929 al maggio 1931). Durante lo stesso periodo contribuì al giornale bilingue italo-francese che si pubblicava fin dal 1900 a Ginevra a cura di Luigi Bertoni, "Il Risveglio anarchico-Le réveil anarchiste" ed alla rivista mensile "Vogliamo" (Lugano, agosto 1929 - gennaio 1931).
Nel luglio 1936, con Camillo Berneri, M. Centrone, Girotti, Perrone, Ernesto Bonomini e Fantozzi egli faceva parte del primo gruppo di italiani diretti a Perpignan per preparare la lotta in Spagna. Lì lo raggiunse in seguito Argentina. Membro della sezione italiana della Colonna Ascaso, egli era a capo di un gruppo di fucilieri che il 25 Agosto 1936 riuscì a prendere le alture del Monte Pelato, sebbene con gravi perdite. Fu in seguito nominato responsabile della Colonna Rosselli sul fronte di Huesca. Giuseppe Bifolchi era il vero capo militare della colonna, il cui capo politico era invece Carlo Rosselli, militante dell'organizzazione antifascista, Giustizia e Libertà. Nel novembre 1936 durante l'offensiva su Almudevar egli era responsabile dell'ala destra del fronte di attacco. Bifolchi mostrò grande coraggio e fermezza nell'azione e rivelò significative doti tattiche.
Durante gli eventi del Maggio 1937 egli era membro della sezione italiana del Comitato di Difesa della CNT.
In una lettera a suo fratello del 14 Agosto 1937, egli scriveva: "Posso dire che in Spagna ho passato gli anni più felici della mia vita, se devo morire morirò contento".
Venne costretto a ritornare in Francia dove venne arrestato nel 1937 a Perpignan e di nuovo sottoposto ad ordinanza di espulsione.
Si era portato dietro passaporti spagnoli che vennero usati per aiutare i compagni esuli in Belgio ad emigrare in Sud America, alla vigilia della 2GM. Così il passaporto di Giovanni Aragno, ucciso il 7 gennaio 1937 sul fronte di Mirabueno, venne usato per l'anarchico Emilio Marziani che, nel 1940, partì dal porto di Anversa per il Sud America, e quello di Luigi Fthealda, ucciso nel gennaio 1937 a Majadahonda (Madrid), che venne dato all'anarchico Aramis Crenonini per lo stesso scopo.
Nel 1940 venne internato in un campo di prigionia e poi estradato in Italia, dove fu deportato prima a Ponza e poi a Ventotene, per poi aderire alla Resistenza. Venne nominato "Sindaco della Liberazione" a Balsorano nel 1944. Di propria iniziativa si recò il 4 giugno in delegazione presso il Comando Alleato per chiedere di non bombardare Balsorano dal momento che i tedeschi se ne erano andati. La delegazione venne ricevuta in malo modo, e Balsorano non fu risparmiata, subendo 2 attacchi di artiglieria prima che cessasse il fuoco.
Dopo la Liberazione mise su una cooperativa basata su principi anarchici. E contribuì alla rivista anarchica "L'Internazionale".
Pare che nel 1970 sia vissuto negli USA.
Giuseppe Bifolchi è morto ad Avezzano il 16 Marzo 1978.
Nick Heath
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali
Nota:
1. Vedere anche il "Manifesto
comunista anarchico" della 1a Sezione Italiana aderente alla Federazione
Internazionale Comunista Anarchica, di cui faceva parte Bifolchi
Articolo ripreso e tradotto dal sito www.libcom.org