Il Comunismo Libertario e altri scritti
ISAAC PUENTE AMESTOY
(Cenni biografici)
Isaac Puente Amestoy (1896-1936) è stato uno degli autori anarchici più noti in Spagna durante la Seconda Repubblica, soprattutto per il pamphlet dal titolo "El Comunismo Libertario", tanto che Gómez Casas nella sua celebre "Historia de la FAI" lo ha definito il teorico per antonomasia di quest'impostazione del comunismo.
Nacque il 3 giugno del 1896 a Las Carreras (municipio de Abanto y Ciérvana), in una famiglia che politicamente era... carlista! Cioè fautrice del cattolicesimo reazionario e della monarchia assoluta, oltreché nemica acerrima di ogni idea minimamente liberale. Il giovane Isaac Puente preparò i primi quattro anni del baccellierato nel collegio dei Gesuiti di Orduña, come alunno esterno. Si laureò in medicina e dal 1919 fino alla morte, nel 1936, esercitò la professione di medico rurale a Maestu e nelle venti località del distretto. Il 12 maggio 1919 Isaac Puente si sposò con Luisa García de Andoin, e dal matrimonio nacquero due figlie, Emeria e Araceli. È probabile che Isaac Puente si sia accostato all'anarchismo per influsso di Alfredo Donnay, che era un noto militante appassionato di poesia, che disponeva di una propria apprezzata rubrica - "Lacras Sociales" - su "Solidaridad Obrera". Nel 1923 Isaac Puente già scriveva su riviste libertarie, e si fece conoscere particolarmente per la sua collaborazione alle celebri riviste culturali anarchiche "Generación Consciente" e "Estudios". Alcuni suoi articoli erano firmati, altri recavano lo pseudonimo "un médico rural". Suoi articoli vennero anche pubblicati, con frequenza diversa da vari periodici libertari in lingua castigliana dell'epoca: "Inquietudes" e "Cultura Proletaria", di New York; "Algo", di Cleveland; "La Protesta" e "Nervio", di Buenos Aires; "Prismas", di Beziers; "La Voz Libertaria", di Bruxelles, e le spagnole "Etica", "Iniciales", "Orto", "El Sembrador", "Solidaridad Obrera", "Tierra y Libertad", "Tiempos Nuevos" e "La Revista Blanca". Dal 1930 collaborò anche, con articoli di medicina, a "Cuadernos de Cultura".
Nel dicembre del 1933 - dopo il trionfo elettorale delle destre alle elezioni di novembre - partecipò a Zaragoza, come membro del comitato rivoluzionario della CNT alla fallita insurrezione armata in Aragona.
La sua attività militante e la sua opera teorica svolsero un innegabile influenza perché nel 1936, al Congresso di Zaragoza della CNT, venisse approvata una dettagliata deliberazione sul comunismo libertario - sostanzialmente basata sull'elaborazione di Puente - come obiettivo strategico della confederazione anarcosindacalista. Obiettivo che all'epoca la massa dei militanti riteneva a portata di mano, e per il quale dall'inizio della guerra civile operò con entusiasmo e dedizione.
Allo scoppio della rivolta dei generali reazionari Isaac Puente non fece granché per mettersi in salvo, forse non aspettandosi quale selvaggia operazione di sterminio le destre avessero programmato. Quindi il 28 luglio del 1936 la Guardia Civil, agli ordini dei rivoltosi, non ebbe difficoltà alcuna ad arrestarlo. Puente fu imprigionato nel carcere di Vitoria, e un tentativo - ideato da Manuel Chiapuso, segretario della CNT a San Sebastián - di realizzare uno scambio con l'industriale basco Ajuria, che era nelle mani dei miliziani, non riuscì.
La situazione precipitò il 24 agosto, quando il generale Millán Astray - una specie di pazzo furioso, plurimutilato, fondatore del Tercio de los Extranjeros (la legione straniera spagnola), autore dello slogan "Viva la Muerte", contestato vibratamente da Miguel de Unamuno nella sua ultima apparizione pubblica nel 1936 - arrivò a Vitoria per infiammare una piazza che gli appariva "fría y apática": e in effetti la sua visita impresse un nuovo e più sanguinoso corso alla locale repressione contro gli antifascisti di qualsiasi tendenza. Secondo quanto ha raccontato il farmacista Antonio Buena, il commento di Isaac Puente alla missione di Millán Astray sarebbe stato: "Ahora sí que nos van a matar a todos".
E così fu. La notte del 1º settembre 1936 molti prigionieri furono tirati fuori dalla prigione per essere fucilati. Alcuni testimoni dicono di aver visto visto Isaac Puente salire sul camion che l'avrebbe condotto alla morte, indossando un impermeabile sul pigiama - segno evidente della frettolosità con cui fu condotta l'operazione. Probabilmente fu ucciso in località Pancorbo, nella provincia di Burgos.
Nel Registro Civile Isaac Puente Amestoy risulta ancora come
"desaparecido". Ma la memoria dei comunisti anarchici non è collegata con l'anagrafe, e Puente continua a vivere nel ricordo dei suoi compagni di oggi, in Spagna e fuori.