Teoria dei Comunisti Anarchici

Il nostro ruolo

 

La nostra organizzazione non è infallibile, né eterna, così come i movimenti storici che l'hanno fatta nascere. Per questo motivo possiamo rappresentare solo espressioni storicamente reali di soggetti storicamente reali. Tali espressioni non sono il risultato diretto ed esclusivo di una filosofia o di un'etica o di una scienza naturale o di una religione, di puro sentimento o di pura ragione, di pure costrizioni oggettive o di pure condizioni soggettive, ma bensì il risultato del confluire di questi elementi.

Non potremo andare a cercare ragione della storia se non nella storia stessa; e la storia non è l'astrazione di qualsiasi elemento isolato nella sua purezza, né uno svolgimento ideale.

Noi, come organizzazione, abbiamo la stessa natura della storia e ne siamo uno degli elementi specifici. Si è già vista la funzione che ci riconosciamo. Attraverso questa funzione noi ci troviamo nella prassi dell'anarchismo che si continua in tutte quelle azioni che tendono a sviluppare la rivoluzione sociale, raccogliendone la spinta dai diretti interessati e lottando per renderli tutti artefici coscienti di questo fine.

Il fine cui tende l'anarchismo è l'anarchia, cioè l'armonia sociale risultante dall'espressione totalmente libera di ogni individuo.

Questo fine non è tanto un obiettivo storico nel vero senso della parola, quanto piuttosto un punto di riferimento, una tensione costante. La prassi dell'anarchismo non è una invenzione mentale di una minoranza che ha affibbiato la sua filosofia alla società intera, ma nasce dal tipo di coscienza espressa praticamente dal proletariato rivoluzionario nei momenti più alti della sua autonomia.


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