Il problema dell'organizzazione e la nozione di sintesi

 

Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero

(gruppo redazionale di Delo Truda)

 

Diversi compagni si sono pronunciati sulle pagine di Delo Truda riguardo il problema dell'organizzazione e delle forme organizzative.
Naturalmente non tutti hanno trattato la questione dallo stesso punto di vista. La cui essenza, come spiegato dalla redazione di Delo Truda, consiste nel seguente assunto: noi anarchici che agiamo e lottiamo per l'emancipazione del proletariato dobbiamo, ad ogni costo, porre fine alla dissipazione e disorganizzazione che affliggono le nostre file, pena la distruzione della forza dell'anarchismo e la vanificazione dei nostri sforzi in quanto anarchici.

La soluzione sta nel creare una organizzazione che, pur non comprendendo necessariamente tutti i militanti attivi dell'anarchismo, includerebbe sicuramente gran parte di essi, sulla base di specifiche posizioni teoriche e tattiche, e ci condurrebbe ad una solida consapevolezza di come si potrebbero applicare queste posizioni nella pratica.

Chiaramente la questione dovrebbe essere affrontata insieme all'elaborazione delle posizioni teoriche e tattiche che costituirebbero la base, la piattaforma di tale organizzazione. Sarebbe una sterile perdita di tempo, parlare del bisogno di organizzare le nostre forze se non associassimo l'idea di una tale organizzazione a posizioni teoriche e tattiche ben definite.

Il Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero non ha mai perso di vista quest'ultimo aspetto. In una serie di articoli su DeloTruda, ha esplicitato parte del proprio punto di vista per quanto riguarda i particolari importanti del programma, vale a dire il rapporto tra l'anarchismo e la lotta di classe dei lavoratori, tra l'anarchismo e il sindacalismo rivoluzionario, tra l'anarchismo ed il periodo di transizione, ecc.

Il nostro prossimo compito sarà di arrivare ad una chiara formulazione di tutte queste posizioni di principio, per poi elencarli in una piattaforma organizzativa più o meno completa che servirà da base per unire un buon numero di militanti e gruppi nella stessa singola organizzazione. Quest'ultima a sua volta servirà come trampolino verso una più completa fusione delle forze del movimento anarchico.

Ecco allora il percorso che abbiamo scelto per una risoluzione della questione organizzativa. Non è nostra intenzione qui procedere ad un totale riesame dei valori o all'elaborazione di nuove posizioni. È nostra opinione che tutto il necessario per la costruzione di una organizzazione fondata su una data piattaforma si trova nel Comunismo Anarchico, che sostiene la lotta di classe, l'uguaglianza e la libertà di ogni lavoratore, e che si realizza nella Comune anarchica.

Quei compagni che parteggiano per la nozione di una sintesi teorica delle varie correnti dell'anarchismo hanno un approccio del tutto diverso alla questione organizzativa. È un peccato che la loro opinione sia così poveramente esposta ed elaborata e che di conseguenza renda difficile la formulazione di una critica dettagliata. In nuce, la loro nozione è la seguente: l'anarchismo è diviso in tre filoni – il comunismo anarchico, l'anarcosindacalismo e l'anarchismo individualista. Sebbene ciascun filone abbia delle caratteristiche ad esso peculiari, tutti e tre sono così simili e così vicini l'uno all'altro che conducono esistenze separate solo grazie ad un equivoco artificiale.

Per poter dare vita ad un movimento anarchico potente, sarebbe necessario che le tre correnti si fondano completamente. Tale fusione, a sua volta, implica una sintesi teorica e filosofica degli insegnamenti di questi filoni con la quale si può affrontare la struttura e la forma di una organizzazione che rappresenti tutti e tre i filoni. Ecco dunque il contenuto della sintesi così concepita, come esposto nella "Dichiarazione sulla collaborazione degli anarchici" ed altri articoli del compagno Volin sulle pagine di Anarkhiceskii Vestnik e Delo Truda. Noi siamo in totale disaccordo con questa idea. Le sue inadeguatezze sono palesi. Anzitutto, perché questa divisione dell'anarchismo in tre filoni? Ce ne sono pure degli altri. Potremmo nominare, ad esempio, l'anarchismo cristiano, l'associazionismo (che, bisogna dire, è più vicino all'anarchismo comunista che non all'anarchismo individualista). Poi, in che cosa esattamente consistono le discrepanze "teoriche e filosofiche" tra le tre tendenze di cui sopra, se si deve elaborare una sintesi tra di loro?

Prima di parlare di una sintesi teorica tra il comunismo, il sindacalismo e l'individualismo, dovremmo analizzare queste correnti. L'analisi teorica dimostrerebbe rapidamente fino a che punto è balzano e assurdo voler sintetizzare queste correnti. Infatti, parlare di una "sintesi tra il comunismo ed il sindacalismo" non significa ammettere che esiste qualche contrasto tra di loro? Da sempre, molti anarchici vedono il sindacalismo come una delle forme del momento rivoluzionario proletario, come uno dei metodi di lotta adottati dalla classe lavoratrice nella lotta per la propria emancipazione.

Per noi, il comunismo è l'obiettivo del movimento di liberazione delle classi lavoratrici.

Può dunque il fine essere in contrasto con i mezzi? Soltanto il pensiero pencolante di qualche intellettuale dilettante ignorante della storia del pensiero comunista anarchico potrebbe osare una tale equivalenza fra i due filoni per cercare di arrivare ad una loro sintesi. Da parte nostra, sappiamo bene che il comunismo anarchico è sempre stato sindacalista nel senso che considera l'esistenza e la crescita delle organizzazioni sindacali indipendenti una necessità per la vittoria sociale dei lavoratori.

