Spagna 1936-'74

Disfatta militare

 

Dopo i primi mesi di lotta contro il fascismo, mesi durane i quali il proletariato in quasi tutte le città, tranne Siviglia, aveva preso l'offensiva, assediato le caserme, eretto barricate e occupato i punti strategici, la rivoluzione sociale per le cause già dette incominciava a retrocedere. Il golpe militare era stato sconfitto sul nascere in molte località della Spagna. L'autogestione contadina ed operaia prende corpo immediatamente, sostituisce lo Stato e coordina la vita sociale e la lotta antifranchista. La caratteristica della rivoluzione spagnola su proprio la grande diffusione degli esperimenti e delle realizzazioni dell'autogestione, tanto nei piccoli villaggi di campagna quanto nei grossi centri come Barcellona. Le industrie di Barcellona, su cui sventolava la bandiera rosso e nera, furono per più di quattro mesi gestite dai lavoratori raggruppati in comitati rivoluzionari, senza né l'aiuto né l'interferenza dello Stato prima che il governo, una volta riorganizzatosi, cominciasse ad occuparsene.

Anche la rete dei trasporti pubblici venne completamente autogestita dai lavoratori.

Dopo i primi mesi, però, la rivoluzione si arrestò o retrocedette, in proporzione inversa al rafforzamento del governo repubblicano di coalizione antifascista, via via sempre più dominato dal Partito Comunista, che andava conquistando maggior consistenza e potere grazie alla sua politica moderata (che attirava nelle sue file bottegai, piccoli e medi proprietari, professionisti e burocrati) ed agli aiuti russi.

Lo scontro fra moderatismo e la logica di potere dei comunisti da un lato e la rivoluzione libertaria degli anarchici dall'altro, era facilmente prevedibile. Nonostante la volontà degli anarchici di evitare fratture all'interno del fronte antifascista, le provocazioni (il generale comunista Lister, ad esempio, si diede a devastare con le sue truppe le collettività agricole dell'Aragona; l'assalto alla sede dei telefoni autogestita dai lavoratori della CNT; agenti della polizia segreta comunista assassinano Camillo Berberi) dei comunisti e dei loro alleati piccolo borghesi condussero sempre più a scontri più aperti e violenti.

La situazione militare da posizioni iniziali (luglio '36) di quasi equilibrio, in termini territoriali, tra fascisti e repubblicani, andò lentamente ma inesorabilmente deteriorandosi e l'avanzata delle truppe del fascista Franco continuò imperterrita, grazie ai massicci aiuti in armi e uomini di Hitler e Mussolini. I Paesi Baschi caddero nel giugno '37, l'Aragona dell'aprile del '38, la Catalogna nel gennaio del '39; Madrid nel marzo del '39.

Dopo la vittoria del fascismo, la Spagna conobbe di nuovo metodi di repressione che sembravano ormai appartenere alla storia. Gli arresti e le condanne si contano a migliaia, il sistema poliziesco è sempre lo stesso, la tortura il metodo tradizionale degli emuli della Santa Inquisizione.

Ne sanno qualcosa le famiglie i cui figli e padri non sono più tornati. Nell'intera Spagna tutti gli appartenenti ai movimenti politici di opposizione al colpo di stato e i dirigenti sindacali che non trovarono scampo nella fuga verso l'esilio, furono arrestati e passati per le armi. Dal 1939 al 1944, oltre al milione tra morti, dispersi e mutilati nei tre anni della guerra, vennero assassinate più di 250.000 persone, 80.000 in Galizia, 20.000 a Madrid, 30.000 in Catalogna, 10.000 in Andalusia, 30.000 nelle Asturie, 50.000 in altre località diverse. Nello spazio di pochi giorni il generale Queijo de Llano fece fucilare 12.000 sivigliani; Garcia Valino 25.000 navarresi; a Valladolid 9.000 persone vennero passate per le armi.

"Solo a Madrid - scrive Ciano nel suo "diario" - si fucilavano tutti i giorni da 200 a 250 persone, a Barcellona 150, a Siviglia 80". Stanley Payne, autore del libro "La Falange" edito dalla Università Stanford in California (USA) nel 1962, annota che dall'aprile del 1939 al giugno del 1944 le esecuzioni post-conflitto (quelle ufficiali) ammontavano a 192.684. I massacri di Orsadoureur, Glanes, Varsavia, Marzabotto impallidiscono al cospetto di questa incompleta statistica della vendetta e dell'odio franchista, a questo mostruoso genocidio consumato sotto gli occhi compiacenti del nazi-fascismo e l'impotenza dei popoli coinvolti nella terribile guerra del 1939-45.

In questi terribili massacri, gli anarchici occupano un posto preminente, anche perché dopo la sconfitta il loro contributo alla dolorosa storia della resistenza e della lotta per la liberazione del popolo spagnolo dalla tirannia del regime franchista è stato massiccio ed incessante.


Contributo degli anarchici a 30 anni di lotte contro Franco

Indice