COMUNISTI ANARCHICI: UNA QUESTIONE DI CLASSE

 

3.4. La società di liberi ed eguali (comunismo)
 

Quanto all’abolizione dello Stato, come fine, noi non siamo affatto in disaccordo con gli anarchici. Così scriveva Vladimir Il’ič Ul’janov detto Lenin nel settembre-ottobre del 1917 e la data non è casuale. Questo a testimoniare che sul tipo di società che si intende realizzare non vi è apparente contraddizione tra tutte le correnti della sinistra rivoluzionaria. Dopo la lunga fase di incertezza, alla metà circa dell’ottocento, tra socialismo (ad ognuno secondo i suoi meriti) e collettivismo (a ciascuno secondo il suo lavoro), il comunismo (da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni) è divenuto il terreno comune di confronto tra tutte le istanze realmente di classe che si sono venute articolando nella storia del movimento operaio. Ed anche identità di vedute esiste sul tipo di organizzazione che la società del comunismo realizzato deve presentare (pur senza fare progetti eccessivamente particolareggiati, ché tutti riconoscono grandi capacità autoorganizzative alle masse finalmente liberate dal giogo borghese!): un principio federativo, con la costruzione dal basso verso l’alto delle regole liberamente accettate per la convivenza, ovverosia il modello abbozzato dalla Comune di Parigi, cui tutti fanno riferimento. Non c’è comunismo (uguaglianza) senza libertà (autodeterminazione); non c’è libertà senza comunismo.

Se sull’assetto sociale del comunismo realizzato (ma potremmo dire dell’anarchia, in quanto nessuno nega che i due termini dell’uguaglianza economica e della libertà dell’individuo siano, in prospettiva, indissolubili) c’è accordo tra tutte le varie correnti rivoluzionarie storicamente apparse nel movimento operaio, le idee divergono, anche in modo sensibile, su due punti fondamentali: la tipologia dell’azione al momento attuale all’interno dello Stato di tipo borghese e i tempi e le modalità del passaggio dalla fase iniziale rivoluzionaria a quella costruttiva della società cui tutti dicono di aspirare.

 


4. Perché anarchici: cosa ci divide dalla sinistra

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