"Lettura
di Bakunin"
INTRODUZIONE
Nell’accingerci a ristampare il presente opuscolo, abbiamo giudicato più che necessaria una breve introduzione affinché possa essere meglio inquadrato nel suo clima e nel tempo della sua prima comparsa.
Tuttavia, giudichiamo ancora attuali e stimolanti (anche se in alcuni punti da prendere come frutti del momento) le “Note per un dibattito” contenute nella precedente stampa fatta a cura del gruppo FAGI di Roma nel 1969.
Vogliamo solo aggiungere che questo opuscolo ha visto la luce negli anni ’50 ad opera dei GAAP (Gruppi Anarchici di Azione Proletaria) quando questi compagni nella loro azione iniziale operarono in pratica il tentativo, pur con tutti gli errori che vogliamo riconoscergli, di riportare l’anarchismo – fortificato a maturato nelle esperienze rivoluzionarie del XX secolo - a svolgere il suo ruolo storico e di sbarrare la strada a chi voleva definitivamente affossarlo, conducendolo sul terreno perdente dell’interclassismo, del pacifismo, dell’educazionismo e dell’individualismo, svuotandolo cioè dei suoi contenuti di classe e portandolo verso una disfatta: in questo quadro vanno interpretati anche i secchi giudizi ed il duro linguaggio, la polemica che traspare ad ogni riga verso i “revisionisti” dell’anarchismo.
Il tentativo dei GAAP non riuscì per molteplici cause (e non è questa la sede adatta per esaminarle); contemporaneamente il Movimento Anarchico si estraniò completamente dalla lotta di classe perdendo ogni contatto col proletariato e le sue esigenze, riducendosi ad un movimento di opinione che oltretutto non era neppure in grado di svolgere sufficientemente quest’ultimo ruolo.
Eppure, proprio da quella che potremmo chiamare “resurrezione” (anche se inevitabilmente confusa) del movimento libertario negli anni che stanno a cavallo tra il ’60 ed il ’70, troviamo la sua validità storica; che, non essendo stata opera di un’organizzazione efficiente (quando c’era solo il nullismo politico ed organizzativo), la sua rinascita è da attribuirsi proprio alle lotte ed alla presa di coscienza di ampi strati del proletariato internazionale.
Facendo tesoro di queste esperienze l’importante, adesso, è di non ripetere gli errori del passato sapendo a CHI DOBBIAMO RIVOLGERCI e COME DOBBIAMO RIVOLGERCI, non perdendo tempo dietro ai miraggi dal momento che di volta in volta la borghesia ed i suoi leccapiedi riformisti vecchi e nuovi, ci fanno balenare davanti agli occhi.
Pensiamo così che questo opuscolo sia ancora (considerando comunque i mutamenti avvenuti nella società e la situazione politica in cui Bakunin si trovava ad operare) estremamente attuale soprattutto per le indicazioni organizzative, teoriche e per le anticipazioni politiche che ci offre.
Lucca, luglio 1977
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA LIBERTARIA di Lucca