Pertanto, si potrebbe parlare, e infatti basta parlare, non di sintesi teorica del comunismo e del sindacalismo, bensì del ruolo che il sindacalismo dovrebbe avere nella tattica del comunismo anarchico e nella rivoluzione sociale dei lavoratori.

In che cosa consiste l'anarchismo degli individualisti? La nozione della libertà dell'individuo? Ma che cosa è questa "individualità"? Si tratta della individualità in generale o "l'individualità" oppressa del lavoratore?

Non esiste alcuna "individualità in generale", perché in un modo o nell'altro, ogni individuo si trova obiettivamente o soggettivamente nel mondo del lavoro o nel mondo del capitale. Ma non è implicita questa idea nel comunismo anarchico? Si potrebbe anche dire che la libertà del singolo lavoratore sia realizzabile soltanto nel contesto di una società comunista anarchica che avrà a cuore la solidarietà sociale così come il rispetto per i diritti dell'individuo.

La comune anarchica è, per i rapporti sociali ed economici, il modello che meglio si adatta al favorire lo sviluppo della libertà dell'individuo. Il comunismo anarchico non è una struttura rigida ed inflessibile che, una volta realizzato, si ferma e pone limiti allo sviluppo dell'individuo. Al contrario, la sua forma duttile ed elastica di organizzazione sociale continuerà a svilupparsi, crescendo in complessità e cercando continuamente di migliorarsi di modo che la libertà dell'individuo possa aumentare senza alcun impedimento.

In modo simile, l'antistatalismo sembra essere uno dei principi di fondo dell'anarchismo comunista. Esso ha inoltre un vero contenuto ed una vera espressione.

L'anarchismo comunista nega che lo statalismo serva per l'indipendenza sociale e l'autogestione delle classi lavoratrici. Quanto all'individualismo, in base a cosa rifiuta lo Stato? Ammesso che lo rifiuti davvero! Certi teorici individualisti parteggiano per il diritto alla proprietà privata sia nei rapporti personali che nei rapporti economici. Ma ovunque esistono i principi della proprietà privata e delle fortune personali, si entra inevitabilmente nel campo della lotta fra interessi economici, si ammette una struttura statalista creata da chi è più economicamente potente.

Che cosa dunque rimane dell'anarchismo individualista? La negazione della lotta di classe, la negazione del principio di organizzazione anarchica avente come proprio scopo una società di lavoratori liberi ed uguali e inoltre, chiacchiere vuote che incoraggiano i lavoratori scontenti delle loro vite a difendersi tramite il ricorso a soluzioni personali connesse allo status di individui liberati.

Ma che cosa c'è di anarchico in tutto questo? Dove si trovano le caratteristiche che si devono sintetizzare con il comunismo? Tutta quella filosofia non ha niente a che fare con la teoria anarchica o la pratica anarchica, e difficilmente un lavoratore anarchico sarebbe disposto a conformarsi a tale "filosofia".

Così, come si è visto, una volta sottoposti ad analisi i compiti teorici della sintesi ci ritroviamo in un vicolo cieco. E lo stesso accade quando si considerano gli aspetti pratici della questione. Dobbiamo scegliere tra due opzioni:

Secondo noi, la nozione della sintesi si basa su una totale aberrazione, su una povera concezione delle basi delle tre tendenze, che i sostenitori della sintesi cercano di mescolare in un solo amalgama.

La tendenza centrale, la spina dorsale dell'anarchismo, è rappresentato dall'anarchismo comunista. L'anarcoindividualismo è, al massimo, un fenomeno filosofico e letterario, e non un movimento sociale. Accade spesso che quest'ultimo entri nella politica, ma poi finisce per diventare una sorta di pallino borghese (è il caso di Benjamin Tucker ed altri individualisti).

Tutto questo non significa affatto che noi siamo contro qualsiasi lavoro in concerto condotto dagli anarchici di varie tendenze. Tutt'altro: non possiamo che salutare un'iniziativa che riesca ad avvicinare nella pratica gli anarchici rivoluzionari.

Tuttavia, questo può avverarsi in modo pratico e concreto tramite la creazione di coordinamenti di organizzazioni già esistenti e forti. In tal caso, si tratterebbe solo di affrontare specifici compiti pratici, senza bisogno di alcuna sintesi, anzi precludendola. Ma a nostro avviso, quanto più gli anarchici chiarificano le basi teoriche – vera essenza del comunismo anarchico – tanto più facilmente si accorderanno su questi principi e costruiranno un'ampia organizzazione che servirà da punto di riferimento per le questioni sociali e politiche nonché per le questioni sindacali e del lavoro.

Di conseguenza, noi non percepiamo alcun nesso tra la questione organizzativa e la nozione della sintesi. Se deve essere risolta, non serve farsi trasportare da vaghe teorizzazioni, aspettandosi di vedere dei risultati. Il bagaglio teorico accumulato dall'anarchismo durante gli anni del suo processo di vita e della sua lotta sociale è più che sufficiente. Serve soltanto che lo valorizziamo, applicandolo alle condizioni ed alle esigenze della vita, per costruire una organizzazione responsabile.

Delo Truda, n°.10, marzo 1926


Tratto da Nestor McNab (a cura di), La Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Anarchici: origine, dibattito e significato, FdCA, Milano 2007.

Tradotto dal russo in francese da Alexandre Skirda; dal francese in inglese da Paul Sharkey; dall'inglese in italiano da Nestor McNab.