"LA COMUNE DI PARIGI"

Dal luglio '70 alla proclamazione della Repubblica

 

Basterà un mese di guerra a spazzare via le illusioni di coloro che ancora credono nel mito della invincibilità dell'esercito francese.

Le sconfitte di Wissembourg, Forbach, Froescwille, l'invasione dell'Alsazia e della Lorena, l'assedio di Strasburgo, la disfatta di Sedan del 2 settembre, la cattura dell'imperatore, sono altrettante docce gelate che spengono i tiepidi entusiasmi borghesi e riaccendono di rabbia quel proletariato parigino che da decenni per la sua combattività di classe è il faro a cui tutto il movimento operaio francese guarda.

E mentre la borghesia inizia a porsi il problema di come e quando firmare la pace con Bismarck e di quali e quante concessioni fare al vincitore, il proletariato parigino il 4 settembre, dopo una gigantesca manifestazione, invade l'Assemblea Nazionale e proclama la repubblica democratica.

Ottenuto ciò che voleva, cioè la destituzione dell'Imperatore e la formazione di un governo di difesa nazionale, la massa parigina delega le redini del potere ai deputati di Parigi, deputati repubblicani, sì, ma borghesi e come tali rappresentanti ad interim di quella classe che già così lautamente aveva banchettato per 20 anni sulla pelle dei proletari.

I vari Favre, Picard, Trochu, Gambetta, Ferry, non sono altro che uno dei tanti volti dietro a cui si cela il potere: persone che hanno dedicato la loro vita ad accumulare denaro e a riempire le guance di vuota demagogia oratoria; ma di questo si rendono conto solo quelle avanguardie operaie che già hanno affiancato alla coscienza di classe un minimo di analisi della realtà dei rapporti esistenti all'interno della società: sono quelle poche migliaia di proletari che hanno dato vita alla sezione francese dell'Internazionale e che ancora non incidono, se non in minima parte, sulla maggioranza dei parigini che, paghi nel sentir ribadire i concetti dell'89, delegano in buona fede la gestione di questa repubblica a coloro che non penseranno che a tradirla e a trasformare un governo di difesa in un "governo di defezione nazionale" (Marx).


Dal 14 settembre al 18 marzo

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