COMUNISTI ANARCHICI: UNA QUESTIONE DI CLASSE

 

2. I fatti
 

Come già fatto per i pensatori comunisti anarchici, anche per la storia del movimento anarchico di classe ci limiteremo solo a qualche accenno sommario ai fatti salienti, soprattutto in relazione alla loro rilevanza per l’approfondimento delle linee guida dell’impostazione teorica. Per i fondatori della teoria abbiamo fatto un florilegio ristretto, senza con questo negare importanza ad altri, anche consistenti, contributi; si è segnalato soltanto quelle che apparivano le svolte più rilevanti nella costruzione di un pensiero via via più autoconsistente, rinviando a testi specifici, sia per quanto concerne la trattazione sistematica del sistema teorico dei singoli personaggi presi in considerazione, sia il complesso di coloro che nell’arco di un secolo e mezzo hanno fornito contributi, spesso di assoluto rilievo.

Del pari la storia è ricca di episodi significativi, assolutamente da non trascurare; ed anche i pochi eventi qui presi in considerazione meriterebbero una trattazione molto più estesa e approfondita. Quello che in questa sede si intende mettere in rilievo sono solo le tappe più significative di un’evoluzione storica.

Solo una precisazione in premessa: tutti gli eventi storici rilevanti del movimento anarchico in generale sono frutto della sua componente di classe e non di quella che con tanta saccenza distribuisce patenti di ortodossia e scomuniche per chi non resta nel solco dei supposti sacri principi (che come abbiamo visto non hanno neppure un fondamento storico nella nascita dell’anarchismo). Dalla presenza, spesso determinante, nei momenti di svolta della lotta degli sfruttati verso la loro emancipazione, alla fondazione dei loro strumenti di resistenza, dalle lotte per la liberazione dagli oppressori di varia natura, alle sperimentazioni più avanzate nella costruzione di società non basate sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, i comunisti anarchici hanno lasciato il segno della loro presenza e del loro attivismo, mentre gli altri discettavano della purezza delle idee e dell’aderenza rigorosa a quelli che consideravano precetti inalterabili, salvando la propria anima senza fornire alcun contributo reale all’emancipazione del proletariato.

Partendo da un altro punto di vista, è proprio questa costante presenza nelle lotte degli sfruttati che ha permesso la sedimentazione di esperienze, con la relativa riflessione su di esse e sui loro sbocchi concreti, e di conseguenza la genesi della teoria stessa, qualificando i comunisti anarchici quale avanguardia agente e memoria storica del proletariato.

 


2.1. Comune di Parigi (1871; l’improvvisazione)

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